Capitolo 24: biglietti

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F.p.
gli esami dopo quel giorno sembrarono essere perfino meno stressanti. Noah, dopo la sua morte aveva lasciato in me un vuoto incolmabile, un vuoto incolmabile, che nemmeno le mie medicine riuscivano a curare, ma quella lettera, quelle parole sulla sua tomba avevano cambiato tutto, e da quel giorno era cambiata ogni cosa. 

prima di tutto, sono stato lontano da Jack e dai miei amici per una -riflessione interiore- o almeno, era quello che diceva mia nonna. mia nonna aveva detto che avrei dovuto capire quali erano le mie prospettive per la vita. così sono stato via dal college nella settimana didattica di pausa, in cui prima degli esami orali, tutti i ragazzi avevano due settimane di pausa. la prima la passai al college per riepilogare le tesine delle varie materie, l'altra a casa di mio padre.

 mi sentivo spaesato in quella stanza a casa di papà, ma soprattutto mi mancava Jack. ma io dovevo farcela, dovevo passare questa settimana da solo per capire realmente cosa desideravo. 

la prima cosa a cui pensai in quella settimana fu l'amore per Noah. alla tenera età di 12 anni non ero nemmeno lontanamente pronto per ammettere a me stesso di non essere etero, ma Noah, molto probabilmente era la prima cotta di tutta la mia vita. a 13 anni ho scoperto di avere una predisposizione per la fotografia, grazie a Noah, ed è sempre stato lui a convincermi ad iscrivermi ad un professionale. sono sempre stato bravo con le parole, sarei potuto andare al classico, magari sarei diventato un poeta, ma lui mi disse testuali parole:

"dovresti uccidermi se tu andassi al classico"
"dai Noah, non essere così tragico."
"sei portato per la fotografia, smettila di pensare al classico"

Noah durante la terza media si era chiuso molto con me. in quel momento mi risalì una sensazione di vuoto allo stomaco: la gelosia di quando lo vidi parlare con una ragazza, allora pensavo che mi piacesse la ragazza. 

un'altra cosa che mi riaffiorò alla mente, furono le menzogne di mia madre. mi riguardai allo specchio per assicurarmi di essere sempre quella persona dalla coscienza pulita, ma in realtà non lo ero per niente. nel profondo, sapevo di essere un tassello mancante di qualcosa di più grande,di qualcosa di enorme chiamato destino. quanto avrei voluto essere una persona normale.

poi pensai a Jaeden. lui era la persona che mi faceva ridere come nessuno aveva mai fatto, il migliore amico che tutti vorrebbero avere. mi coccolava quando ne avevo bisogno, comprandomi un cornettoo un buon caffè, poi il nostro famigerato -frullato- che era solo una scusa per fare lezioni su come si poteva fare sesso nelle più svariate fantasie, il suo modo di essere...quell'espressione sempre molto apatica, che sembra non trasmettere emozioni in alcun modo, ed invece cercava di raccontare una storia. 

Wyatt, la persona che conosco anche come -il riccioluto- per il suo modo di farsi i capelli. si riempie ogni volta i capelli di spuma, oli e robe che dovrebbero nutrire i capelli, ci tiene molto all'aspetto ed è peggio di Jack per quanto riguarda le doccie: è capace di farsi anche 15 doccie a settimana. A SETTIMANA. dice che 

"i miei ormoni da maschio mi fanno sempre puzzare, di continuo."

fa sempre ridere, ma non se ne rende mai conto.

sadie e caleb, la coppia etero del gruppo...sono la cosa più tenera e pucciosa di questo mondo. sadie emana felicità da ogni poro solo col respiro e caleb non è da meno, soprattutto quando sadie arriva con il suo vestito nero alle feste.

poi c'è millie...ho imparato solo che lei è una brava ragazza quando vuole, sa dare ottimi consigli, è un'ottima amica, ma continuerà sempre a starmi un po' sul cazzo per il bacio e perchè ha quel modo di fare che non riesco ad ingoiare.

ed infine, c'è Jack. lui mi ha permesso di essere me stesso, di guardare qualcuno con gli occhi denudati, la mia anima a pezzi e il cuore in mano. non ho mai pianto sangue per nessuno, ma se lui mi facesse qualcosa, credo che potrei davvero non perdonarlo mai più. quando Noah mi baciò, prima del suicidio, Jack ed io ci prendemmo una pausa, e credo che ci sia servita per riunirci al meglio. lui era l'unica persona che desideravo avere accanto per il resto della mia vita, non avevo mai avuto intenzione di avere figli, e nemmeno lui, quindi avrei semplicemente cercato di essere un buon compagno, una persona brava a letto ma soprattutto, il suo rifugio sicuro. questo pensiero mi fece ricordare la sua affermazione di pochi giorni prima.

"finn, credo che mi rintanerei nelle tue braccia se fossero una caverna ed io una lepre mentre fugge dai lupi"

una delle sue solite metafore, perchè il suo carattere da menefreghista e figlio di papà non era mai scomparso e quella cosa che ci rendeva così tremendamente diversi forse era quello che ci collegava con quel filo rosso di cui parlano tutti, di quello che lega due anime perchè sono fatte l'una per l'altra, e cazzo se era vero.

dopo quella settimana passata a casa con mia nonna, mio padre e il suo compagno, tornai al college dove sarebbero iniziati gli esami orali. quando entrai in stanza, vidi Jaeden, Wyatt, Jack, Sadie, Millie e Caleb sui letti, ad aspettarmi.

"hey, sono qui ragazzi."

le ragazze si buttarono addosso a me. "ci sei mancato tanto Finn." caleb mi diede un pugnetto, dicendo "mi mancava quella tua faccia da cazzone". Jaeden si avvicinò e mi abbracciò, per poi dire "quand'è il nostro prossimo appuntamento col frullato?", Wyatt mi abbracciò e mi disse "ti ho procurato questa, divertitevi tu e Jack" facendomi vedere una frusta. 

poi si avvicinò Jack. 
"ciao amore."
"ciao amore..." era il mio momento. volevo che fosse speciale, volevo che fosse una cosa da condividere solo con le persone giuste, e così lo feci. 

mi inginocchiai aprendo lo zaino dove avevo l'anello datomi da papà un bel po' di tempo fa, lo aprì e dissi:

"Jack Dylan Grazer, vuoi essere il mio ragazzo?"

jack si mise a piangere e si lasciò andare, mettendosi seduto a terra. 

"si, si lo voglio" 

piangeva a singhiozzo, e quel tenero pianto mi fece capire quanto io ci tenessi a Jack. 

"dopo gli esami, andiamo via, partiamo. Ricordati che abbiamo i biglietti!"
"e noi?" disse Jaeden.
"state tranquilli, mio padre li ha fatti anche per voi nel corso di questa settimana. Noi 7 in una crociera di super lusso, tutto pagato."
"UHUH, ARRIVO ESTATE!!" disse Wyatt. 

"ti amo, Finn Wolfhard"
"ti amo anche io, Jack Grazer"

𝓲𝓵 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓰𝓷𝓸 𝓭𝓲 𝓼𝓽𝓪𝓷𝔃𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora