Capitolo 12:violenza

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f.p.
mia madre sostava sulla soglia della porta a bocca aperta, come se avesse visto qualcosa di inaccettabile, il suo sguardo parlava chiaro, niente di più imbarazzante.
Jack ed io eravamo appena venuti, avevamo fatto sesso convinti che mia madre dormisse profondamente, dati i russi e i ronfi provenienti dalla sua stanza. ma no, non stava dormendo.
mi misi quasi a piangere. avevo deluso mia madre.

"mamma esci da qua!"

le dissi, come se fosse una minaccia, non rendendomi conto del fatto che il mio membro fosse ancora dentro Jack.
Jack infatti era rimasto immobile non potendo fare niente.

"ti aspetto giù per fare una bella chiacchierata"

lo disse in tono di rimprovero, ma non mi interessava, sarebbe andato tutto bene. spostai jack e ci rivestimmo entrambi, io scesi da mia madre che mi stava aspettando in salotto.
mentre scendevo, ripensai a quello che avevo appena fatto.
così risalì sopra da jack.

"jack, volevo solo dirti che qualsiasi cosa succeda non mi interessa, chiaro? mia madre capirà e se non lo farà meglio, andrò da mio padre,e tu verrai con me."
"non posso venire con te...da tuo padre"
"mio padre è sempre stato buono, l'ho sempre preferito a mia madre. abita vicino al nostro college, in una villa al centro di LA"
"ci penserò"
"va beh, io ora scendo da mia mamma. ah, un ultima cosa:ti amo" gli dissi baciandolo.
"anche io" mi disse lui sorridendo.

"eccomi mamma, che vuoi?"
"sei esattamente come tuo padre! mi fai schifo!"
"mamma calmati! sono tuo figlio!"
"mio figlio era un bravo ragazzo, che studiava e si impegnava a scuola ma soprattutto era etero e gli piacevano le ragazze"
"mamma ma ti sei mai chiesta perché le due o tre ragazze con cui sono stato duravo nemmeno una settimana?? perché loro volevo fare solo sesso, e soprattutto a me non attraeva per niente"
"sei proprio come tuo padre! uno stupido frocio!"

quella frase mi fece perdere un battito.
continuava a dire che assomigliavo a mio padre... ma perché avrebbe dovuto dare del frocio a mio padre? per quale stupida ragione? mio padre amava mia madre, la trattava bene, anche fin troppo. per questo ho sempre preferito mio padre, perché è sempre stato gentile e permissivo.

"che vuoi dire con frocio?"
"tuo padre mi ha tradita con un cazzo di uomo!"

il mondo mi parve pieno di colori in un attimo.
la maggior parte della gente si sarebbe disperata ad una notizia simile, ma io ero felice. non solo assomigliavo a mio padre d'aspetto ma anche di gusti. questo mi rendeva solo più fiero di me.

"non mi dispiace affatto! lui è stato con il suo VERO amore, non con una stronza che non sa cucinare!"

mia madre prese la cintura che aveva appesa in cucina nella collezione di cinture firmate che aveva.
quella era sempre stata la mia fonte di più grande paura.
da piccolo mia madre mi picchiava ogni volta che dicevo una parolaccia.
mio padre non lo sopportava.

"mamma, non lo vedi? sei una donna violenta!"
"tu meriti di essere punito, quanto male c'è in te??"
"quanto male c'è in me? IN ME? ma ti guardi? non sai cucinare, mangiavamo sei giorni su sette ad asporto, non riesci a rifarti una vita, ed ora vorresti provare a togliermi di mezzo?"
"sai che tu meriti questo!"

"la smetta!" Urlò Jack dalle scale.
"tu, brutto schifoso frocetto, cosa hai fatto a mio figlio!!!"

per la rabbia mia madre colpi con la cintura il fianco di Jack, talmente forte da farlo cadere a terra. Poi lo colpì ancora e stavolta lo fece di proposito tanto da farmi credere che lo volesse davvero picchiare a sangue.
Jack piangeva e urlava di smetterla, ma essendo l'unica casa abitata nel giro di tre isolati, non ci avrebbe sentito nessuno. Prssi il telefono e feci due foto come prova.

"MAMMA, SMETTILA!"

le dissi tirandole la maglia e facendola cadere a terra.

