«Ta-da!».
Felix afferrò lo specchio che gli stava porgendo Hyunjin con una mano, guardando come l'aveva conciato con aria scandalizzata.
«Ma sono-!».
«-favoloso, lo so» disse Hyunjin, complimentandosi con se stesso.
L'altro scosse la testa, afferrando lo struccante e cominciando a togliere il trucco dalla sua faccia.
«E così vieni dall'Australia» il più grande si sedette davanti a lui a gambe incrociate, riordinando il disastro di trucchi attorno a loro.
Il biondo annuì. «Sono nato in Australia quando Chan-hyung aveva tre anni e mi sono trasferito a Seoul quando ne avevo uno. I nostri genitori hanno sempre parlato inglese con noi perciò non sono mai riuscito ad imparare seriamente il coreano» spiegò.
«E allora perché tu fai di cognome "Lee" e Christopher "Bang"?».
«E tu come fai a saperlo?» ribatté Felix, confuso.
Hyunjin alzò gli occhi al cielo. «Me l'ha detto Christopher» rispose.
Felix alzò le spalle. «Mia madre faceva di cognome Lee e mio padre Bang... penso abbiano voluto fare a turno... Non ne ho idea» ipotizzò.
Finalmente riuscì a togliere tutto dalla sua faccia, così buttò il fazzoletto sporco ed aiutò Hyunjin a mettere a posto. «Non sei male come compagnia» disse il maggiore, riferendosi alle chiacchiere che avevano scambiato durante quella mezz'ora assieme.
L'altro arrossì. «Pensavo di starti antipatico» confessò, grattandosi il palmo della mano con fare nervoso.
«All'inizio mi stavi antipatico – disse Hyunjin, sorridendo – perché Changbin dedicava tutte le attenzioni a te. Cosa anche normale, se ci pensi, visto che sei il nuovo arrivato qui. Con me non ha mai fatto così, nemmeno quando ero io il nuovo arrivato. E questo ha scatenato in me gelosia. Changbin mi piace molto e, anche se so di non meritare uno stronzo del genere gli do sempre corda ed ogni volta finisco per sbagliare di nuovo, concedendomi a lui e venendo buttato via come un fazzoletto sporco. Ed io ci provo sempre, a fare come dice Seungmin, ad ignorarlo e andare per la mia strada, ma Seungmin è via quasi sempre per andare a lavoro ed io vengo di nuovo attratto da lui irrimediabilmente. E non so più cosa fare perché-».
Hyunjin scoppiò a piangere davanti ai suoi occhi, le spalle percosse da infiniti singhiozzi e le mani in volto a soffocare i gemiti. Felix agì d'istinto, abbracciando il fragile ragazzo davanti a sé, che si era confessato con lui, dimostrandogli le sue buone intenzioni a fare amicizia. Gli accarezzò la schiena come era solito fare quando Christopher tornava a casa, sconvolto dall'ennesima morte tra i Ribelli di cui era a capo, troppo giovani per fare quella fine.
«So che ci conosciamo da veramente poco... e che io non sono la persona adatta a dire questo. Però da domani staremo insieme per molto tempo, viste le lezioni e comunque la stessa camera. Perciò non esitare a chiamarmi quando vedi che le cose si fanno difficili» propose Felix, stringendolo ancora più forte.
Il moro annuì, tirando su con il naso a staccandosi da lui. «Il mio trucco sarà tutto colato» scherzò.
Felix alzò una spalla. «Nulla che non si possa sistemare» rispose, pulendolo con un fazzoletto.
«Grazie» disse Hyunjin, guardandolo riconoscente.
«A questo servono gli amici» sorrise il biondo.
Woojin li venne a chiamare dalla cucina, dichiarando la cena pronta. Felix scese dal letto con un balzo, piegandosi leggermente in avanti.
«Forza, ti prendo in braccio principessa!» scherzò.
Il maggiore gli fece una linguaccia, scendendo accanto a lui. «Così è troppo rude, le principesse si prendono a mo' di sposa» ribatté.
«Come volete, Vostra Altezza».
