Capitolo 11

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"Gelatine al mirtillo!"
La voce di Hermione riecheggio' lungo le mura di pietra del corridoio mentre pronunciava la parola d'ordine per accedere all'ufficio del preside, come dicevano le istruzioni scritte sulla lettera di Silente che aveva ricevuto poche ore prima.
Una strana sensazione di dejavu. Sembravano passati solo pochi giorni da quando, nel lontano 1997 si era recata nello studio del preside, per ricevere la giratempo che la avrebbe trasportata nel passato, per completare una rischiosa missione e fermare un giovane Lord Voldemort. Sembrava una realta' parallela e, in effetti, lo era.
Sali' i gradini di pietra della scala a chiocciola ed entro' nel familiare ufficio, dove , a parte qualche elemento di mobilio, nulla sembrava cambiato. Silente era chino sulla scrivania, scribacchiando con una lunga piuma d'oca scricchiolate su una pergamenta ingiallita.
"Professore."
Silente alzo' lo sguardo occhialuto dalla pergamena, e non appena la vide le sorrise gioviale.
"Oh! Buongiorno signorina Granger! Bentornata! Si accomodi pure. Posso offrirle qualcosa da bere?" Hermione non riusci a trattenere un sorriso.  " No, la ringrazio"
"Oh, non c'e' di che. Allora, come sta andando il suo ritorno? Lei e Riddle state incontrando qualche difficoltà, a quanto mi e' dato di capire."
Hermione arrossi'.
Cosi', il preside aveva letto la sua lettera, sapeva tutto, di lei e di Tom.
Lo aveva dato per scontato eppure fino all'ultimo non ne era stata sicura,
"Professore io vorrei scusarmi e chiederle perdono." esclamo' tutto di un fiato, come per liberarsi di un gran fardello.
Il preside la scruto' da sotto gli occhiali a mezzaluna, lo sguardo interrogativo e stupito.
"Scusarsi? e di cosa?" il silenzio era rotto solo dal ticchiettio di un antico orologio appeso  sulla parete colma di ritratti dei vecchi presidi di Hogwarts, che parevano essersi appena svegliati per ascoltare quella interessante conversazione.
"Non ho seguito le sue indicazioni. Mi aveva ordinato di uccidere Tom Riddle. Ma non ci sono riuscita, Non ho potuto. Io..."
"Lo ama?" le domando' Silente incurvando le labbra in un lieve sorriso cogliendola di sorpresa.
Le sue guance andarono a fuoco. "Si'" mormoro' abbassando lo sguardo.
"E se ne vergogna al punto da arrossire come un pomodoro maturo?" domando' silente appoggiando una mano sulla sua con fare rassicurante. "No." Si affretto' a controbattere lei "Non mi vergogno del sentimento che provo per Tom. Lui e' un ragazzo ferito, che ha subito molte ingiustizie nella vita, ma non e' cattivo. Sono riuscita a vedere il vero Tom sotto l'armatura che si è costruito."
Il preside ascoltava molto attentamente.
"Mi vergogno solo di non aver potuto salvare Mirtilla. Forse, se avessi agito diversamente..."
Silente si gratto' il mento perplesso.
"Ha fatto del suo megllio. Non ha permesso a Tom di trasformarsi in Voldemort, ha salvato migliaia di vite. A me questo pare un enorme successo, signorina Granger."
Hermione guardo' in tralice il preside, con il cuore piu' leggero. Davvero non era arrabbiato per come aveva stravolto l'intera missione?
" Quindi lei non mi biasima per non aver ucciso Tom Riddle, come mi aveva ordinato?"
L'anziano mago scoppio' a ridere, coglienola di sorpresa. "Certo che no! Signorina Granger io non le ho mai detto che avrebbe dovuto uccidere il giovane Riddle. Le ho solo detto che avrebbe dovuto estirpare il male alla radice. E mi pare che lei lo abbia fatto abbastanza bene..." ad un tratto pero' il preside esito', e una fugace ombra offusco' il suo sorriso. 
  "Oh almeno, lo spero."
Il sorriso di sollievo sulle labbra di Hermione scomparve.
"Cosa intende dire?" ci fu un attimo di silenzio, ma ad Hermione parve un eternita'.
"Ha notato, signorina Granger, lo sguardo del signor Riddle l'altra mattina? quando il signor  Weasley ha avuto quel mancamento? Si, sono sicuro di si."
La sua voce era pregna di amarezza e preoccupazione.
"Era un espressione completamente diversa, da quella che ho visto nei giorni scorsi sul volto di Tom. Un'espressione che ricordo di avere gia' visto, anni e anni fa." Il preside si alzo' dalla sedia, che emise un cigolio sinistro, e si mise a passeggiare per lo studio, lo sguardo fisso sull'alba rosa confetto che spuntava oltre gli alti pini della foresta proibita.
"Un guizzo di perverso piacere, che notai nello sguardo di un piccolo orfano, quando aprii una scatola nel suo armadio e scoprii i tesori da lui rubati ai piccoli compagni di orfanotrofio, vittime delle sue cattiverie."
Hermione senti' accapponarsi la pelle delle braccia. Anche lei aveva notato, solo per un attimo, uno sguardo crudelmente compiaciuto sul volto di Tom ,non appena Ron si era accasciato al suolo. Ma era durato solo un secondo, o almeno cosi' le era parso.
"Professore potrebbe esserci un motivo. " esclamo' con la voce rotta.
Gli raccolto' del diario di Tom, di come lo aveva avuto, letto, e portato con se' dal passato spinta da un incomprensibile desiderio di non abbandonarlo, e di come nella realta' del futuro parallelo a questa, quella in cui Voldemort minacciava l'esistenza di tutto il mondo, fosse stato un Orcrux, un contenitore che costudiva un frammento dell'anima di Voldemort, e di come avesse ipnotizzato la piccola Jinny facendole fare delle azioni di cui neanche si rendeva conto.
Silente l'ascolto' rapito. Alla fine annui' e per un attimo non isse nulla.
"Molto bene, signorina Granger, la ringrazio per avermi messo a parte di tutta quanta la storia. Adesso ho molti piu' elementi per decidere sul da farsi. Hermione lo guardo' con il cuore pieno di apprensione. "Dobbiamo assolutamente scoprire se quel diario e' davvero solo un diario, o no.
Ha notato qualcosa di strano , nel comportamento del signor Riddle degli ultimi giorni? "
Hermione tornò ad arrossire.  Doveva ammettere che l'incontro nella biblioteca della sera prima era stato alquanto inquietante, oltre che intrigante.
Ma come faceva a sapere se il comportamento di Tom era dovuto alla gelosia e al rancore nei suoi confronti, o all'influsso di un potere molto piu' oscuro? Poi ripenso' a quello che Ginny le aveva rivelato poche ore prima e rabbrividi'. "Ginny Weasley dice di aver udito Tom parlare in serpentese nella biblioteca."
Lo stomaco le si stava ribaltando, davvero stava tradendo Tom, dando informazioni infamanti a Silente senza prima aver chiarito di persona se fossero fondate? "Interessante." Mormoro' silente  a denti stretti. Il suo sguardo, fisso nel vuoto.
"Dovremo accertarci che non stesse parlando a un frammento dell'anima di Voldemort, racchiusa nel diario. E per farlo avremo bisogno che torni a fidarsi di lei, signorina Granger, profondamente." A quelle parole il cuore di Hermione inizio' a battere all'impazzata, sentiva il pulsare del sangue nelle orecchie. "Crede di riuscirci?" domando' il preside fissandola intensamente negli occhi. Lei degluti'. "Si." esclamo' con un filo di voce. "Posso farcela!" sentenzio' , piu' per darsi coraggio che per rispondere a Silente.
"Ottimo. Dovrà tenerlo d'occhio, scoprire se sta tramando qualcosa , e dovrà riconquistare la sua fiducia, per riuscirci."
"Ho capito" rispose lei, per niente contenta di dover nuovamente tramare contro di Tom. Il suo Tom.
Le sembrava di tradirlo, agendo alle sue spalle.
Ma doveva scoprire se davvero fosse ancora  il suo Tom, o se una forza oscura stava prendendo il potere su di lui. Lo avrebbe fatto per lui, per l'amore che c'era tra loro.
"Farò tutto quello che posso".

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