"sai mamma ho 19 anni adesso, tu ne hai molti più di me. ci vedremo in tribunale per aggressione, non solo verso di me, ma anche verso IL MIO RAGAZZO" scandì bene le ultime parole.
"no,tu non puoi farmi questo"
"in effetti posso farlo" le dissi mostrandole il telefono "stavolta non ti arriverà una domanda di divorzio, ma una bellissima denuncia. Spero che verrai arrestata e vivrai nel modo in cui tratti gli altri"

lei aveva le lacrime. poi provó a fare quello che faceva sempre quando ero piccolo, ed io ci cascavo sempre.
Ma adesso sono maturato.

"dai tesoro della mamma, sai bene che io sono buona e ci tengo a te."
"sta zitta"
"poi mi piace molto anche Jack"
"VADA A FARSI FOTTERE!" rispose Jack singhiozzando.

mia madre si alzò di nuovo tentando di prendere la cintura.
La prese e quando la stava per dare in piena faccia a jack, io mi misi sopra di lui, ricevendola sulla mia esile schiena. cacciai un urlo di dolore,di quelli forti.

"VAI A FARTI FOTTERE BRUTTA TROIA" dissi io a mia madre,che stranamente parve sorpesa.
"come mi hai chiamata frocetto?"
"COME MERITI DI ESSERE CHIAMATA, BRUTTA TROIA"

pochi mesi prima non mi sarei mai permesso di chiamarla in quel modo.

Con l'aiuto di Jack, la legammo ad una sedia con la stessa cintura con cui ci aveva picchiato. Prendemmo dalla cassaforte tutti i soldi di mia madre, anche quelli nascosi nel ripiano sotto la dispenza, quelli che lei chiamava "risparmi". poi prendemmo le cose che io e jack avevamo portato e le mettemmo nella valigia.
Grazie a dio avevo la patente.
presi le chiavi dell'auto di mia madre e le lasciai il motorino, poiché non sapevo guidarlo.

"bene mamma, guarda come me ne vado"
"no, non anche tu"
"sarai sola per il resto della tua vita. la prossima volta che ci vedremo sarà in tribunale con prove schiaccianti della tua violenza anche su qualcuno che non è tuo figlio."
"smettila sai che la mamma ti vuole bene"
"tu sei una sporca bugiarda"
le dissi.

io e jack uscimmo e andammo in macchina.

"ed ora?"
"andiamo da mio padre. vuole sempre che io vada da lui a santo stefano, quest'anno ci faremo anche natale."
"ma i regali da parte di..."
"mia madre non fa regali a me da anni."
"oh..."
"prendi il telefono dalla mia borsa. e anche dei fazzoletti, mi sanguina il naso"
"c-certo"

chiamai mio padre che rispose subito.

"ciao papà"
scoppiai in lacrime, come un bambino.
"cosa succede figliolo?"
"mamma, ha picchiato me e il mio ragazzo"
"il tuo ragazzo?!"
"si papà..."
"amore è tutto okey. l'indirizzo di casa mia già lo sai. io ti aspetto. ci sarò sempre per te. Ah rimane anche il tuo ragazzo, vero?"
"certo, ha picchiato anche lui e sta peggio di me..."
"certo...preparo la stanza allora. ti aspetto."

dopo due ore di viaggio arrivammo a casa di mio padre. il compagno ci aprì la porta.

"o mio dio, ragazzi state messi proprio male."

era muscoloso, proprio come mio padre.

"ragazzi, oh grazie al cielo siete vivi. Piacere, il papà di Finn"
"piacere m-mio"
"oh dio mio. Sam, vieni qui per favore?"
"da quando hai la badante papà?"
"da quando sono qui. potete rimanere tutto il tempo che volete chiaro? qui siete i benvenuti"
"vorrei abbracciarla mi creda, ma mi faccio del male solo se muovo qualcosa"
"ti capisco, comunque dammi del tu Jack."

Mio padre era sempre stato un grand uomo, ed ora la cosa migliore era che mio padre aveva un uomo al suo fianco con cui si trovava bene.
Alla fine mia madre poteva rimaner dov'era, l'avrei denunciata, mandando tutto alla polizia e forse non avrei nemmeno dovuto fare alcun processo penale, perché c'erano prove schiaccianti delle sue azioni.

"figlio mio sono fiero di te"
"grazie papà"

quelle parole dette sottovoce accompagnate da un abbraccio mi riportarono a quando ero bambino e piangevo per quello che mia mamma mi faceva.
ora eravamo solo io, mio padre, il compagno di mio padre e il mio ragazzo che da lontano mi sorrideva.

𝓲𝓵 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓰𝓷𝓸 𝓭𝓲 𝓼𝓽𝓪𝓷𝔃𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora