Capitolo 24

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Il fatto che quel giorno le lezioni fossero state sospese dopotutto  andava a suo vantaggio.
Tutti gli studenti erano nelle sale comuni delle loro Case, a parlare concitatamente degli oscuri avvenimenti della sera prima.
Non le fu difficile sgattaiolare fuori dal castello e raggiungere senza farsi notare  l'entrata del passaggio segreto dove un tempo c'era il Salice picchiatore.
Quando raggiunse la botola che portava alla Stamberga Strillante era già l'una di pomeriggio.
Aveva sgraffignato un paio di panini al burro dalle cucine e non vedeva l'ora di condividerli con Tom.
Risalì la scala a chiocciola che portava nel salone principale e lo trovo' vuoto.
"Tom?" Chiamò col cuore pesante.
La sua voce riecheggiò nel grande salone disadorno.
Su una poltrona arancione scarico, giaceva il mantello e la camicia di Tom.
Hermione si avvicinò, e un nodo le serrò la gola quando vide che la camicia era sporca di sangue.
Trattenne il respiro, portandosi la mano alla bocca. Un ansia terribile le attanagliò le viscere.
Corse lungo il salone fino all'ingresso del corridoio che portava alle stanze della servitù e alle cucine.
Nell'oscurità vide una luce provenire da una stanza in fondo al corridoio.
D'istinto tirò fuori la bacchetta, il cuore che batteva forte.
Sentì il rumore di acqua corrente, e un odore acre, come di ruggine .
Aprì con un calcio la porta puntando la bacchetta davanti a sé, pronta a colpire.
La bacchetta le cadde di mano per il sollievo quando vide che nella stanza da bagno fatiscente c'era solo Tom, apparentemente tutto intero, chino su un vecchio lavabo, con un braccio sotto il getto dell'acqua.
Lui si voltò stupito, ma appena la riconobbe un largo sorriso illuminò il suo volto.
Hermione in quel momento noto' un lungo taglio che scendeva  dal gomito fino alla mano e che tingeva di rosso l' acqua che scorreva giù  nello scarico.
"Non ti aspettavo così presto! "  Esclamò lui sorridendo, come se niente fosse.
"Tom!" La sua voce rimbombo' stridula lungo le pareti.
Si avvicinò rapida a lui, esaminandogli il braccio.
"Cosa ti è successo?! Sei ferito!"
Lui  alzò le spalle. "Non è nulla."
Una smorfia di dolore trattenuta a stento però deformò il suo viso perfetto.
"Sto bene. Davvero è  solo un graffio"
Non sembrava solo un graffio, sembrava un taglio profondo.
Senza fare altre domande, Hermione raccolse da terra la sua bacchetta e la punto' sulla ferita di Tom.
"Epismendo!" Esclamò, e all'istante quella smise di sanguinare.
"Wow!" Esclamò Tom, passando le dita sulla ferita ormai quasi rimarginata. "Questa me la devi assolutamente insegnare!"
"Ma come hai fatto a..."
Lui la interruppe, il volto improvvisamente cupo.
"Cosa hai scoperto al castello? Mi stanno dando la caccia?"
Hermione venne presa alla sprovvista da quel repentino cambio d'argomento. Non era pronta psicologicamente per parlare di quello che era accaduto al castello. E non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di farlo.
Scosse debolmente la testa,
"No, nessuno sospetta di te...non ancora. Per questo dobbiamo tornare..."
Lui sgranò gli occhi verdi pieno di stupore.
"Come è possibile? La ragazza ha indicato il vero aggressore?"
"No, lei... lei è morta"
Il terrore balenò negli occhi di Tom
"cosa? No! Io....credevo  di averla salvata!"
"È stato il veleno. Qualsiasi cosa le abbia procurato quella ferita ha anche avvelenato il suo sangue." Tom scosse la testa, le sopracciglia corrucciate.
"Va tutto bene Tom..." Mormorò lei accarezzandogli una guancia.
Lui la guardò attonito, scuotendo la testa."No, non va tutto bene. Hermione non capisci?Black mi denuncerà di sicuro. Stava quasi per farlo ieri sera! Non ricordi come mi ha guardato?"
Chiuse gli occhi e si passò le mani sul viso, un gesto che faceva sempre quando era esasperato.
" Non posso tornare, non potrò tornare mai più!" Il suo viso era una maschera di angoscia e sofferenza, gli occhi arrossati e lucidi.
Hermione detestava vederlo soffrire così, era come quando temeva di essere espulso da Hogwarts a causa della scazzottata con Cam... Era chiaro che amasse profondamente quella scuola, era stato il primo luogo che forse aveva chiamato "casa" quando, a soli undici anni, aveva finalmente abbandonato l'orfanotrofio.
"Possiamo tornare Tom!Christian non dirà nulla! Me lo ha promesso. Abbiamo ...una specie di accordo."
Avrebbe voluto raccontargli tutto.
Di come Christian l'aveva minacciata di raccontare tutto a Silente,  di come l'avesse ricattata....di quanto fosse costato il suo silenzio... Ma gli occhi di Tom si riempirono all'istante di sospetto e odio, e le parole si bloccarono in gola.
"Lui te lo ha promesso? Che tipo di accordo?"
Hermione arrossì, e maledisse se stessa per essere una bugiarda così pessima.
"Vedi, credo che avessi ragione sul fatto che io...ecco che un po' gli piaccio."
I muscoli della mascella di Tom si contrassero.
"Cosa è successo stamattina Hermione? Dimmelo!"
Hermione sentì gli occhi pizzicarle,
Il ricordo del bacio di Christian si affacciò dolorosamente nella sua mente e le pesava sul cuore come un macigno.
"Lui, mi ha promesso che non avrebbe detto nulla a nessuno, che non avrebbe raccontato quello che ha detto quella ragazza prima di perdere i sensi...ma ha anche detto..."
Tom pendeva dalle sue labbra, gli occhi furibondi le ordinavano di proseguire.
"Cosa? Parla Hermione! "
Tom la prese per le spalle, obbligandola a guardarlo negli occhi.
"Ha detto che è innamorato di me." A quelle parole lui la strinse, gli occhi folli di gelosia.
"Non voglio che si avvicini più a te, hai capito Hermione?"
"Tom...mi stai facendo male!"
balbettò lei, gli occhi lucidi di lacrime.
Lui spalancò gli occhi orripilato da se stesso e la lasciò all'istante.
"Io... Non volevo. Hermione"
Poi indietreggiò e scivolò giù con la schiena lungo la parete sedendosi a terra, il viso nascosto nelle mani.
"Tom." Lo chiamò Hermione. "Per me lui non significa niente!"
Come faceva a proseguire il suo racconto se soltanto il fatto che Christian si fosse dichiarato lo aveva stravolto così? Come avrebbe reagito se gli avesse raccontato del bacio?
Hermione rabbrividì. Probabilmente Tom l'avrebbe ammazzato, Christian Black.
Seguì un lungo silenzio, poi Tom emise un lungo sospiro , le mani affondate nei capelli scuri e spettinati.
" Sai come mi sono ferito alla mano?" Esordi' cogliendo Hermione alla sprovvista.
Il suo sguardo era inespressivo, perso nel vuoto, la sua voce monocorde.
Il volto di Tom si sollevò verso di lei, ciuffi di capelli selvaggi ricadevano sui suoi occhi verdi disperati,lucidi di lacrime.
"Ho dato un pugno a una vetrata."
"Tu cosa? Perché?"
Un sorriso triste e forzato piego' un angolo della sua bocca. " L'autocontrollo non è il mio forte. Non riuscivo a smettere di pensare a te che tornavi al castello, a Black che ti avrebbe detto di non fidarti di me, ..."
Hermione sentì il cuore restringersi dolorosamente nel petto.
"...temevo che avrebbe potuto convincerti. E che non saresti tornata mai più."
In condizioni normali si sarebbe arrabbiata con lui, si sarebbe indegnata per quella mancanza di fiducia, ma in quel momento non provava altro che senso di colpa.
"Tom..." Mormorò, mentre calde lacrime le  scendevano lungo le guance.
"Tom io ti amo. Non ti abbandonerò. Nulla potrà cambiare i sentimenti che provo per te."
Era la verità. Lo amava così tanto che faceva male.
Tom la studiò per un tempo che le parve interminabile, la mascella contratta, poi, il suo volto si rilassò. "Lo so. Scusami." Sorrise debolmente. "Sono troppo geloso. Ma dovrò imparare ad accettare il fatto  che i ragazzi ci provino con te continuamente... Sei così bella..."
Si avvicinò a lei e le cinse i fianchi con le mani.
"Scusa  se ho dubitato di te. Ti amo." Le sussurrò, gli occhi allacciati ai suoi, le lunghe ciglia scure che sbattevano come ali di farfalla.
Hermione deglutì, il cuore impazzito.
"Sei tutto per me. E se dovessi perderti io ... Se qualcuno ti portasse via da me,non so cosa sarei capace di fare. "
Hermione tremò. Non avrebbe mai voluto mentirgli, ma in quell'istante si rese conto che non poteva raccontargli la verità.
Non avrebbe fatto tornare il suo lato oscuro, non avrebbe fatto ripiombare il buio nei suoi occhi.
Non  a causa di un bacio estorto con l'inganno, un bacio che non significava nulla per lei.
Senza esitare, poggiò una mano sulla sua guancia, e Tom sollevò gli occhi color giada sul suo viso, come se fosse tornato da un luogo distante mille miglia.
"Sono qui. Con te. Non andrò da nessuna parte. Non ti lascerò."
Tom fece un sorriso dolce.
Poi la strinse a sé e inspirò a fondo il profumo di lei, il volto affondato nei suoi boccoli castani
Lei restò lì, godendosi quell'attimo di pace in mezzo alla tempesta.

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