Non uscivo dalla mia camera d'almeno una settimana, da quando ero ritornata a Los Angeles.Mi ero presa una bella febbre che da due giorni se n'era finalmente andata lasciandomi sola con gli effetti collaterali dell'antibiotico che mi aveva prescritto mia madre, grande dottoressa, e ormai il letto aveva preso la forma del mio corpo.
Avevo passato una settimana d'inferno e il mio umore non era cambiato per niente.
<< Bec >> sentii pronunciare il mio nome e mi voltai verso la porta.
<< Dimmi Nath >> pronunciai imbacuccata dalle coperte, nonostante fuori ci fossero almeno trenta gradi.
Mia sorella Nathalie entrò guardandomi storta e rimanendo in piedi sul ciglio della porta con le mani sui fianchi.
Aveva provato in tutti i modi a farmi uscire dalla mia stanza da liceale, ma non ci era mai riuscita durante questa settimana e probabilmente questa era la volta buona che ce l'avrebbe fatta.<< Io sto uscendo con Freddy per cena, perché non vieni anche tu? >> mi domandò avvicinandosi mentre io prontamente mi sollevai con il busto e scossi la testa.
<< Non credo che mi farà bene uscire >> mi giustificai mentre lei a passo svelto si avvicinò alle mie persiane e le alzò, mostrandomi un tramonto magnifico.
<< Io invece >> incominciò lei dirigendosi verso il mio armadio << Credo che uscire da questa stanza dopo una settimana che ci stai rinchiusa >> aggiunse con tono deciso e tirando fuori una tuta molto simile a quella del pigiama che indossavo << Ti farà più che bene! >> concluse tirandomi addosso una canottiera bianca.
Me la tolsi dalla faccia e la guardai accigliata pensando che quella non avrebbe bastato a cacciare i brividi post febbre.
Lei dal canto suo si girò di nuovo dalla mia parte legandosi i suoi lunghi capelli biondi in una coda e mi fissò truce, aspettando che dicessi qualcosa.<< Non ho voglia >> borbottai, pensando al fatto che non avevo nessuna forza per alzarmi dal letto e uscire fuori, nelle strade della città che più detestavo.
<< Devi smetterla di piangerti addosso Becca! >> mi riprese lei puntandomi l'indice storta << Vatti a fare una bella doccia, avrai modo di ringraziarmi dopo >> concluse infine, andandosene e lasciando la porta aperta.
Mi alzai a mala voglia dal letto sbuffando convinta del fatto che fosse orribile muoversi e dare segni di vita dopo una sola settimana che non mi era per niente bastata a farmi riprendere e guardai fuori dalla finestra quel quartiere in cui ero cresciuta e che in quel momento era ricoperto da un cielo rosa e violaceo.
Decisamente non avrei mangiato niente al FastFood di Freddy o altrimenti avrei vomitato per l'ennesima volta e l'anima avrebbe abbandonato il mio corpo, ma forse per una volta dovevo ascoltare Nathalie.
Freddy era il suo fidanzato ed era un ragazzo d'oro, buono, carismatico, gentile e molto disponibile.
Non appena me l'aveva fatto conoscere, quando erano venuti a trovarmi a San Francisco, avevo espressamente detto a Nathalie di non lasciarselo scappare per nessun motivo al mondo.Dopo aver fatto la doccia miracolosamente, non mi truccai e non cercai nemmeno di rendermi presentabile, bensì mi asciugai i capelli, mi misi la tuta che Nathalie mi aveva tirato fuori dall'armadio e
una felpa comoda sopra la canottiera.
Avevo l'umore a terra e non riuscivo nemmeno a nasconderlo.Dopo essere scesa di sotto, Nathalie e io uscimmo e andammo in bicicletta verso il FastFood di Freddy non molto lontano dal nostro quartiere.
La differenza tra di noi era al quanto esilarante poiché lei indossava degli shorts e una canottiera leggera, e come se non bastassero i vestiti che indossavo io, sentivo lo stesso un leggero freddolio.
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Poco più di uno scherzo
ChickLitIl suo fidanzato l'ha tradita, è stata sfrattata dal suo appartamento ed è stata licenziata in una sola settimana. Che altro le resta a Becca Marrow da fare, se non ritornarsene a vivere nella sua città natale dai suoi genitori, dove tutto in passat...