Roma, 2010
Lele sta facendo un pò di ordine nel suo armadio. La primavera è alle porte e visto che è domenica e non lavora vuole fare pulizia. Mentre lancia sul letto duemila vestiti, un tonfo sordo lo fa sussultare. Si volta e nota una scarpetta gialla fosforescente per terra. Il cuore si ferma per un secondo e l'immagine di Ginevra gli attraversa la mente: si ricorda quel giorno in cui le comprò, la prese in giro per una settimana. Ginevra doveva averle dimenticate qua quando se n'era andata. Lele rimane seduto a terra, lo sguardo fisso su quella scarpetta gialla. Chissà che sta facendo ora, Ginevra. In quel momento gli viene in mente che probabilmente deve aver lasciato là anche altre cose: apre il cassetto e vede la patente rosa tutta stropicciata insieme alle sue sigarette. Le tira fuori e le butta per terra. Va in camera da pranzo e sul pianoforte c'è una sciarpa blu, anche quella di Ginevra. Lele si prende la testa tra le mani e si rende conto che quella è la prima domenica che è a casa, da solo. Non si era accorto, fino a quel momento, che la casa era invasa dalla roba di Ginevra. Non se ne era accorto perchè, da quando lei se n'era andata un mese fa, lui aveva cercato di occupare il tempo tra il lavoro e gli amici. La casa non era più un rifugio sicuro per lui, era un'ansia continua, un covo di ricordi che facevano male, ma non se ne era mai accorto perchè aveva fatto in modo e maniera di non entrarci più. Ora, invece, che è a casa in una domenica di solitudine, si accorge di quante cose Ginevra ha lasciato là e non solo cose materiali: il suo profumo impregna ancora la casa. E c'è ancora la sua presenza: se chiude gli occhi la vede che ride mentre legge un libro, che piange mentre guarda un film romantico, che suona il pianoforte persa tra quelle note. Da quando lei se n'è andata, per lui non ci sono state più domeniche e solo ora se ne accorge davvero. Apre gli occhi e afferra la giacca: non ce la fa a stare là. Esce di casa e incontra la sua vicina che non vede da un mese:<<Lele! Come state tu e Ginevra?>>
Sente le gambe cedergli e mentre sta per rispondere male, nota sul vialetto, lo stesso vialetto in cui prendeva in braccio ridendo Ginevra, che ci sono un ragazzo e una ragazza che si baciano teneramente. Non riesce a rispondere male, così sorride, un sorriso forzato e dice:<<Salve signora Clara. Purtroppo io e Ginevra ci siamo lasciati.>>
La donna si porta una mano al cuore e sorride tristemente:<<Stai bene?>>
<<Sì. Ora devo andare.>>
Corre via e pensa a quanto sia strana la vita: ha fatto di tutto per evitare domande che prima o poi sarebbero arrivate, per evitare la rottura con Ginevra che però inevitabilmente è arrivata. Si ferma in fondo alla strada, posa le mani sulle ginocchia e cerca di prendere fiato. Ma dove sto andando? Si chiede. Niente può essere evitato, ci puoi provare, quello sì. Ma questa non è una di quelle cose che te lo permette. Si tranquillizza e torna verso casa: metterà le cose di Ginevra in un sacco e la chiamerà dicendo che ha messo via le sue cose e che può passare a prenderle quando lui non c'è. Deve far sì che la casa torni il suo luogo sicuro, deve far sparire Ginevra, in tutti i sensi.
A fine giornata Lele è soddisfatto del suo lavoro, i sacchi sono davanti alla porta e ha pulito tutta casa. Si è fatto una doccia e si sente molto meglio. Si sente rigenerato, come se fosse rinato. E' riuscito anche a chiamare Ginevra senza piangere e senza rinfacciarle nulla. Si sente davvero bene: si affaccia al balcone e Valle Giulia si erge davanti a lui. Ha sempre amato Roma in primavera, ma non si era accorto di quanto fosse bello il suo quartiere, di quanto fosse bella Valle Giulia con i colori della primavera. Inspira forte l'aria e poi rientra in cucina lasciando la finestra spalancata. Gli viene voglia di farsi un toast, così prende un pezzo di pane e apre fischiettando una delle mensole: infila la mano in fondo e mentre rovista un pò afferra un barattolo. Lo tira fuori e lo guarda stupito, il suo cuore perde un battito di nuovo. Si siede sulla sedia, il barattolo in mano e le lacrime agli occhi: è la marmellata che gli nascondeva sempre Ginevra. Finalmente l'ha trovata.
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amoR- Amore nella città eterna
Literatura FemininaUna raccolta di racconti di fantasia, tutti d'amore e tutti ambientati a Roma. Dagli anni '50 sino ai giorni nostri, l'amore raccontato in mille modi diversi tutti in grado di emozionare e sulle note delle canzoni d'amore italiane più belle.