capitolo 17:scopami

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f.p.
come se la madre di jack avesse bestemmiato o detto qualcosa di male, Jack si mise ad urlare.
era pieno di rabbia, poichè sapeva bene che la sua vera mamma era morta. semplice, era morta e quella donna che era la nuova compagna del padre,le diceva solo ora che aveva una sorella sposata con quello stronzo del padre di Noah. io rimasi indietro a fissare la scena. Fu raccapricciante.

noah aveva ripreso a piangere a singhiozzo, mentre la "mamma" di jack aveva capito di aver appena detto qualcosa che Jack non doveva sapere, forse gli avevano nascosto tutto quello per qualche valido motivo. ma io avevo smesso di cercare risposte da jack, inutile dire che niente...e dico niente poteva essere paragonato alla vita di jack, che assomigliava ad una grande bugia. 

noah aveva preso a tremare, ma io non mi mossi da dov'ero, sembrava che la scena mi piacesse, ed era per una parte vero. era bello vedere le persone scoprire la verità, ma non era bello vederle impazzire o piangere. non sono sadico, o almeno, non credo di esserlo. questa definizione sembrerebbe scontata, ma credo che c'era una persona, in quel momento, che godeva nel vedere quella scena. Si chiamava Sophia. conosciuta in tutta la scuola come "la ragazza dai capelli rosso sangue", addirittura girava una voce su di lei, una voce spaventosa, inquietante e macabra.

si dice che lei nella tasca del suo zaino porti un coltellino, che utilizzerebbe per auto-infliggersi e infliggere dei tagli altri altri, per marchiarli come di sua proprietà...ma ovviamente, per allungare la zuppa, dicevano che fosse disturbata, bipolare. ed in certo senso, guardandola meglio, sembrava che stesse guardando noah come se avesse già prescritto la sua fine. Guardai meglio il volto della ragazza. davvero, per l'apertura delle sue pupille era sicuramente strafatta, ma non mi preoccupava quello, mi preoccupava l'atteggiamento. aveva i pugni serrati, la mascella era molto evidente...i suoi capelli erano realmente rossastri, ma non arrivavano al colore del sangue. rimasi a fissarla un po', non che mi piacesse, ma mi incuriosiva parecchio. 

quando la madre di Jack, che da quel giorno non era più tale, poichè in realtà non lo era mai stata, Sophia si avvicinò pericolosamente a Noah, dicendogli che sarebbe andato tutto alla perfezione,ma il suo sguardo sembrava provare tutt'altro che compassione o pena...sembrava quasi felice, contenta di quell'abbraccio.

"oh ma guarda, la ragazza che Noah ha baciato ieri sera"

ma che cazzo aveva appena detto? cristo santo, possibile che non ci sono io e succedono tanti bei casini? normalmente avrei reagito da persona con la testa sulle spalle, ma in quel momento, nella mia mente comparve come un flash, che mi fece vedere una cosa che non starò qui a pensare, potrei piangere senza alcun motivo. semplicemente andai da noah, lo presi di peso.

"andiamo, questo non è posto per te adesso Noah"
"in realtà vorrei stare con lei..."
"sicuro?"
"si si, sembra una brava ragazza"

Sophia fece gli occhi dolci, una cazzata colossale. un icerberg in pieno mare, e noah lo voleva prendere in pieno. poi pensai che magari era solo una mia impressione...erano voci, no?

"va beh, allora ci vediamo in mensa, stasera, a cena."
"va bene, a dopo"

credetemi, era peggio di quello che dicevano le voci. prima di andarsene, disse che avrebbe tirato su il morale a Noah a modo suo. le voci mi stavano dando alla testa, forse avrei dovuto seriamente prendermi dei tranquillanti, ma poi...

"e noi due? ora che cazzo facciamo?"

bella domanda, vero Jack? ma che domande, abbiamo camera libera, abbiamo fino a stasera la stanza tutta per noi, nessuno avrebbe spalancato la porta all'improvviso, come l'ultima volta.

"andiamo su?"

jack fece uscire il suo ghigno migliore, provocandomi una bella reazione, la reazione che mi faceva solo pensare ad una cosa: a quanto fosse bello vederlo chiamare il mio nome, chiedere di più, i suoi versi, i sospiri, gli orgasmi strozzati dal cuscino sul volto.
tutto fin troppo perfetto, ma stavolta sarebbe stato un attimo tutto per noi, in totale privacy.

aprì la porta della stanza buttando jack sul letto, volevo farlo mio. non aspettai ordini, non trovai strade traverse, andai dritto al punto. chiusi le tende, in modo che mezzo college non avrebbe visto quello che facevamo. Gli abbassai i pantaloni e gli feci un pompino, mentre lui era seduto sul letto, io con le ginocchia a terra e la testa in mezzo alle sue cosce, che tanto mi piaceva accarezzare. Jack sospirava. adoravo la sua faccia, il fatto che si mordesse le labbra...

"oh, daddy, o-ora è il mio t-turno"

non mi facevo ripetere niente del genere due volte, jack sapeva bene come muovere quella bocca, giocando con la lingua, le labbra bagnate, la saliva che scendeva piano e in modo quasi delicato sul mio cazzo, e poi la sua faccia, le sue espressioni, il modo in cui chiudeva gli occhi, era...paradisiaco.

"porca troia Jack, non ti f-fermare"

gemevo. gemevo il suo nome, ma avevo altre intenzioni. volevo fargli sentire quanto potessi essere il suo unico e solo daddy, l'unico che lo avrebbe fatto urlare dalla goduria, l'unico che gli avrebbe fatto capire, ma soprattutto sentire, che cosa significava -morire dalla goduria-

appena finimmo quel lavoretto sporco, tra seghe, pompini e cose simili in qualsiasi tipo di posizione, iniziai quello che volevo fare.

"ora vedrai come ti scopo,piccolo"
lui si mise sopra di me e mi disse sussurrando "vediamo quanto mi fai urlare, daddy"

io mi misi dietro di lui, e con un colpo secco lo penetrai,senza pensare a quanto facesse male. Jack però era rilassato e non si lamentava, così iniziai a muovere il bacino ad una certa velocità e dopo qualche minuto, raggiunsi il punto di massima goduria di Jack.

"oh, si, cazzo, si" diceva lui, niente poteva farmi stare meglio.

feci in modo da sbattere le sue natiche contro il mio bacino, spingendo più veloce e più all'interno,fino a quando io venni dentro jack, bagnando le sue natiche,poichè non avevamo usato protezioni. 
quando jack venne, gli bloccai la fuoriuscita di sperma chiudendogli il cazzo con la pelle che di solito  avvolge il glande, per poi piazzarmi sotto si lui, mettermi in bocca il suo membro per assaggiare il suo liquido bianco.

"mh, aspro...ma buonissimo"

finalmente mi sentii rilassato. 

𝓲𝓵 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓰𝓷𝓸 𝓭𝓲 𝓼𝓽𝓪𝓷𝔃𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora