Capitolo 3:proporzioni

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f.p.
Scendemmo alle 22 per andare al bar poco lontano dal college per prenderci una birra.
Avevo già bevuto prima, ma non mi ero mai ubriacato, e non potevamo comunque farlo, dovevamo tornare sobri.
Jack indossava un pantalone nero ed una maglia a striscie, con una giacchetta nera.
"mi sento proprio bello stasera. Ti va di farmi una foto?" mi chiese, sempre con un tono da menefreghista.
"certo...mettiti qui"
Presi il telefono e feci una foto a jack, normale e in bianco e nero.
"preferisco in bianco e nero"
La guardai meglio:era davvero la migliore.

Non pensavo di essere così bravo a fare le foto, guardai la precisione del taglio e dell'inquadratura, ma dopo mi focalizzai sul volto di jack

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Non pensavo di essere così bravo a fare le foto, guardai la precisione del taglio e dell'inquadratura, ma dopo mi focalizzai sul volto di jack.
in quella foto era particolarmente venuto bene, aveva un leggero sorriso alle labbra che toglievano l'aspetto e l'aria da menefreghista che aveva.
I suoi occhi dritti nell'obbiettivo della telecamera del telefono, sembrava che mi stesse guardando dal telefono.
particolarmente visibili le lentiggini che gli coloravano un po le guancie e il suo bel naso, grande quanto basta.
la sua faccia praticamente perfetta spaccava lo schermo.
"ehm...è tutto okey finn?"
"c-certo. stavo guardando la foto. non mi era mai venuta bene una foto in bianco e nero ad un ragazzo."
"le ragazze vengono bene in ogni tipo di foto. ma grazie, credo che sia un complimento"
"lo è" dissi timidamente.
Si era un complimento.
Aveva un bellissimo viso, un bellissimo corpo, era un bel ragazzo.
Andammo nel bar e prendemmo due corona.
Jack era "cliente abituale" per loro.
"perché sei un cliente abituale?"
"vengo spesso"
Non aveva voglia di dirmelo.
decisi di non avere alcun tipo di reazione, di trattenere la mia voglia di sapere, e lui non aprì bocca a riguardo.
"vieni sempre solo?" dissi
"no"
non voleva parlare nemmeno di questo?
"e con chi venivi qui?"
"di solito venivo con un ragazzo, un altro compagno di stanza."
"ah...scusami se ho preso il suo posto"
"a me fa piacere, mi stava sul cazzo. avrei potuto strangolarlo per le sue domande stupide e insulse"
"che intendo per domande stupide e insulse jack?"
"non faceva altro che guardare le ragazze e mi parlava di quanto se le sarebbe volute trombare, poi se le faceva mentre io ero nel letto. si portava le ragazze nel college e la mattina dopo era compito mio riportarle fuori"
"e tu accettavi senza controbattere?"
"certo che controbbattevo. Questo me lo ha fatto lui per averlo affrontato"
Alzò il braccio e mi fece vedere una cicatrice abbastanza evitente sul polso. Aveva un forma come quella si una vagina, il che era disgustante e rivoltante, ma ad uno sguardo più attento, si vedeva un cerchio leggero in mezzo a quei due semiovaloidi.
era un occhio.
quasi quasi era un'opera d'arte fatta su un polso.
"avrà fatto male"
"non faceva tanto male allora. mi ha prestato una delle sue fighette. ma non ci ho fatto niente. mi fanno schifo le donne prorompenti"
"anche a me..."
"fanno vomitare"
I gusti sono giusti ed in questo eravamo praticamente uguali.
"forse sarebbe meglio finire la birra"
"finn, sta calmo. abbiamo tempo"
Jack prese un altra birra.
"ti ubriacherai"
"no. stai tranquillo"
non potevo stare completamente tranquillo, la tenzione si sentiva mentre Jack si scolava piano e a sorsi quella birra.
Guardai meglio Jack.
in fondo capivo perché le ragazze lo amassero sotto sotto, ma non capivo perché se doveva fare qualcosa, non la faceva.
"Jack, hai mai fatto sesso?"
"no. tu?"
"no."
"ne hai mai leccata una? tipo i preliminari?"
"no, ew, Jack!".
Era rivoltante il solo pensiero.
"hai mai avuto dubbi sul tuo orientamento sessuale?"
"ma non ero io quello delle domande, Jack?"
"sono solo curioso"
"no. sono etero."
"ne sei sicuro?"
In effetti, guardavo spesso il comportamento dei miei amici, ed il mio era molto diverso.
Loro si eccitavano guardando un sedere mentre a me sembraba rivoltante un bel davanzale di qualche ragazza.
se mi sfioravano i pantaloni mi faceva schifo.
avevo un comportamento diverso, niente di strano.
ma iniziarono a venirmi dei dubbi.
"credimi, grazie a te Grazer, mi sono saliti dubbi davvero impressionanti"
"beh, è una fase di passaggio, appena capirai cosa vuoi allora andrà bene"
"gusto"
era intelligente e impressionante il suo modo di parlare.
si girò guardandomi con uno sguardo che cercava di mangiarmi l'anima, e poi sorrise spezzando quel aria da figlio di papà.
"vuoi un altro po' di birra?" mi chiede.
"no, grazie"
"un altra birra"
"ti ho detto di no"
"finn è per me"
"ancora?"
"si."
beveva tantissimo.
temevo che sarebbe tornato ubriaco.
"ma perché bevi così tanto?"
"lo faccio solo la sera prima dell'inizio delle lezioni e la sera dopo la fine degli esami. è per scaricare l'ansia e dormire di più"

tornammo in camera,e Jack era ubriaco ma non abbastanza.
tornammo nel limite dell'orario.
"jack ti avevo detto di non esagerare"
"finn sto bene. levati di dosso."
lo avevo sotto braccio.
Lui si mise a fare movimenti da ragazza nel bel mezzo del corridoio.
Gli feci un video, tanto per tenermi una perla del genere nella mia galleria.
"uh uh uh" diceva mentre scuoteva il suo sedere a ritmo di una musica che evidentemente rimbombava nella sua testa.
non stava ragionando, ma tanto eravamo soli e nessuno avrebbe detto niente.
entrammo nella stanza e Jack si svestì senza pensare al fatto che ci fossi anche io.
si cambiò tutto davanti a me. persino le mutande.
mi resi conto in quel momento di quanto anche un corpo maschile in una foto potesse essere bello.
quello delle donne era un conto, ma quello degli uomini era molto diverso.
sicuramente perfetto, con le dovute censure.
Anche se tutto del corpo di Jack mi pareva proporzionato al millimetro. ogni dimenzione, ogni spazio, era proporzionato.
ogni millimetro del suo corpo pareva essere stato creato su misura per lui.
"jack fai invidia all'uomo vitruviano"
"perché?"
"perché sei perfettamente proporzionato"
era un complimento un po troppo grande.
"grazie" era imbarazzato e anche io.
"ora mettiti anche tu il pigiama. domani abbiamo le lezioni"
Guardai l'orario.
mezzanotte e un quarto.
era passato solo un quarto d'ora.
mi era sembrata una cosa come un paio di ore,fino a che non mi misi nel letto, dormiente e assente.

𝓲𝓵 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓰𝓷𝓸 𝓭𝓲 𝓼𝓽𝓪𝓷𝔃𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora