Capitolo 27

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Questo capitolo è il primo che scrivo dal punto di vista di Tom. Spero vi piaccia!

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Dannato.
Ecco quello che meritava, di essere dannato per l'eternità.
Tom si passò la mano fra i capelli scompigliati che gli ricadevano sulla fronte madida di sudore.
Si era risvegliato nel cuore della notte in preda a un incubo orribile.
-Tutto quel sangue...- pensò inorridito.
Il cuore gli pompava nel petto e nelle tempie a un ritmo forsennato.
Le immagini del sogno erano ancora vivide nella sua mente.
Immagini di morte, a cui lui assisteva soddisfatto, mentre una creatura mostruosa, il basilisco, si avventava crudele sulla carne di quella ragazza innocente.
- è stato solo un sogno- si ripete' nella mente.
Solo un sogno.
Perché lui sapeva la verità, non era stato lui a commettere quell'omicidio orrendo.
No,no...no!Non poteva essere stato lui. Non avrebbe mai voluto...
Ma a quel pensiero si morse le labbra e sentì in bocca il sapore metallico del sangue.

In realtà c'era stato un tempo, nel lontano passato in cui aveva progettato di trovare la leggendaria "Camera dei segreti".
Era stato ossessionato da quel racconto per molto tempo.
Sapeva che al suo interno era rinchiusa una creatura mostruosa, posta lì a protezione del suo antico lignaggio di Mago, dal capostipite della sua famiglia, Salazar Serpeverde.
Aveva a lungo desiderato di addentrarsi in quel luogo leggendario per procurarsi un alleato così potente come il mostro che vi soggiornava. Ma questo era ...prima.
Prima di lei.
Lei, che aveva cambiato tutto, che si era insinuata nella sua vita travolgendola come un fiume in piena.
Lei, che lo aveva portato all'esasperazione, alla follia... Ma che lo amava, nonostante tutto e tutti.
Tom chiuse gli occhi dalle lunghe ciglia corvine. Come succedeva spesso, una vocina nel suo cervello iniziò a tormentarlo.
Come poteva amarlo? aveva letto il suo diario, sapeva il male che albergava in lui.
Nel futuro aveva visto con i suoi occhi quello che sarebbe potuto diventare.
Eppure lo aveva accettato, così com'era, il buio e la luce...tutto il pacchetto .
Avrebbe potuto avere di meglio.
Un ragazzo dolce, senza cicatrici nel cuore, con l'anima immacolata e trasparente, un ragazzo come Ron.
Al solo pensiero gli si torcevano le budella.
Il ricordo del loro arrivo ad Hogwarts, nel giorno dello smistamento, il modo in cui il ragazzo dai capelli rossi la aveva guardata... aveva risvegliato in lui il desiderio di schiacciarlo come uno scarafaggio.
Ma questo era niente rispetto a quello che avrebbe fatto a quel Black.
Strinse i pugni così forte da conficcarsi le unghie nella carne.
Quel belloccio idiota con quel ghigno arrogante e gli occhi di ghiaccio, Dio solo sa cosa avrebbe potuto fare ad Hermione se lui fosse stato arrestato per l'omicidio della ragazza...
Ed Hermione, avrebbe ceduto alle sue lusinghe?Se lo avessero rinchiuso ad Azkaban, era certo che Black si sarebbe approfittato di lei, la avrebbe consolata, mostrandosi un amico sincero, la avrebbe ingannata.
A quel punto Hermione, la sua Hermione, avrebbe aperto il suo cuore a quel figlio di puttana e avrebbe permesso a quel verme di baciarla, di toccarla...
- Basta!-
Doveva smetterla, finire di torturarsi con quei pensieri.
Nel dormitorio Serpeverde l'aria era stagnante e umida come in una tomba.
Aveva bisogno d'aria.
Si alzò dal letto e si tolse la t-shirt nera che indossava per dormire, ormai bagnata fradicia di sudore, e si infilò il mantello della divisa scolastica a mo' di vestaglia.
Raggiunse la sala comune ,vuota e silenziosa a quell'ora di notte.
Quando arrivò davanti al focolare, appoggiò le mani sulla spalliera di una poltrona verde acido, fissando le braci con sguardo assente.
Un rumore lo fece sobbalzare.
-Riddleton- una voce stridula lo colse di sorpresa.
Si voltò.
Una ragazza dai capelli neri e la faccia strafottente lo fissava in maniera sfacciata.
Non ricordava il suo nome- forse Parkinson?- era sempre insieme a quel Malfoy e di solito pendeva dalle sue labbra.
Ma ora fissava lui -o meglio il suo petto nudo- sbavando come un cagnolino.
Tom si schiarì la voce.
-scusa, credevo di essere solo...- mormorò cercando di chiudere la divisa e passandosi una mano fra i capelli scompigliati.
-Oh non ti scomodare bello, puoi restare pure così ,apprezzo il tuo bel fisico muscoloso e sudato che luccica alla luce delle fiamme...-
Tom corrugò la fronte perplesso. Quanto poteva essere patetica questa ragazza?
Lei si avvicinò, giocherellando con i capelli tra le dita.
- Sai, molti sospettano ormai di te...- sussurrò con voce suadente.
-hanno scoperto quello che hai fatto Tom...-
Tom si conficcò le unghie nei palmi e la fulminò con lo sguardo.
-Non sono stato io!- sibilò furente.
-Oh andiamo Tom...- ridacchiò lei avvicinandosi ancora di più.
-lo sappiamo entrambi quello che hai fatto l'altra sera, e anche quello che è successo dopo ...- mugulo' lei con aria sognante.
-mmm ...sento ancora le tue mani su di me... -
Tom indietreggiò sconvolto.
-Cosa diamine stai dicendo!?-
Pansy lo fissò con un espressione a metà fra lo stupito e l'offeso .
- Smettila di recitare la parte del santarellino. Non ti si addice sai?-
Tom sentiva il cuore martellargli nelle tempie , il fiato mozzo. Così le sue più oscure paure avevano un fondamento? Era stato lui ? Come era possibile, se non ricordava nulla di tutto ciò?
-No, non è possibile. Io non avrei mai...-
Pansy si avvicinò a lui
- Basta con questa sceneggiata Riddleton. L'altra sera quando ti ho visto fuori dal bagno dei prefetti con le mani insanguinate mi hai detto che sarebbe stato il nostro piccolo segreto, subito prima di infilarmi la lingua in bocca...- così dicendo si chinò verso di Tom e gli leccò il collo.
Lui si retrasse inorridito.
Pansy lo fulminò con lo sguardo.
-ma a quanto pare, quella lurida sanguemarcio della Granger ti ha fatto il lavaggio del cervello! Cosa ti ha detto? Che tu sei migliore di così? Che puoi essere salvato? Palle! Io lo so chi sei Riddleton.
Ho visto la luce oscura nei tuoi occhi quando hai ucciso quella stupida ragazzina!-
Tom la fissava orripilato, incapace di rispondere.
- Ma cambierai idea...hai bisogno di me, del mio silenzio.
Cosa direbbe la piccola e dolce Hermione Granger se sapesse la verità? -
-Non osare ...- La fulminò con lo sguardo,e per un attimo lei esito' intimorita.
Lui si avvicinò a lei e gli sussurrò nell'orecchio.
-Non dirle niente o giuro che ti ammazzo.-
-mmmh... Eccola qui la rabbia, il potere, la crudeltà... Così mi piaci... -lui la guardò spiazzato.
-Tranquillo, non dirò niente a nessuno, a patto che tu la smetta di scoparti quella Hermione Granger... Sai sono abbastanza gelosa...-
-Io mi scopo chi mi pare e piace!-
Esclamò lui rabbioso .
Lei ridacchiò.
- Davvero Riddleton? Sei disposto a correre il rischio che lei sappia la verità?
Tom tacque attonito .
Non avrebbe mai sopportato che Hermione sapesse la verità su di lui, quello che lui in fondo al cuore aveva sempre saputo: che era marcio. Insanabile. Il male dentro di lui non si sarebbe mai potuto estirpare. Non sarebbe mai stato degno di lei. Mai.
Eppure non poteva rinunciare a lei, al suo amore, per quanto immeritato che fosse.
Non poteva vivere senza Hermione.
-Non le dirai niente. Farò tutto quello che vuoi. Ma non le dirai niente.-
Pansy ridacchiò soddisfatta.
-Molto bene. Ora però sono stanca... Ci vediamo in giro, Riddleton. Molto presto voglio essere ricompensata della mia lealtà.
Il prezzo del mio silenzio è alto, e io sono molto volubile... -
Così dicendo gli scoccò un bacio in aria e si avviò verso il dormitorio femminile, lasciando Tom nell'oscurità e nella disperazione.








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