Capitolo 9.

2.8K 120 27
                                    






<< Non toccarmi mai più! Hai capito? >> quasi gli urlai puntandogli un dito contro non appena entrò nella cella frigorifera.

Si avvicinò a me con uno sguardo di fuoco che se avesse potuto mi avrebbe incendiata in quell'istante e non potei far a meno di fissare i suoi occhi verdi che tanto detestavo, che tanto mi ricordavano tutto ciò che era e tutto ciò per cui l'odiavo.

<< Tu sei per caso impazzita? >> mi squadrò sbigottito puntandomi a sua volta l'indice contro << Dovevo lasciarti finire il lavoro? >> mi chiese incredulo mentre io indispettita strinsi le labbra.

<< La tua fidanzata mi stava prendendo in giro e lo hai visto pure tu! >> mi difesi, con la rabbia che mi montò più forte di prima.

<< Vedi di calmarti che non stai parlando con tuo fratello >> mi disse da vero stronzo non spaventandomi per niente << E poi Alicia non è più la mia fidanzata, sono passati anni ormai e sei rimasta indietro nel tempo >> continuò lasciandomi un attimo perplessa.

Cercai di smascherare uno sguardo scettico e continuai a fissarlo rabbiosa pronta a contrattaccare.
Se soltanto avessi potuto lo avrei picchiato perché incarnava tutto ciò che mi faceva imbestialire.

<< Non me ne frega niente! >> gli risposi io sbracciandomi << Vattene da lei e non infastidire me! >> lo ripresi mentre lui mi fissò ancora più arrabbiato.

<< Ma stai dicendo sul serio? Sei tu quella che la stava per picchiare, le hai lanciato un bicchiere pieno di frappé in faccia e devi ringraziare il cielo che era di plastica! >> mi ammonì gesticolando, mentre potevo constatarlo dal tono alto con cui si rivolgeva quanto si stesse sforzando di rimanere calmo.

Ma nessuno di noi due ne aveva intenzione, ci stavamo letteralmente fulminando con gli occhi, ci stavamo disprezzando e odiando in un solo sguardo e io più di lui, perché ogni volta che me lo ritrovavo davanti non riuscivo a non pensare alla vecchia me, a ciò che avevo passato, ai pianti e a tutti quei periodi brutti che una ragazzina non si meritava.

<< Vuoi dirmi che non se lo meritava? Hai il coraggio di dirmi che non se lo meritava quel fottuto frappé in faccia? >> sbottai adirata e pronta a rincarare << Vuoi dirmi che anche tu non ti meriti il mio totale disprezzo dopo tutto quello che mi hai fatto? >> gli chiesi inacidita.

<< È possibile che non ti passa questa cosa del liceo? Sono passati anni e ancora ce l'hai con me! >> sbottò lui indicandosi.

<< Certo che ce l'ho con te! E ce l'avrò sempre perché io non ti perdonerò mai e poi mai Grayson Barley! >> gli dissi seria più che mai mentre lui mi fissò un attimo vacillante.

<< Sei soltanto una bambina >> mi disse mentre io lo fissai respirando a fatica.

<< Vattene a fanculo >> gli dissi invece io, sorpassandolo pronta ad uscire.

Appoggiai le mani sulla porta della cella frigorifera e la spinsi per aprirla ma essa non ne volle sapere di smuoversi.
Mi fermai un attimo non capendo il motivo e spinsi ancora più forte ma la porta non si aprì e spalancai gli occhi incominciando a spingerla ancora di più.

<< Hai chiuso la porta? >> gli chiesi mentre lui si voltò a guardarmi con un cipiglio sul volto.

<< No non.. >> borbottò avvicinandosi e spingendola anche lui rendendosi conto di non aver lasciato la porta della cella aperta come invece avevo fatto io prima che entrasse.

<< O santo cielo! >> mi lasciai sfuggire esasperata e andando nel pallone più totale.

Non poteva esserci niente di peggio che rimanere bloccata in una cella frigorifera con la persona che più detestavo al mondo.
Potevo morire di rabbia se soltanto fosse stato possibile.

Poco più di uno scherzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora