f.p.
jack non era sconvolto, anzi, pareva felice della mia confessione.
"wow finn, ti sei sfogato. ti va di dormire con me?"
"no, c'è si, ma no"
"si o no?"
"si, okey. Ma non vorrei darti...problemi"
"finn ma ti prego, dobbiamo solo dormire"
"si, esatto."non so se mi stava prendendo in giro, ma non riuscivo a capire le sue intenzioni. Mi provocava senza nemmeno saperlo, mi diceva determinate frasi che mi facessero pensare a quanto lui potesse esse gay, a quanto potrebbe essere la persona della mia vita. Vorrei tanto potergli dire cosa provo e quanta voglia io ho di baciarlo e di stringerlo a me, nessun pensiero impuro su di lui, nessuno. Non mi veniva nemmeno l'idea di farci sesso, come succedeva quando guardavo una ragazza. le ragazze hanno un bel corpo e delle tette,ma non sono niente per me in confronto al corpo maschile. non sono razzista verso il genere femminile, ma io personalmente la penso in questo modo. Jack mi ha detto che farò sempre parte della sua definizione di perfetto, ma non so cosa dire, che definizione di perfetto lui ha? non sono per niente un tipo che scherza sull'amore, sui propri sentimenti. mentre jack mi abbracciava forte, nel letto, mi venne in mente un episodio di molti anni prima.
ero alle medie, precisamente in terza media. avevamo la gita di tre giorni fuori sede. come al solito, mia madre non era d'accordo, ma grazie a mio padre sono andato in gita, con il mio migliore amico dell'epoca, con cui ho perso tutti i contatti adesso: Noah. Biondino, ed era talmente tenero che sembrava una tenera bambola. Non mi piaceva, ma in lui vedevo un punto di riferimento. Stavamo sempre assieme e per questo prendevano in giro anche lui. nella stanza dell'hotel avevamo due letti separati, ma la maggior parte delle volte ci siedevamo entrambi sul suo letto per parlare dei nostri giochi preferiti. Lui adorava il cubo di rubic, infatti uscito dalle medie ha frequentato il liceo scientifico, a me invece piaceva tanto giocare con la polaroid giocattolo. Era in pratica la cosa con cui passavo la maggior parte dei miei weekend, ed ho sempre voluto diventare fotografo. in confronto i nostri compagni non avevano ben chiare le idee sul loro futuro, ma io e noah stranamente si.
La seconda sera c'era un forte temporale fuori, Noah aveva sempre avuto paura dei temporali e della pioggia forte, per un trauma che aveva avuto da bambino. Mi ricordo che in piena notte lui singhiozzava, abbracciando forte il suo cuscino con la federa blu e verde. Io mi svegliai per colpa di quel singhiozzo strozzato dal pianto, e lo andai ad abbracciare, sostituendomi a quel bruttissimo cuscino. Lui mi strinse forte, e poi mi disse di rimanere a dormire con lui. all'epoca ero troppo piccolo per pensarlo, ma ricordo che ero entusiasto all'idea di dormire con lui.Jack era abbracciato a me e mi coccolava i capelli con una mano, il che mi rendeva difficile non provocarmi altre reazioni...
al mattino mi svegliai ancora abbracciato a lui, ma con un movimento poco gentile, spostai la mano e mi stropicciai gli occhi, infastidito da me stesso e da quello che stavo facendo a Jack. non volevo fargli capire che lui mi piaceva, che mi provocava alcune reazioni, che mi faceva arrivare l'elettricità del suo tocco ovunque. quando si svegliò, gli diedi un secco "buongiorno", lui invece nemmeno quello.
alla prima ora di quel giorno, avevamo geostoria, una materia noiosissima. pensai a quanto comunque dovessi far finta di essere un semplice amico, così cercai di parlare con Jack, cercando un argomento abbastanza intrigante, ma lui non mi rivolse nemmeno lo sguardo.
alla seconda ora avevamo matematica, e dovevamo cambiare aula. Addirittura arrivati lì, Jack si sedette di fianco ad una ragazza di nome emmy, il che mi faceva solo stare uno schifo. iniziai a pensare di essere la causa del comportamento di Jack, ma ogni tanto, ora, mi lanciava sguardi che cercavano di comunicarmi qualcosa. Alla terza ora Jack disse alla prof di poter andare in bagno urgentemente, ovviamente seduto ancora vicino alla ragazza, e nascondendosi dietro i capelli di quest'ultima, mi fece capire che dovevo raggiungerlo lì.
dissi alla prof che dovevo andare a prendere qualcosa alle macchinette, che stavano tre piani più sotto. Lei mi disse solo di fare presto, così corsi nei bagni.
"Jack, che hai stamattina?"
"volevo parlarti in modo chiaro Finn, una volta per tutte."
stava per sputare fuori quel famigerato segreto che nascondeva a tutti?
"certo, dimmi"
"mi piacciono i ragazzi..."
Jack abbassò lo sguardo, inorridito da se stesso.
"ehi, fa niente, io ti capisco, credimi"
era così difficile la sua vita, ed ora, così su due piedi, si era appena distrutto il cuore con le sue stesse mani.
"jack, tu sei la mia definizione di perfezione"
Gli dissi, accennando un leggero sorriso, più che vero. jack alzò il capo e mi guardò le labbra.
"scusa per ieri sera. non volevo metterti a disagio"
"Jack, va bene, e poi non mi hai messo a disagio."
"io...so che sembra stupido, ma credo che...tu possa realmente capirmi."
"grazie" risposiuscimmo dal bagno e tornammo in classe, io ovviamente mi subì una cazziata di quelle imbarazzanti dalla prof. La giornata riprese ad essere normale, jack ed io avevamo risolto quel leggero problema che c'era tra di noi, e emmy aveva smesso di farsi domande sul perchè -quel figo di jack- si fosse seduto vicino a lei. credo che avesse capito che per lui, lei non era un cazzo.
alla mensa, presi la pasta, che faceva davvero sbavare al solo odore. Jack era impacciato con me, parlava poco ed era silenzioso. Non nascondeva più niente ora, che cosa lo rendeva così impacciato?alla sera andammo a prenderci una birra come nostro solito, anche se iniziava a disgustarmi quel sapore costante nella mia bocca, così io presi un moito, con quella menta che dava alle mie papille gustative una rinfrescata. Jack si prese la solita corona.
"allora finn, tu credi che il barista sia figo?"
"nah, a me piace un altro tipo di ragazzo"
"wow, e chi sarebbe il tuo tipo?"
avevo aperto la bocca fin troppo, ma da quella situazione era semplice uscire
"non lo so, ma di sicuro non lui"
boom, avevo fatto centro, e jack non sospettava niente.
"wow, beh io ho un tipo di ragazzo preciso, ma lo terrò per me ancora un po'. "
"è pur giusto"
fingevo di essere disinteressato, ma non feci a meno di pensare a quell'affermazione, fino alla giornata in cui avremmo fatto le foto per il contest, prova uno:l'uomo e la mente.

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𝓲𝓵 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓰𝓷𝓸 𝓭𝓲 𝓼𝓽𝓪𝓷𝔃𝓪
Fanfiction{completa} Finn, un ragazzo come gli altri, per il divorzio dei genitori, è costretto a cambiare citta, andando a Los Angeles. Andrà in un college prestigioso per diventare fotografo, e avrà un compagno di stanza, Jack,che frequenta gli stessi corsi...