cap 20

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Un tuono ovattato rimbombo' in lontananza e Hermione si sveglio' di soprassalto.
Sbatte' le palpebre confusa e scrutò perplessa il soffitto di travi di legno grezzo e la grande vetrata impolverata davanti a lei, prima di rendersi conto di dove si trovasse.
Da un vetro rotto della finestra penetrava un soffio di aria fredda, e lei rabbrividì, stringendosi nella coperta di lana ruvida cercando il calore del corpo di Tom, rannicchiato dietro di lei.

Il suo braccio forte la circondava in un abbraccio,il suo respiro calmo e regolare le solleticava i capelli dietro la nuca.
Era così bello, essere lì con lui mentre dormiva.
Hermione non si ricordava neanche di essersi addormentata, avevano passato molto tempo abbracciati in silenzio, osservando le stelle.
Tom le aveva accarezzato a lungo i capelli, e probabilmente quelle carezze unite alla stanchezza di quella notte avevano avuto la meglio.
Hermione si domandò che ora fosse.
Doveva essere molto presto,  la luce dell'alba era molto flebile, ma era difficile dirlo, con il cielo plumbeo drappeggiato di nubi nere cariche di pioggia.
Un lampo illumino' di luce spettrale le cime degli alberi del bosco circostante, subito seguito da un altro tuono, questa volta piu' vicino e dirompente, che fece vibrare i vecchi vetri della finestra davanti a loro. Senti' Tom muoversi, con un mugolio lamentoso si strinse piu' forte a lei.
Fuori iniziò a piovere, il suono delle gocce di pioggia ticchettava in modo sempre più insistente sul tetto e l'odore di pioggia si fece strada dal vetro rotto riempiendo la stanza con il suo afrore di bosco e terra bagnata.
Sarebbe rimasta lì in eterno. Lì, con il calore di Tom che la stringeva a sé e con il rumore di pioggia a cullarli nel crepuscolo dell'alba.
Ad un tratto Tom sollevò il braccio che l'avvolgeva, e con la mano iniziò ad accarezzarle una guancia, mentre le si avvicinava all'orecchio con la bocca.
Poi, cogliendola di sorpresa, le mormorò delle parole strane all'orecchio, un lento susseguirsi di sussurri e sibili che le fecero accapponare la pelle. Stava parlando in serpentese, era ovvio, ma Hermione non si aspettava che quel suono sul suo orecchio le avrebbe fatto quell'effetto.
"Cosa... Cosa vuol dire? " Mormorò non osando voltarsi per nascondere il suo turbamento.
"Non voglio che te ne vai." Rispose Tom.
Non sapeva se quella fosse la vera traduzione della frase in serpentese o se Tom avesse semplicemente cambiato argomento, ma il suo tono di voce era dolce e sincero. La strinse più forte a sé, ed Hermione si sentì al sicuro, felice ma al contempo un peso le gravava sul cuore.
Non voleva andarsene. E se una volta tornata al Castello non avesse trovato il vero assalitore? Cosa sarebbe capitato a Tom se non fosse riuscita a dimostrare la sua innocenza?
"Hermione?" Sussurrò lui, avvolgendosi un boccolo castano intorno alle dita.
"Si?"
La pioggia aveva iniziato a diminuire, ma numerosi fulmini illuminavano a tratti il cielo grigio.
"Non mi lascerai mai più ...vero?"
La sua voce era tremula, quasi infantile.
Hermione sentì il cuore gonfiarsi come un palloncino.
Si voltò, e osservò nella penombra la sua espressione vulnerabile, le occhiaie sotto i suoi occhi verdi spalancati, che la guardavano con una necessità indicibile.
Necessità di lei, del suo amore.
Quegli occhi... erano stati la sua dannazione, fin dall'inizio.
"Mai." Sussurrò lei , guardandolo intensamente. Era la verità, come avrebbe potuto lasciarlo, se senza di lui la sua vita non poteva esistere?
Le labbra carnose di Tom si piegarono in quella che sembrava più una smorfia di dolore che un sorriso.
"Cosa c'è?" Domandò Hermione preoccupata, alzandosi a sedere per guardarlo meglio.
"Non voglio che quel Chistian ti giri intorno." Ammise lui secco.
Hermione rimase per un attimo senza parole.
"Cosa? Ma...lui non mi gira intorno!"
Esclamò sulla difensiva.
Tom sollevò le sopracciglia con un espressione di ostentata perplessità.
"Ok, ok...forse solo un pochino....ma solo perché voleva aiutarmi a riconquistare te!Pensava che facendoti ingelosire tu saresti tornato da me. L'ha fatto come gesto d'amicizia"
"Hermione..." Esclamò Tom passandosi una mano sulla faccia esasperato."come fai a essere così ingenua? Non ti rendi conto dell'effetto che fai sui ragazzi?"
Hermione lo guardò perplessa, senza capire.
"Prima Ron...poi Christian...È da inizio settembre che mi stai facendo diventare matto!"
Aveva ragione? Non riusciva proprio a figurarsi come una ragazza irresistibile per il sesso opposto.
"Io?! " Esclamò Hermione infastidita.
"Ma se sei tu che sei sempre circondato da un orda di ragazzine arrapate! Non solo arrapate, ma anche molto carine e disinibite! Sei tu che mi fai diventare matta!"
La luce accecante di un lampo illuminò fulminea i tratti perfetti del suo volto.
Un tuono espolse sopra le loro teste in tutta la sua potenza ed Hermione d'istinto sobbalzò e si avvinghiò a lui.
Tom ridacchiò. "Non avrai paura dei tuoni!"
Hermione lo colpì su una spalla. "
"No, solo dei maghi oscuri mancati che arrapano mezza scolaresca femminile !"
Tom rise e l'abbraccio'.
"Quelle là non mi interessano. Hanno segatura nella testa...saranno anche carine...ma come puoi pensare che possano competere con te?"
Il suo sguardo la studiò come se fosse stata un dolce da addentare.
"Sei così sexy..." Mormorò mordendosi le labbra.
"Dio, non fare così..." Gemette lei.
"Così come?" Domandò lui divertito.
"Quando ti mordi le labbra in quel modo mi fai venire voglia di..."non riuscì a terminare la frase perché Tom la afferrò e la fece rotolare sopra di sé.
Poi iniziò a baciarle il collo.
"Dimmelo Hermione..." Le sussurrò fra un bacio e l'altro".
"Dimmi quanto mi vuoi..."
Lei gemette, era difficile restare lucida in quella posizione, a cavalcioni sopra di lui, mentre i suoi baci ardenti le lambivano il collo.
"Ti voglio Tom...tanto..." Ansimò.
La sua bocca la torturava, tracciando con la lingua delle scie bollenti sulla sua pelle mentre le sue mani calde le accarezzavano il seno attraverso la camicetta.
Hermione sentì un ondata di calore e desiderio diffondersi in tutto il corpo, e gemette estatica.
A quel suono Tom sussultò, ed Hermione lo sentì indurirsi sotto di lei.
Un istinto primordiale che non credeva di avere la spinse a muoversi, dondolandosi su di lui, cercando sollievo a quel desiderio impellente e feroce che fremeva nel suo basso ventre. Tom boccheggiò, ansante sul suo collo.
"Oh... Dio..." Gemette osservandola inerme, le guance arrossate e le labbra semiaperte.
Un brivido di soddisfazione riempì il cuore di Hermione.
Era tremendamente bello vedere come un semplice movimento del suo bacino potesse rendere Tom in quello stato.
Ne voleva ancora, voleva provare a prendere lei le redini della situazione.
Ma non sapeva bene come fare. Mentre cercava di capirlo, continuava a dondolare, e si godeva le espressioni di piacere sul volto di Tom.
Per la prima volta, era in suo potere, malleabile come creta nelle sue mani.
Una sensazione inebriante.
"Voglio spogliarti..." Azzardò con un filo di voce.
Lui annuì senza fiato, e lei iniziò a slacciargli la camicia, sfilandola dalla testa.
Una volta a terra, si godette lo spettacolo del suo petto nudo, i pettorali scolpiti, i bicipiti e gli addominali tesi. Passò le mani sulla sua pelle liscia e accaldata, scivolando giù lungo la v del suo addome fino alla cintura dei pantaloni e lui ansimo'.
Avrebbe dovuto fermarsi?
Non sapeva dove l'avrebbe condotta quella strada... Non aveva mai toccato un uomo prima.
Tom notò la sua esitazione.
"Hermione..." Mormorò con la voce arrochita dal desiderio." Non devi farlo se non vuoi...".
Ma lei lo voleva... Voleva sentire l'effetto che potevano fare le sue mani su di lui, sentirlo perdere il controllo... Arrossì dei suoi stessi pensieri.
"Ma ti prego ..." Continuò lui con la mascella contratta. " Se è così ...fermati adesso. Prima che io perda il controllo..."
Hermione sentì le proprie dita muoversi da sole e slacciare i pantaloni di Tom, che ora la guardava stupito, gli occhi sconvolti, il fiato corto.
Gli abbassò i pantaloni e le sue mani afferrarono il suo membro virile.
Tom emise un suono roco e sensuale.
Incoraggiata, le sue mani si mossero tremanti, inesperte, ma ad ogni movimento sentiva la voce profonda di Tom gemere, il suo respiro trattenuto a stento.
Lo sguardo di Hermione era fisso sulle sue mani, che circondavano la virilità di Tom e la studiavano attentamente, da brava studentessa qual'era.  Si sentiva impacciata e anche un po' intimidita.
Avrebbe voluto muoversi più fluidamente,  dargli piacere, lo amava così tanto...ma aveva paura di sbagliare, magari di fargli male o di non essere abbastanza brava...
"Guardami..." Mormorò lui con la voce rotta
"Voglio guardarti negli occhi..."
Le prese il volto fra le mani, obbligandola a sollevare lo sguardo su di lui.
La guardava cupo, i capelli neri arruffati ricadevano sui suoi occhi verdi persi, estatici, le labbra carnose socchiuse. Non sarebbe potuto essere più bello di così.
"Ti amo." Sussurrò lei. A quelle parole lui l'afferrò e la baciò con disperazione.
Senza rendersene conto, Hermione si lasciò guidare dall'istinto, aumentando il ritmo delle sue carezze.
Lo sentì gemere nella sua bocca, spedendole brividi di piacere in tutto il corpo.
Ne voleva ancora, e ancora. Voleva sentire quanto lui la desiderasse, quanto le piacesse quello che gli stava facendo.
Aumentò ulteriormente il ritmo, ormai meno impacciata e più disinibita.
Di pari passo anche i suoi gemiti aumentarono. "Oddio...Hermione..." Mormorò lui baciandole il collo.
"Sto per..."
Un fiotto di liquido caldo si riversò nella sua mano, mentre Tom ansimava e muoveva il bacino in movimenti incontrollabili, per poi crollare tra le sue braccia, caldo e sudato.
Hermione lo strinse a sé, baciando la sua pelle leggermente salata e respirando il suo profumo a pieni polmoni, mescolato all' odore di pioggia.
Avrebbe voluto restare per  sempre così.
Respirare Tom, toccare Tom, baciare Tom. Tom per sempre e dappertutto.
Forse era il paradiso, forse l'inferno. E lei ci era caduta dentro.









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