f.p.
ero fiero di me, di quello che avevo fatto, o meglio, di quello che avevamo fatto. niente di più bello, niente di più soddisfacente, niente di più rilassante. mi ero anche dimenticato, quasi, che in camera ora eravamo in tre e non più in due. avrei scopato ogni volta che ne avrei avuto bisogno, solo per sentire le urla di goduria di jack, tra l'altro sempre più acute verso la fine. ma, ora come ora, non avevo pensieri che mi frullavano in testa, ero stanco e rilassato, quindi non pensavo nè a Noah, nè a Sophia, nè alle voci che giravano su di lei. ero tranquillo.ne approfittai per andare a farmi una doccia, seguito anche da Jack. era la prima volta che facevo la doccia con un ragazzo. di solito, fino all'età di 16 anni e mezzo, nella doccia di casa mia c'erano solo delle ragazze, che tra l'altro mi disgustavano già da allora. per carità, erano belle, ma non mi interessavano, ecco...ero gay già all'epoca, ma non lo sapevo, o magari lo volevo negare a me stesso, e forse, per colpa della perfezione di jack,l'ho ammesso, sia a me che a lui...
"RAGAZZI,RAGAZZI!"
sentii urlare, conoscevo bene quelle urla, quel pianto strozzato che proveniva sempre dalla stessa bocca, ma stavolta era un pianto che mi comunicava tutt'altro che dolore e sofferenza.
era come se quelle lacrime fossero fonte di paura, di timore, e stavolta non verso qualcosa, come un temporale, ma verso qualcuno."RAGAZZI,VI PREGO!"
uscì dalla doccia, mi infilai velocemente le mutande, e vidi Noah appena fuori la porta con dei tagli abbastanza profondi sul braccio. erano tre e la loro composizione formava una grande N, come l'iniziale del suo nome. grondava letteralmente di sangue, ma non era il problema principale, fu quello che disse dopo che mi mise i brividi. conoscevo il mio amico, o almeno pensavo di conoscerlo.
"cazzo, che ti ha fatto quella puttana di sophia?"
"sophia? chi è sophia?"
"ma come chi è sophia, la ragazza con cui tu..."
"credp che ora sia in un mare di sangue."
"che intendi?"
"questo me lo sono fatto io. la mia vita fa talmente schifo che è meglio morire...o uccidere."lasciai noah lì dov'era e corsi alla stanza di sophia, la porta era semi aperta e la figura di sophia stesa a terra metteva i brividi. non era morta,il suo cuore batteva, ma i graffi, i tagli sul braccio appena fatti...che stavano a significare? sul braccio c'erano varie scritte ma quella che attirò la mia attenzione era -slut-,puttana.
era inciso come quella N sul braccio di Noah."sophia, stai bene?" che domanda di merda.
"scusami, ti sembra che io sto bene? quel tuo amico...fa davvero schifo."
"senti, di solito non è cosi..."
"smettila di dire cazzate, è proprio uguale a quell'omicida del padre."
"non dire stronzate, non farebbe del male a nessuno"
"questo le lo ha fatto lui, chiaro? impara a guardare i fatti prima di parlare."
"ho notato,ma ti prego, stento a crederci, e poi con le voci che girano"
"tu credi a quelle cose?"si, ci credevo.
"ovviamente no,ma solo che..."
"solo che un cazzo! ti pare che questo io lo possa fare agli altri, stronzo?"
"ti ho detto che non ci credo, andiamo in infermeria"J.p.
vidi noah messo male, con il sangue sul braccio...pensai che si fosse fatto male, ma quello che mi disse mi lasciò esterrefatto."senti, io voglio una cosa: voglio Finn, voglio farmelo, voglio che lui sia il mio ragazzo, tu sei una brutta femminuccia e finn non merita questa grande cagata" disse indicandomi.
"mi ama, questo mi basta"
"FINN AMA SOLO ME! sophia voleva fare sesso, per questo l'ho aggredita. se lo meritava, io voglio solo finn, lui è il mio ragazzo, da adesso"
"smettila di fare il coglione. lui non ti ama, mettiti in testa una cosa del genere." non avrei mai abbandonato finn, mai
"oh certo perchè te lo vuoi scopare tu, giusto?"chiaramente vero, erano i fatti, ma quello che mi aveva detto mi rimase impresso.
poi arrivò finn, con una faccia scossa. chiuse la porta, con calma."sophia mi ha detto tutto. non fare lo stronzo con me"
"io non farei mai lo stronzo con te, amore"si avvicinò pericolosamente a finn, gli prese il volto e gli diede un bacio...che mi distrusse il cuore, me lo strappò in vari piccoli pezzi, ma sapevo che non era colpa di finn.
finn dopo che Noah prese un po' di distanza gli mollò uno schiaffo in pieno volto, e un pugno nella pancia."ma che cazzo ti salta in mente?"
poi gli vidi gli occhi. erano annebbiati da qualcosa sicuramente, aveva le popille dilatate...che si fosse drogato? in fondo aveva passato un momento difficile. andai da finn e lo abbracciai, lo baciai con foga solo per fargli sapere che lo sapevo che non era colpa sua. le amare lacrime che scendevano sul volto di noah, e poi un flebile.
"mi dispiace, tanto"
"ti dispiace? mi hai detto che preferiresti uccidere, mi hai baciato, ma sei normale? cosa non va in te?"poi si tolse la maglia, e si girò di schiena, per farci vedere quello che non avevamo notato prima. tanti tagli sulla schiena che avevano bagnato la maglia che si trovava sotto la felpa di un rosso fuoco impressionante.
"preferirei uccidere, ma non qualcuno come mio padre, ma me stesso."
prese delle pillole dalla sua borsa.
"questi sono ansiolitici, queste altre sono per farmi dormire. la mia psicologa mi ha detto che le devo prendere...perchè sono una persona disturbata. poi mia madre è stata uccisa da mio padre, ora mio padre sconterà l'ergastolo a vita, non ho più niente. ho perso te finn, perchè forse provo qualcosa per te, qualcosa che non so se sia amore o solo voglia di scoparti, non lo so, e poi c'è jack, che è così una brava persona. io ho ucciso per venire in questo college, e ci sono durato solo una settimana. "
"noah...possiamo rimediare"
"rivoglio solo la mia famiglia."
"noah noi questo non possiamo dartelo"
"e allora è meglio che almeno raggiunga mia madre."noah era sempre stato veloce a correre, molto più di me e soprattutto di jack, che adorava solo il suo skate. noah correva con un coltello infilato nella tasta posteriore dei pantaloni, uno di quelli che si piegano, corse verso il campetto fuori dal college, dove da poco era caduta la neve dei primi di gennaio.
"ragazzi, mi dispiace, ma io voglio solo essere felice. ho passato tutto il periodo del liceo così, ora basta, non ce la faccio più."
"noah, no, noah...risolveremo tutto"quegli occhi, quel modo di fare, non lo avevo mai visto davvero, ma già in terza media si era chiuso molto in se stesso. stava già prendendo la cattiva strada del suicidio.
"finn, non ho più paura del temporale."
disse prima di lasciare la mano a me e a jack, correndo nel bel mezzo del prato, un po' lontano da noi, e con un coraggio che nessuna persona sana di mente ha si pugnalò dritto al petto, bagnando quella neve bianca di rosso vivo.

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𝓲𝓵 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓰𝓷𝓸 𝓭𝓲 𝓼𝓽𝓪𝓷𝔃𝓪
Fanfiction{completa} Finn, un ragazzo come gli altri, per il divorzio dei genitori, è costretto a cambiare citta, andando a Los Angeles. Andrà in un college prestigioso per diventare fotografo, e avrà un compagno di stanza, Jack,che frequenta gli stessi corsi...