Capitolo 14.

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<< Perché in camera tua fa così freddo? >> domandai a Grayson Barley osservando la sua stanza e accarezzandomi le braccia.

Avevo ceduto. Ero una stupida perché avevo acconsentito a dormire e non volevo assolutamente che con questo pensasse che la mia antipatia fosse andata a scemare.

Mi guardai attorno e girai per la camera osservando le alte pareti bianche, un letto enorme situato al centro della stanza mi stava letteralmente invitando a sdraiarmici sopra, al lato sinistro del letto vi era un grosso armadio e affianco vi era un piccolo terrazzo molto simile a quello del salotto.

<< C'è il condizionatore acceso >> m'informò mentre io rimasi immobile a guardare delle foto su di un comò.

<< Tu sei fuori di testa >> lo rimbeccai avvicinandomi per guardarle meglio.

<< Penso ti vada bene questa maglia >> disse ignorando il mio commento mentre io nemmeno mi girai a guardarlo troppo concentrata ad osservare le foto.

Erano delle foto del liceo, di Grayson con i suoi ex compagni di squadra o semplicemente con i suoi amici in mensa.
Un brivido mi attraversò la spina dorsale e come incantata accarezzai la foto di lui da solo in mezzo al campo da Football che esultava.

Osservai poi un'altra foto di lui da piccolo, sembrava avere nemmeno cinque anni e teneva in mano il pallone da Football mentre se ne stava in braccio ad un uomo di mezz'età.

<< Quella in mezzo al campo me l'ha fatta il tuo fidanzato Gerald >> m'informò lui pensando stessi guardando quella foto.

Mi voltai a guardarlo come scottata, come se guardare quelle foto mi avesse fatta rientrare nei miei ricordi e non nei suoi.
Mi fissò inerme non riuscendo a cogliere la mia spossatezza e cercai un modo per non risultare strana.

<< È una bella foto >> ammisi mentre dentro di me sentii precipitare un macigno sul mio cuore.

<< Si è bravo a fare foto, si occupa ancora di questo? >> mi domandò mentre io lo guardai sbattendo le palpebre annuendo.

Calò ancora un silenzio tombale che non riuscii a colmare, mi girai di nuovo a osservare le foto pensando che al liceo non avevo fatto niente di tutto ciò.
Mai una festa, mai una partita, mai un pigiama party o qualcosa che fosse divertente per una normale ragazzina.

<< Perché hai smesso? >> gli chiesi poi per riempire quel silenzio così rumoroso.

<< Di far che cosa? >> mi domandò accigliato mentre io gli indicai la foto.

<< Di giocare >> gli spiegai mentre lui guardò la foto per un attimo.

<< Perché mi sono fatto male a una
partita >> tagliò corto allontanandosi verso il letto e prendendo in mano una maglietta e una tuta che sembrava non essere sua.

<< Ma ti sta questa tuta? >> gli domandai osservandola mentre lui rise.

<< È di Nathalie >> rispose mentre io lo guardai scandalizzata.

<< E perché era nel tuo armadio? >> gli chiesi.

<< Perché non è solo il mio armadio ma anche di Freddy >> mi spiegò mentre io annuii accigliata.

Mi passò poi anche la maglietta che invece sembrava essere sua ma non gli dissi nulla.
Poi dopo avergli tirato un'altra occhiata, andai in bagno per cambiarmi e mi osservai allo specchio ripensando alla vecchia me.

Probabilmente quando mi guardava gli ritornava in mente quando da ragazzina ero grassa e secchiona, probabilmente si ricordava quando abbassavo la testa dopo che m'insultava e probabilmente questa cosa gli piaceva da morire.

Poco più di uno scherzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora