Glad we overcame that period

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Changbin si trovava ancora lì: sul davanzale della sua finestra a guardare di tanto in tanto nel giardino sottostante, per notare un Seungmin intento a studiare al tavolo sotto il suo gazebo

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Changbin si trovava ancora lì: sul davanzale della sua finestra a guardare di tanto in tanto nel giardino sottostante, per notare un Seungmin intento a studiare al tavolo sotto il suo gazebo.
Changbin, pur non essendo più un bambino, non aveva perso l'abitudine di osservare il vicino e sentirsi felice solo sapendo che quest'ultimo fosse lì, non troppo distante da lui.

Nel frattempo il ragazzo stava svolgendo a sua volta dei compiti: esercizi di trigonometria.
Changbin era ormai al terzo anno di scuola superiore: aveva scelto un indirizzo volto a potenziare maggiormente e a valorizzare i campi scientifico-matematici, nei quali era particolarmente ferrato.

Per sua sfortuna il vicino, due anni prima, aveva invece scelto una scuola incentrata su materie artistiche e pittoriche, trovandosi a frequentare una scuola distante da quella del maggiore.

Tuttavia Changbin riusciva a vedere il positivo in tutto questo: certo, non era in grado di vedere il minore tutti i giorni nei corridoi come era solito fare quando frequentava le scuole medie, ma almeno aveva la certezza che egli si fosse allontanato dal fastidioso gruppetto di ragazzi che tormentato il maggiore per tre anni, dal momento che era ben consapevole avessero intrapreso altre strade in ambito scolastico.

La differenza non era stata molta in ogni caso: Changbin aveva raramente la possibilità di parlare con il vicino e la maggior parte delle volte il tempo a disposizione era semplicemente quello di un saluto, che tuttavia Seungmin ricambiava freddamente, come aveva sempre fatto.

Sebbene il rapporto tra i due non avesse subito significativi cambiamenti, il solo fatto che Seungmin non avesse più a che fare con i suoi vecchi aguzzini era abbastanza per far dormire Changbin sogni tranquilli.

Changbin finì l'ennesimo esercizio della giornata, portando così a termine i suoi compiti.
Sospirò e ripose i quaderni e il suo astuccio sulla scrivania per poi risedersi sul davanzale sbriciando le azioni del vicino da dietro la tenda.

Osservò attentamente i suoi lineamenti, isolandoli uno dall'altro e analizzandoli a fondo.
Il suo sguardo passò dai morbidi capelli castani del ragazzo ai suoi occhi brillanti, per poi scivolare sul profilo del suo naso, a detta del ragazzo, adorabile per poi posarsi sulle sue piccole e minute labbra, dopo aver osservato le sue guance delicate.
Infine si perse nella visione delle sue mani longilinee intente a produrre piccoli tratti in carboncino sul foglio da disegno davanti al ragazzo.

Quanto vorrei accarezzare quei tuoi capelli castani, sentire la loro morbidezza tra le mie dita mentre ci facciamo le coccole.
Quanto vorrei guardare dritto in quei tuoi occhi che sembrano contenere l'intero firmamento e quanto vorrei quegli occhi mi guardassero a loro volta.
Quanto vorrei passare il mio dito lungo la linea di quel tuo nasino perfetto per poi disegnare un piccolo cerchiolino immaginario sulla punta di esso.
Quanto vorrei prendere tra le mie mani quelle guance morbide e accarezzarle con i miei pollici.
Quanto vorrei lasciare tanti baci delicati su quelle tue labbra soavi, senza fretta, assaporare ogni millimetro di esse.
Quanto vorrei tenere quelle mani nelle mie, sentire il dolce contatto tra i nostri palmi, intrecciare le mie dita con le tue, giocare con esse.
Quanto vorrei averti qui con me.

Changbin era in completa estasi di fronte al ragazzo al punto da non accorgersi di aver completamente spostato la tenda per godere appieno della visione del ragazzo più giovane.
Il che non sarebbe stato un problema se quest'ultimo non si fosse girato proprio nella direzione della finestra di Changbin, notando il ragazzo intento ad osservarlo.

"Che sta facendo?" Si chiese a bassa voce Seungmin.
Perplesso, il ragazzo decise di alzare una mano e salutare il maggiore, coronando il tutto con un sorriso innaturale e dall'aria confusa.

Fu questo gesto che fece ritornare Changbin alla realtà.
Il ragazzo arrossì immediatamente e tirò la tenda il più velocemente possibile per poi correre a nascondersi dietro il suo letto.

Ciò che Seungmin vide, tuttavia, fu solo la prima parte della reazione, che lo lasciò piuttosto stranito.
Tuttavia gli scappò una risatina.
"Quanto è strano." Disse tra sé e sé, per poi riprendere il suo lavoro artistico nel punto in cui era stato lasciato.

" Disse tra sé e sé, per poi riprendere il suo lavoro artistico nel punto in cui era stato lasciato

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Io nelle fanfiction: faccio dire cose super romantiche ai protagonisti, soppesando tutte le paole.

Io nella vita reale:

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