6.Senza fine (Gino Paoli)

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Roma, 1980

Lorenzo prese la mano di sua mamma e la strinse forte. La stazione era gremita di gente e aveva tantissima paura di perdersi; Roma era grande e sua madre lo aveva avvertito sul treno.

<<Dai, ora arriviamo all'albergo.>> Disse Teresa cercando di stringere più che poteva quella piccola manina paffutella.

Camminarono a passo svelto per tutta la stazione finchè non arrivarono a Piazza della Repubblica. Teresa aprì la cartina e iniziò a guardarsi intorno, ma non riusciva proprio a capire da che parte andare.

<<Mamma, mamma..Ho fame!>> Lorenzo si attaccò alla manica della madre e iniziò a tirare.

<<Oh tesoro. Lo so. Lasciami capire dove cavolo è questo albergo.>>

<<Non si dice cavolo!>> Esordì Lorenzo.

Aveva solo sei anni, ma era davvero perspicace.

<<Hai ragione.>>

Mentre Teresa cercava di districarsi tra suo figlio e la cartina, un ragazzo alto si avvicinò:<<Serve una mano?>>

<<Sì. Devo trovare questa via.>>

Il giovane prese la cartina in mano e iniziò a tracciare una linea immaginaria con il dito, poi ripiegò il foglio e lo porse alla ragazza:<<Basta attraversare la strada e siete arrivati. È quello laggiù.>> Indicò un palazzo antico dall'altra parte della strada.

Teresa lo ringraziò, riprese suo figlio per mano, impugnò il manico della valigia e si diresse verso l'albergo.

Non appena ebbero le chiavi della stanza, Lorenzo e Teresa si buttarono sul letto e, nonostante la fame, si addormentarono abbracciati perchè il sonno fu più potente della voglia di cibo.

La sera stessa uscirono per fare un giro al centro. Teresa aveva ventidue anni, era una mamma giovane; era rimasta incinta a sedici anni, il suo fidanzato non ne aveva voluto sapere del bambino ed era rimasto in disparte fino alla sera prima della partenza per Roma. Si era presentato alla porta di Teresa, dopo ben sei anni e aveva preteso di vedere Lorenzo.

<<Ma come pensi di fare una cosa simile?>> Aveva urlato lei.

<<Voglio vederlo! Ora!>>

Aveva iniziato a buttare giù tutto; per fortuna Lorenzo era dai nonni, ma Teresa aveva avuto così paura che aveva deciso di partire il giorno dopo e l'unico biglietto disponibile era quello per Roma. Così erano finiti nella città eterna.

Lorenzo aveva chiesto più volte alla madre il perchè di quella partenza improvvisa, ma lei gli aveva accarezzato la testa e gli aveva detto:<<Importa che siamo solo io e te, ok?>>

Lorenzo aveva sorriso:<<Come quella canzone che ti piace tanto così!>> Aveva allargato le braccia e aveva riso.

<<Senza fine, tu sei un attimo senza fine..>> Teresa aveva intonato quel pezzetto di canzone e aveva baciato il figlio sulla testa.

Roma era bellissima: aveva una storia e dei monumenti non indifferenti, ma Teresa era stata colpita dai colori che aveva quando il sole tramontava, dal Circo Massimo immenso e plateale, dai ciliegi che erano appena sbocciati e da Castel Sant'Angelo, così imponente.

Un po' di nostalgia le fece pensare che sarebbe potuta essere lì con un uomo, magari il padre del suo bambino, ma poi guardò Lorenzo e capì che voleva essere lì con suo figlio, il suo unico vero amore.

Quando tornarono in albergo era ormai mezzanotte passata e Lorenzo era stravolto; Teresa gli mise il pigiamino, gli raccontò una favola e lui si addormentò. Lei però non riuscì a prendere sonno, così uscì sul piccolo terrazzo della stanza e guardò la città illuminata dalla luna e da mille lampioni.

Si sentiva così sola,ma allo stesso tempo così fortunata: cosa avrebbe fatto se non ci fosse stato Lorenzo? Non riusciva più a immaginare la sua vita senza quel piccoletto che le aveva stravolto la vita. Lei che era sempre in giro con le amiche, sempre in contrasto coi genitori, ora era un'altra ragazza, un'altra persona.

In quel momento capì che il viaggio a Roma non era stato solo un fuggi fuggi di circostanza, era stato un vero e proprio trasferimento. In quel momento decise che avrebbe parlato con l'albergatore, avrebbe pernottato per un'altra settimana e nel frattempo avrebbe cercato casa e lavoro. In qualche modo pensò che il destino aveva fatto il suo gioco e, se l'unico biglietto disponibile era stato per Roma, un motivo ci doveva essere. Sorrise a se stessa e si strinse nelle spalle. Mentre guardava il cielo, una manina le tirò lo scialle: Lorenzo era sveglio dietro di lei e si strofinava gli occhietti:<<Mamma che stai facendo?>>

<<Niente tesoro. Guardavo questa splendida città.>>

<<Vieni a letto.>>

Lorenzo prese la mano di Teresa e la trascinò verso il letto, si coricò e la guardò:<<Mamma?>>

<<Sì tesoro?>>

<<Perchè siamo scappati?>>

<<Non siamo scappati.>>

<<Ma stamattina eri tutta di corsa.>>

Teresa lo guardò:<<Ti piace questa città?>>

Lorenzo fece spallucce.

<<Vorresti vivere qui?>>

<<Non lo so mamma. Saremo solo io e te?>>

<<Sì. Ovviamente i nonni verrebbero a trovarci. Però qui saremmo solo io e te in questa bellissima città.>>

<<Saremmo io e te senza fine?>>

Teresa prese la piccola manina, la baciò, se la portò alla guancia e cantò:<<Senza fine, tu sei un attimo senza fine..>>

amoR- Amore nella città eternaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora