Capitolo 17

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I corridoi erano deserti, ed Hermione fu grata che la creatura mostruosa che si aggirava per il castello - qualunque cosa fosse- avesse attirato i professori da tutt'altra parte, lasciano liberi lei e Tom di fuggire nella notte.
"Via libera" sussurro' Hermione voltandosi verso Tom, che la guardava sulla porta con sguardo incerto ma fiducioso.
"dove stiamo andando?' mormoro' lui seguendola, i loro passi rimbombavano sinistri lungo le ampie volte di pietra riccamente decorate.
Il castello appariva stranamente spettrale, illuminato solo dalla luce della luna che penetrava attraverso le alte vetrate.

Hermione non rispose, non c'era tempo per le spiegazioni.
Doveva portare Tom lontano da lì, prima che tutta la scuola lo accusasse di tentato omicidio.
Dopo aver sceso una rampa di scale, si ritrovarono al piano terra.
"Per di qua!" Sussurrò Hermione indicando il portone d'ingresso.
Ad un tratto un fruscio li fece voltare di scatto e Tom prese rapido la sua mano e la trascino' dietro una grossa statua di un Troll, cercando di nascondersi il piu' possibile nell'oscurita'.
Hermione trattenne il respiro, l'unica cosa che udiva era il fiato accelerato di Tom che la premeva con il corpo contro la pietra fredda, le mani sul muro, il viso a pochi centimetri da quello di lei.
I suoi capelli scompigliati e leggermente più lunghi del solito le facevano il solletico sulla fronte, e poteva sentire il battito veloce del suo cuore attraverso la stoffa sottile della camicia.
Hermione era senza fiato, e nonostante la situazione drammatica, non poteva smettere di pensare a quanto avrebbe voluto baciarlo in quel momento.
No. Doveva rimanere lucida!
"e' Gazza?" sussurro' arrossendo, cercando di tornare in sé.
Tom esito', il fiato accelerato trattenuto a stento.

"Oh Tom Riddleton e la sua nuova ragazza! Cosa combinate sporcaccioni? "

Peaves il Portergeist comparve da dietro un doccione a forma di drago ed Hermione arrossì violentemente.
Tom si scostò da lei guardando minaccioso quell'essere insopportabile.
"Vattene Peaves!"
"Non ci badare! Andiamo, prima che attiri qui i professori!" Esclamò Hermione afferrando la mano di Tom e trascinandolo con sé.
Aprì il pesante chiavistello del portone e si precipitò fuori nella notte, l'aria fresca le scompigliò i capelli, faceva freddo, per essere fine settembre.
"Studenti fuori dal castello!!!" Sentì gridare Peaves con voce stridula, e si mise a correre più veloce che poteva, con Tom che la seguiva dietro di lei.
"Presto!!" Ansimò, l'aria fredda le bruciava nella gola e nei polmoni, mentre correva a perdifiato su per una collina.
"Mi dici dove stiamo andando?!" Esclamò Tom esasperato.
"Verso il Platano Picchiatore! " Esclamò lei .
"È un albero magico piantato a protezione di un passaggio segreto, e..."
Le parole le morirono in bocca.
Il posto era quello, ne era certa, ma non c'era nessun Platano Picchiatore, solo un ammasso di rocce.
"No!" Esclamò Hermione esterrefatta. "No! Dannazione non ci voleva!"
Tom la scrutava confuso,senza capire.
"È ovvio! Come ho fatto a non pensarci!" Esclamò stringendo i pugni.
"Hermione dimmi che succede!"
" Succede," Esclamo lei spazientita e arrabbiata con sé stessa" che Silente non ha mai avuto il bisogno di piantare il Platano Picchiatore a difesa dell'ingresso del passaggio segreto! Perché Lord Voldemort non è mai esistito e non ha mai aizzato i licantropi contro i Maghi! E Remus Lupin non è mai stato morso....eh ...e non si è mai trasformato in lupo mannaro eh..."
Le stava per scoppiare la testa.
Tom la guardava confuso, e lei non sapeva cosa fare.
"Quella potrebbe essere l'entrata del passaggio segreto?" Domandò Tom indicando il mucchio di rocce.
"Si ...forse, ma..."
Non aveva finito di parlare che Tom si era avvicinato alle pietre accatastate e vi puntava contro la bacchetta.
"Tom cosa..?"
" BOMBARDA MAXIMA!" Esclamò Tom con un elegante movimento della bacchetta.
Un boato tremendo fece saltare in aria il mucchio di pietre trasformandole in una pioggia di ghiaia.
"Geniale!" Esclamò Hermione, sinceramente colpita.
Tom si protesse il capo dalla pioggia di sabbia e pietruzze, tossendo per via della nuvola di polvere. Si spolverò i capelli con la mano e afferrò il polso di Hermione.
"Vieni!" Esclamò dirigendosi dentro l'ingresso della galleria ormai libera.
Hermione annuì stupefatta e si lasciò guidare da Tom all'interno del tunnel.
"Lumus" bisbigliò lui accendendo la punta della sua bacchetta.
Hermione fece lo stesso con la sua.
"Meglio non fermarsi" mormorò Tom deciso, guardando con ansia l'apertura del cunicolo alle sue spalle e addentrandosi nel sottosuolo.
Proseguirono per almeno un ora nella semioscurità, illuminata dalla luce fioca delle bacchette, finché arrivarono in un punto in cui il cunicolo si allargava trasformandosi in una grotta.
Per entrarvi dovevano superare una piccola cascata d'acqua gelida che pioveva dall'alto.
Hermione esitò, ma vide Tom superare deciso l'ostacolo noncurante dell'acqua fredda che gli sferzava impietosa sul corpo.
Riluttante lo imitò, rabbrividendo fino all'osso mentre l'acqua ghiacciata le scrosciava addosso impietosa, colandole lungo la schiena e bagnandola come un pulcino.
Non appena dentro però, la sua bocca si spalancò dalla meraviglia.
Era una grotta enorme, numerose stalagmiti si ergevano dal suolo come alte colonne di pietra, e altrettante stalattiti pendevano aguzze dal soffitto, gocciolando acqua a ritmo regolare in un piccolo laghetto sotterraneo, dall'acqua trasparente.
Si stupì di non ricordarsi di quel luogo, quando tanto tempo prima aveva percorso quella strada con Harry. Possibile che anche il paesaggio naturale fosse cambiato a causa della sua intromissione nella storia?

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