𝐄𝐩𝐢𝐥𝐨𝐠𝐨

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«Felix, svegliati, devi mangiare e presto partiremo» mormorò Minho, passando una mano sopra il corpo inerte del biondo

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«Felix, svegliati, devi mangiare e presto partiremo» mormorò Minho, passando una mano sopra il corpo inerte del biondo.

Il ragazzo si svegliò lentamente e, una volta cosciente, si lasciò sfuggire un urlo di dolore, contorcendosi involontariamente sul letto. Minho sobbalzò, sbrigandosi ad introdurre del cibo in forma liquida nella bocca di Felix e preparandosi a fargli ingerire nuovamente l'incantesimo.

«Aspetta ad addormentarlo! – s'intromise Hyunjin – Voglio... salutarlo».

«Fai in fretta, Hyunjin – lo avvertì l'altro – Sta malissimo».

Il ragazzo annuì e si arrampicò in fretta sul letto, prendendo il viso del minore fra le mani e baciandogli le labbra per qualche secondo. Poi passò alla fronte, al naso, alle gote rosse. «Ci vedremo presto, Lixie, te lo prometto – sussurrò, iniziando a piangere – Ricordati di prendere cura di te stesso più di qualsiasi altra cosa».

«Jinnie – riuscì a dire l'altro stringendo i denti – Voglio che... voglio che tu vada avanti... non che mi... aspetti. Potrebbero volerci anni».

Hyunjin scosse la testa, piangendo ancora di più nel vedere il suo ragazzo soffrire. «No, Felix, non posso-» cominciò, venendo interrotto dall'altro.

«Me lo devi... promettere – riuscì a biascicare – Solo così andrò via... tranquillo. Voglio... che tu sia... libero! Almeno finché... non proviamo troppo... l'uno per... l'altro».

«Io non-».

«Promettil-o!».

Iniziò a singhiozzare ancora di più, per poi costringersi ad annuire. «Va bene, Lix. Basta che tu parta sereno» mormorò.

L'altro sorrise, poi si alzò leggermente, sopportando il dolore a denti stretti e posandogli un bacio sulle labbra. «Grazie» sussurrò, prima di fare una smorfia.

Minho si affrettò a fargli ingerire l'incantesimo, che lo fece sprofondare nuovamente in uno stato di incoscienza. Hyunjin nascose il viso tra le mani, scoppiando nuovamente a piangere.

A quel punto Seungmin, sentendo il suo amico piangere anche dall'altra stanza, entrò ed afferrò Hyunjin per un braccio, trascinandolo via dal letto e fra le sue braccia, dove riuscì finalmente a sfogare il suo pianto. Lo portò in salotto, dove Jisung e Changbin – quest'ultimo con le mani ed i piedi legati da una speciale corda indistruttibile creata appositamente da Minho – stavano aspettando gli altri, pronti a partire. Woojin e Jeongin, invece, erano seduti sul divano, cercando di trattenere le lacrime. Chan uscì dalla camera assieme a Minho con Felix sulla schiena. Passò accanto a Jeongin e gli lasciò un bacio sulla guancia, sorridendogli con tranquillità e cercando di rassicurarlo. La verità, però, era che aveva paura. Per la prima volta in vita sua aveva paura di morire, probabilmente perché ora aveva qualcuno da cui tornare. Ovviamente c'era sempre stato anche Felix, ma la cosa era decisamente diversa: il fratello sapeva com'era la vita in quella Dimensione e probabilmente dopo averlo pianto se ne sarebbe fatto finalmente una ragione. Non poteva morire, aveva promesso a Jeongin che sarebbe tornato sulla Terra solo per lui. E soprattutto ora aveva anche Jisung da proteggere.

Minho iniziò a disegnare per terra il limite dell'incantesimo, in modo che solo le cose all'interno del limite venissero trasportate a Deneb. «Beh, ragazzi – esordì Christopher, sistemando meglio Felix sulla sua schiena – So che ci siamo potuti frequentare solo per un paio di settimane, ma il dovere chiama. Io... ritornerò. E anche Felix, lo prometto».

Hyunjin annuì sul petto di Seungmin. Aveva smesso di singhiozzare, ma calde lacrime continuavano a scendere sulle sue guance. «Io invece abito qui con voi da molti anni – disse Jisung, anche lui commosso – Volevo solo dirvi che... vi voglio bene, ragazzi. Siete la famiglia che non ho mai avuto e spero di rivedervi presto».

Seungmin sorrise. «Vedete di ritornare vivi, idioti» commentò solamente.

Jeongin, invece, si limitò ad armeggiare con la catenina al suo collo, togliendosela e mettendola a Chan. Era un semplice ciondolo a forma di "J" ma era sicuro sarebbe bastato a ricordare al maggiore della sua promessa. «Grazie di averci protetto – disse invece Woojin – Faremo in modo che i vostri sforzi non siano stati vani».

Gli altri annuirono, poi, una volta sistemati all'interno dell'area delimitata da Minho si girarono verso il Mago, ormai pronto a compiere l'incantesimo.

Ed eccolo: chiuse le mani a pugno, lasciando alzati pollice, indice e mignolo e le incastrò l'una con l'altra. I suoi occhi azzurri si illuminarono e presto anche i capelli iniziarono a vorticare attorno alla sua testa. «Step out» mormorò.

Una luce abbagliante dello stesso colore dei suoi incantesimi illuminò la stanza, talmente forte da costringere gli altri quattro ragazzi a chiudere gli occhi. Quando li riaprirono non c'era più nessuno di fronte a loro e la zona delimitata da Minho era priva di qualsiasi oggetto o persona.

Jeongin cadde in ginocchio, portandosi una mano al petto ed iniziando a respirare affannosamente.

«Se ne sono andati» mormorò soltanto Hyunjin, continuando a fissare con occhi spalancati il punto dove, fino a pochi attimi prima se ne stava il gruppo di ragazzi.



ꜰɪɴᴇ ᴅᴇʟ ᴘʀɪᴍᴏ ʟɪʙʀᴏ

ʀᴏᴀᴅ ɴᴏᴛ ᴛᴀᴋᴇɴ | ᴄʜᴀɴɢʟɪx/ʜʏᴜɴʟɪx (ɪɴ ʀᴇᴠɪꜱɪᴏɴᴇ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora