Capitolo 9

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I corridoi erano freddi quella sera ma non era quella la ragione dei brividi che scuotevano Hermione man mano che avanzava verso la Sala Comune dei Grifondoro.
Il suo cuore era attanagliato dai dubbi.
Era vero? Tom non poteva essere salvato? L'animo del Signore Oscuro risiedeva ancora dentro di lui, nel profondo?
Pronunciò distratta la parola d'ordine al ritratto della signora grassa, questa la squadrò con disprezzo. "Ti sembra l'ora di rientrare?!una signora per bene non rientra dopo il calar del sole, e riallacciati la camicetta signorina!"
Hermione subito si portò la mano alla gola, dove si accorse che i primi due bottoni erano stati slacciati, arrossì ripensando alle mani affusolate di Tom che le accarezzavano il collo e le slacciavano un bottone alla volta mentre lui le sussurrava all'orecchio parole indecenti...
"Non è affar tuo mi pare!" Rispose con voce tremante, sulla difensiva.
Dietro di lei, nel corridoio scarsamente illuminato, scoppiò una fragorosa risata, una voce profonda, sconosciuta.
Si voltò stupita, e nella penombra vide una sagoma maschile stagliarsi alla luce tremolante delle fiaccole fissate ai muri.
"Granger! Non credevo fossi dedita a certe forme di intrattenimento!"
Il ragazzo che la squadrava divertito era alto, con le spalle larghe e una folta chioma nera che gli incorniciava il volto abbronzato e attraente. Le labbra carnose erano piegate in un sorriso malizioso  e gli occhi grigi la fissavano divertiti. Era decisamente un bel ragazzo, ma Hermione  pur avendo la sensazione di averlo già visto, non lo aveva mai incontrato nel castello.
"E tu chi sei?" Balbettò, presa alla sprovvista.
Lui aggrottò la fronte, sgranando gli occhi, poi scoppiò di nuovo a ridere.
"Cavolo Hermione, va bene che sono tornato in ritardo quest'anno, ma sono bastati tre mesi di vacanze estive per farmi completamente dimenticare da te?"
Hermione si rese conto del suo errore, il cuore che batteva all'impazzata e il sudore freddo che le colava lungo la schiena.
Che stupida. Stava rischiando di farsi scoprire.  Probabilmente in quel nuovo futuro il bel ragazzo misterioso era un suo amico. Qualcuno che nella vecchia realtà, ovvero quella in cui Voldemort non era stato sconfitto, non esisteva neanche, magari non era neanche mai nato. Lei aveva cambiato il futuro, salvando un sacco di vite. I genitori di Harry per esempio, adesso non erano mai morti, così come Silente, i genitori di Neville, Sirius.... SIRIUS!!
Tutto a un tratto Hermione capì subito perché il ragazzo gli era sembrato tanto familiare. Era quasi  identico al ritratto di Sirius da giovane! Quindi con tutta probabilità lui era...
"Il figlio di Sirius!" Bisbigliò Hermione col fiato corto, squadrando incredula il suo affascinante interlocutore.
Lui aggrottò di nuovo la fronte.
"Si...anche detto Christian, rimembri? Quello che tu hai sempre definito ' una testa calda' e  che più volte ti ha invitata ad uscire senza successo". Il sorriso sghembo tornò sulle sue labbra.
Hermione era senza fiato.
"Io... non ..." Era arrossita fino alla cima dei capelli.
"Tranquilla, so che lo hai fatto solo per non correre il rischio di divertirti troppo. Preferisci sempre il calmo e riflessivo Ron... Giusto?" Si passò una mano fra i capelli lunghi e scapigliati. Sembrava molto sicuro di sé.
"O forse l'estate oltre ad averti fatto perdere la memoria ti ha anche instillato un nuovo e interessante desiderio di avventura...? " Mentre pronunciava quelle parole il suo sguardo cadde sfrontatamente sulla camicetta slacciata di Hermione.
Lei arrossì e si strinse le braccia intorno al petto.
"Se ti ho sempre rifiutato avrò avuto le mie ragioni immagino!" Sibilò fra i denti  infastidita. Lui rise di nuovo, divertito.
"E ora se non ti dispiace vado a letto!" Aggiunse lei avviandosi all'interno della sala Comune.
"Mi dispiace molto invece, era una conversazione molto interessante. Sei cambiata Hermi.In meglio!" Gli gridò lui attraverso l'apertura del quadro, lo sentì ridere mentre lei gli chiudeva la porta in faccia.




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