Capitolo 35.

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Mi guardai a lungo davanti allo specchio, senza dire una sola parola mentre mia mamma mi allacciava il vestito che Nathalie mi aveva regalato.
Avevo deciso di lasciare i capelli sciolti dopo averli piastrati e dopo essermi truccata al naturale, dato che già il vestito di per sè era magnifico.

Non riuscivo a staccare gli occhi di dosso dalla mia figura slanciata, completamente diversa dalle ultime volte in cui mi ero guardata in quello specchio prima di partire per San Francisco.
Era come se fossi ritornata al ballo di fine anno, con un corpo e un vestito che mi facevano sentire affascinante, con mia mamma accanto emozionata nel vedermi così e con il ragazzo più desiderato della scuola ad aspettarmi al piano di sotto, pronto ad accompagnarmi.

Se lo avessi raccontato alla me ragazzina, mi avrebbe riso in faccia, e invece a volte capitavano cose senza neanche che ce ne accorgessimo, sembrava uno scherzo, tutto sembrava un grandissimo scherzo del destino.

Ma era poco più di uno scherzo.

Erano i pezzi del mio puzzle che si stavano delineando, era un senso a momenti che prima mi erano inspiegabili, come se fosse stato tutto un piano, come se fosse stato tutto calcolato.

Ero un'altra, non perché giusto avessi perso qualche kg e aggiunto anni, ma perché pian pianino mi ero resa conto di quante infinite possibilità di apprezzare e apprezzarmi avevo sprecato, quanto tempo avevo perso a pensare alle mie convinzioni senza guardarmi intorno, a scaricare le mie responsabilità e la mia infelicità a tutti tranne che a me stessa, troppo offuscata nel credere che non fosse giusto.

Avevo sprecato energie, in tutti questi anni, in cose che avevano e non avevano importanza senza riuscire a suddividerle per il peso che in realtà avevano.

<< Sono così commossa >> disse mia mamma guardandomi con gli occhi che le brillavano << Mi ricorda il ballo di fine anno a cui non sei potuta andare >> aggiunse << Troppa nostalgia di quando tu e tua sorella eravate piccole >> continuò mentre io la guardai dal riflesso facendole un flebile sorriso.

Mi voltai e mi abbracciò tutta contenta mentre io ricambiai non sentendo più quella morsa al petto che avevo sentito prima quando avevo deciso di non andare.

<< E tu Becca, sei una piccola donna ormai, vederti così mi rende orgogliosa >> disse senza aspettarmi queste sue parole.

Mia mamma è sempre stata di una dolcezza infinta, ha sempre trattato me e Nathalie con tenerezza e non ho nessun ricordo di lei che ci imponeva determinati atteggiamenti, era stata severa per certi aspetti come nello studio, ma mai ci aveva costrette ad essere o a fare cose.

<< Pensavi saremmo rimaste piccole per sempre? >> sorrisi io mentre lei fece una risata.

<< Mi sarei aspettata Gerald al piano di
sotto >> mi fece sapere senza rispondermi alla domanda retorica.

<< Io e Grayson siamo diventati amici, Gerald sarà probabilmente già là >> le propinai sperando che non facesse ulteriori domande su di lui, anche perché nemmeno io sapevo della nostra situazione, e neanche della situazione con Grayson.

Mi sentivo attratta da lui, dovevo ammetterlo, soprattutto dagli ultimi episodi, ma ero certa che oltre a questo non saremmo andati più avanti, ero semplicemente contenta di averlo rivalutato e di averlo perdonato per com'erano andate le cose da adolescenti.

<< Ora scendi che è giù ad aspettarti e siete tardi >> disse frettolosa mentre si staccò e mi passò la borsetta.

Scesi per le scale con mia mamma avanti a me, e mi fermai davanti alla porta d'ingresso elettrizzata come non mai, cercando di smascherare la tensione.

Poco più di uno scherzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora