capitolo 25

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Bryce

Lei è lì, davanti a me.

Ci guardiamo negli occhi per un tempo che sembra un'infinità. Mi perdo nelle sue iridi marroni.

Poi lei si volta e sale le scale di corsa. Senza perdere un'attimo di tempo la rincorro. "Emma aspetta!" Dico bussano alla porta della camera dove lei si è barricata. "Emma ti prego" dico appoggiandomi con la schiena alla porta "vai via" dice. "No" rispondo deciso "Non me ne vado finché tu non mi apri!". Non ottengo risposta.

***
Sono seduto davanti a questa porta ormai da quasi due ore. Ho le gambe tutte indolenzite e la schiena a pezzi. Parecchie volte Josh e Addy sono venuti a dirmi di lasciare stare, di andarmene, perché lei non mi avrebbe aperto. Ma io sono restato qui.

Ad un tratto non sento più la superficie della porta e mi ritrovo sdraiato a terra.  Emma ha aperto la porta. "Sei stato qui tutto sto tempo?!" Chiede "si" dico alzandomi.

"Cosa vuoi?" Chiede fredda "parlare" rispondo e lei, stranamente, mi fa entrare.  "Come stai?" Chiedo non sapendo come iniziare il discorso. Capisco che dovevo iniziare in un'altro modo quando lei mi lancia uno sguardo del tipo: ti sembra la domanda giusta da farmi?! Per poi avviarsi verso l'uscita.

"No aspetta" dico e lei si ferma. "Io... Mi dispiace tanto. Sono stato un coglione, lo so. Io non volevo baciarla ma poi... avevo bevuto e quindi ho ricambiato ma non ero in me" dico mettendomi una mano nei  capelli. Lei fissa per qualche secondo il muro dietro di me e poi si gira per andarsene. Senza una risposta, senza un cenno. "No, Emma aspetta" dico sfiorandole il polso per fermarla ma lei ritrae subito il braccio. Si massaggia la parte che le avevo sfiorato. Dalla manica della sua felpa vedo qualcosa di bianco. All'inizio penso sia una maglietta ma poi capisco. Sul mio volto si dipinge un'espressione di tristezza mista a rabbia e mista a orrore.

Non può essere quello che penso. Non può essersi tagliata.

"Emma" dico avvicinarmi ma lei, con gli occhi lucidi si allontana. "No, vattene perfavore" dice nascondendo la mano nella tasca della felpa. "Ma..." insisto "Perfavore vai via" dice con un filo di voce mentre una lacrima le scende sulla guancia.

È tutta colpa mia.

Esco velocemente; non riesco a vederla così.

Emma

Dopo che Bryce se ne è andato mi sono rinchiusa in camera. Ormai è da un paio di ore che sono seduta sul letto cercando di distrarmi.

Sento bussare alla porta. "Vai via Bryce" dico sicura che sia lui " non sono Bryce" dice la vice "Sono Quinton" lo avevo già capito dalla voce. Mi alzo dal letto e vado verso la porta. Faccio un respiro profondo per poi far scattare la serratura. Non ho ancora chiarito con lui.

"Ciao" dico rimettendomi sul letto e assicurandomi di avere la fasciatura coperta. "Ciao" risponde "Come stai?" Chiede un po' incerto "Sono stata meglio" ammetto. Passiamo qualche minuto in silenzio. "Emma io volevo dirti che mi dispiace di averti baciata, ho solo peggiorato la situazione in cui eri. Capisco se non mi vorrai più parlare" dice tutto d'un fiato "No no, non fa niente. Non è colpa tua" dico. Lo vedo sorridere.

"Ti va di andare a fare un giro?" Mi chiede. Ci penso un po' ma poi annuisco. Mi vesto così e usciamo di casa.

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MY BAD BOY // Bryce HallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora