Capitolo 29

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Hermione percorreva a passo svelto il corridoio che portava all'ingresso principale, il cuore pesante e la mente affollata da pensieri. Come avrebbe fatto a convincere Christian a rivelarle la verità? Senza contare il fatto che non sapeva quale fosse, la verità. Il solo fatto che avesse raggiunto la Sala Grande in ritardo, quella sera, non faceva di lui un assassino. Però le aveva mentito. Aveva sempre dichiarato che Tom era l'unico assente a cena. E invece non solo Tom, ma anche Draco Malfoy e Pansy Parkinson erano senza un alibi per quella sera.E anche Christian.

Raggiunse il portone principale e si avvolse nel mantello . Pioveva a dirotto.

Il piccolo ombrello  la copriva a malapena, ma non poteva aspettare. Doveva sapere.

Il campo di Quidditch era più simile ad un acquitrino che a un prato.

I gemelli Wensley si stavano allenando nelle battute e Christian, che era il capitano, stava sopra di loro a cavalcioni di una scopa ferma a mezz'aria urlando a squarciagola indicazioni e incitando i compagni. I ragazzi erano sferzati dalla pioggia e dal vento gelido che soffiava senza pietà. Hermione per l'ennesima volta si domandò cosa trovassero i maschi di così affascinante nel Quidditch, per sottoporsi di proposito a quella tortura. Uomini...

L'ombrello rosso di Hermione doveva risaltare come un fungo velenoso nel fango, perché non appena arrivò tutti si voltarono.
Lei, un po' intimidita, fece un goffo cenno di saluto a Christian, che vedendola attraverso quella fitta coltre di pioggia rispose stupito al suo saluto, gridò qualcosa ai compagni e iniziò la discesa con la Nimbus 2001, accompagnato dai fischi e dalle grida di scherno dei compagni.

Volò rapido verso di lei e poi frenò affondando con un tonfo sordo gli stivali nel fango .

"Che ci fai qui?" gridò per farsi sentire nel fragore della pioggia.

I capelli neri erano fradici e si appiccicavano ribelli sul suo viso, i suoi occhi grigi la scrutavano sospettosi.

Hermione deglutì. "Devo parlarti."

Lui annuì in silenzio, e si voltò verso i compagni.

"Continuate da soli!" Gridò loro.

Poi si girò verso di lei e le fece segno di seguirlo.

Camminò a grandi falcate fino agli spogliatoi. Hermione lo seguì, sciaguattando con gli stivaletti nel sentiero pieno di pozzanghere.
Entrarono nello spogliatoio, aprendo la porta con  un cigolio metallico.

L'umidità e il calore della stanza la avvolsero come una nuvola di vapore, ma era un sollievo rispetto al freddo pungente che faceva fuori.

Christian  afferrò un asciugamano da una panchetta di legno e iniziò a strofinarsi i capelli corvini grondanti di pioggia.

"Cosa vuoi Hermione?" Domandò fissandola sospettoso.
"Darmi un altro schiaffo? O un altro bacio?" .

Un sorriso malizioso gli increspò le labbra, formando delle adorabili fossette sulle guance.
Poi si sfilò la maglietta fradicia, ed Hermione non poté fare a meno di arrossire mentre lui cercava in un borsone una felpa asciutta e lei distoglieva rapida lo sguardo dai suoi addominali.
Lo odiò ancora di più.
Ma si ricordò che aveva bisogno che lui si fidasse di lei, e se sperava di ottenere delle informazioni da lui avrebbe dovuto fare buon viso a cattivo gioco.
Si fece coraggio, mordendosi le labbra.
"Né l'uno né l'altro...volevo proporti una tregua. Cancellare tutto e riiniziare da capo."
Lui la fissò perplesso, i capelli umidi e spettinati che gli ricadevano sul viso.
"Vorrei chiederti di aiutarmi ad indagare sull'omicidio di quella ragazza. Voglio sapere. Tu hai sempre sospettato di Tom...voglio sapere perché."
Christian sospirò, pettinandosi i capelli indietro con le dita. E infilandosi la felpa.
"Hermione... Preferirei non... "
"Tu sai qualcosa! Qualcosa che mi tieni nascosto. Dimmi cos'è. Ti prego. Farò qualsiasi cosa..."
Lui la guardo', gli occhi colmi di timore e speranza. "Questo me lo hai già detto una volta... Non è finita bene...".

Hermione  sentì una morsa nello stomaco. Aveva evitato con tutta sè stessa di ripensare a quel bacio, ma ora, chiusa in quella stanza con Christian, con il suo profumo  che saturava l'aria e i suoi occhi di ghiaccio inchiodati nei suoi ,  il ricordo del bacio  era vivido nella sua mente.

Si sentiva terribilmente in colpa.

Cercò di scacciare quel ricordo dalla mente.

"Hermione, mi dispiace." Disse lui con un filo di voce, abbassando lo sguardo a terra.

"Non avrei mai dovuto ricattarti in quel modo, quel bacio è stato... insieme meraviglioso e terribile. Perchè sapevo che non stavi baciando me, ma lui."

Hermione lo guardò, vide la sofferenza nei suoi occhi, i muscoli delle braccia tesi, la mascella contratta. Per la prima volta provò compassione per lui. 

"Ti perdono." Sussurrò.

Lui sollevò lo sguardo su di lei, incredulo.

"Se non ti avessi illuso, se non ti avessi incoraggiato... non mi avresti mai chiesto di baciarti.Quindi ti perdono... per il bacio. Ma tu mi hai mentito. E non posso perdonarti per la bugia che mi hai detto." 

"Bugia? Quale bugia?"

Mi hai detto che Tom era l'unico assente quella sera, in Sala Grande. Eppure anche tu non sei arrivato che pochi minuti prima che Silente desse l'allarme."

Le guance di Christian si imporporarono, gli occhi sgranati.

"Hermione..."

"Come posso fidarmi di te? Hai sempre accusato Tom. " Ora la voce le tremava di rabbia "Sei un bugiardo!"

"Hermione basta!" Gridò Christian fuori di sè afferrandola per le spalle.

Hermione sussultò e lo fissò sgranando gli occhi.
"
"Vuoi proprio sapere perché l'ho sempre accusato? Perché non ti ho detto che quella sera ero arrivato in ritardo?"

Il tempo sembrò fermarsi, così come il suo respiro. Cosa le stava per rivelare? Di essere stato sempre posseduto dal diario?

"Perché ho visto!" 

Gli occhi color ghiaccio la guardavano colmi di timore, timore per la sua reazione.

"Cosa?"

"Ho visto Tom quella sera. avevo appena terminato la punizione e stavo per raggiungere gli altri a cena.L'ho visto che baciava Pansy Parkinson in biblioteca."

Hermione restò a bocca aperta. 

"No. No non ha alcun senso. " Scosse decisa la testa.

"è così Hermione te lo giuro.
Ero furioso per come ti stava trattando. Prenderti in giro a quel modo...
Per questo ti ho scritto quel biglietto.
Volevo che il bastardo ci vedesse insieme, che soffrisse ... che assaporasse un  pò della sua stessa medicina..."

Hermione non poteva crederci. "Allora se sapevi che era un bastardo perchè non mi hai detto niente? Perchè aiutarmi a cercarlo quando Silente ha dato l'allarme?"

"Te l'ho già detto una volta!Perchè non volevo che ti si spezzasse il cuore!! E inoltre se te lo avessi detto in quel momento tu non mi avresti creduto e saresti andata lo stesso a cercarlo. Volevo proteggerti,dalla belva che si aggirava per il castello ...e da lui."

Hermione lo guardò attraverso la nebbia delle sue lacrime.

"Lui è innocente! Il solo fatto che si stesse baciando con quella sgualdrina non lo trasforma improvvisamente in un assassino! " Prese fiato inalando lentamente aria nei polmoni.Christian scosse la testa incredulo.
"Davvero? Davvero non ti importa che avesse la lingua ficcata in bocca a quella Serpeverde? "
" Certo che mi importa! Sono furiosa, ferita!! Ma eravamo separati allora..."
Lui la guardò con una smorfia di disgusto che gli stirceva le labbra carnose.
"Non ci credo. Tu lo difendi ancora. Gli trovi ancora delle attenuanti, sei ancora convinta della sua innocenza, nonostante le prove schiaccianti..."
Hermione strinse i pugni con il fiato accellerato.
"E tu invece sei sempre pronto a crocifiggerlo!Il fatto che stesse baciando Parkinson non fa di lui un assassino! Anzi, potrebbe addirittura essere  il suo alibi ..."  Parlava più a se stessa che a Christian, che ora la fissava orripilato.
"Cosa che invece non hai tu." Sibilò furiosa.










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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2023 ⏰

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