L'altro fece appena in tempo a realizzare che il minore lo afferrò da sotto le gambe, prendendolo in braccio. Hyunjin avvolse le braccia attorno al suo collo.
«Ma sei impazzito?» strillò.
Felix rise, aprendo la porta e correndo in cucina. Contagiato dalla sua risata, si mise a ridere anche Hyunjin. Gli altri ragazzi li guardarono stupiti, non avendoli mai visti nemmeno parlare tra loro, prima di quel momento. L'unico a non girarsi fu Seungmin, occupato a versare gli gnocchi sui loro piatti.
Finalmente Felix posò Hyunjin sulla sua sedia, sedendosi al suo fianco e ridendo assieme a lui. «Vedo che avete fatto amicizia – intervenne Christopher, sedendosi vicino al fratello e dandogli un bacio sulla fronte – Sono contento! Dopotutto avete la stessa età e Jeongin mi ha detto che pure lui fa danza, come te».
«È bravissimo» disse Jeongin, sedendosi vicino a Chan.
«Davvero balli anche tu?» chiese Felix.
Hyunjin annuì. «Anche Minho è molto bravo a ballare» disse.
«Dopotutto in cosa non sono bravo, io?» scherzò Minho, di fronte a loro.
«Ad essere modesto, per esempio» lo canzonò Jisung, di fianco al fidanzato.
«Ma tu mi ami per come sono» disse il più grande.
Il rapper sorrise. «Certo amore» rispose, baciandolo sulle labbra.
Jeongin fece una faccia schifata. «Siete pregati di non procreare a tavola, razza di balenottere in calore» li rimproverò.
«Innie, cosa abbiamo detto sull'insultare le persone?» lo riprese Woojin.
Il maknae fece una smorfia. «Che posso insultarle quanto voglio ma senza cadere sul volgare, bla bla bla, perché i giovani dicono troppe parolacce, bla bla bla».
«Porca puttana siete della cazzo di cagne in calore-».
Woojin si girò scandalizzato. «Changbin!» esclamò.
Il diretto interessato si fermò di colpo. «Jeongin, tu lo sai che non devi prendere esempio da me, vero?» cercò di giustificarsi il rapper.
«Non è questo il modo» disse Woojin.
«Okay okay... Ora mangiamo!» rise Changbin con fare nervoso, afferrando gli gnocchi con le bacchette ed ingozzandosi.
«Ne parliamo dopo in camera».
«Non si parla con la bocca piena» ribatté l'altro, sputacchiando cibo ovunque.
Woojin sospirò pesantemente, scuotendo la testa. Chan rise sotto i baffi, afferrando la ciotola di Jeongin e riempendola di riso. Gliela poggiò affianco e fece lo stesso con quella di Felix e di Hyunjin, gli unici che dovevano ancora prenderlo.
«Grazie» disse Hyunjin, sorridendogli.
«Ecco, dovresti imparare da lui» disse Seungmin, rivolgendosi a Changbin.
L'altro fece un rumoroso sospiro, gettando occhiate infuocate al rosso, il quale sorrise tra sé e sé, soddisfatto di essere riuscito a far innervosire il maggiore ancora una volta.
«A chi tocca lavare i piatti, oggi?» chiese Jisung all'improvviso.
«A Hyunjin» rispose Minho, contento di non essere lui a lavarli quella sera.
«Uffa!» sbuffò il malcapitato.
«Ti posso aiutare io se vuoi» dissero Felix e Seungmin allo stesso tempo.
Il rosso guardò male il biondo, il quale sorrise colpevole. «Non importa, ti aiuterò un'altra volta» disse Felix.
«No no! – esclamò Hyunjin – Minnie mi aiuta sempre! Puoi farlo tu stavolta, se proprio vuoi».
Seungmin addentò uno gnocco di riso con fare rabbioso. Perché avrebbe dovuto aiutarlo a fare i piatti? Non aveva ancora il turno perché era nuovo, non avrebbe dovuto godersi la sua libertà in pace? Doveva aiutare proprio Hyunjin?
«Se lo dici tu...» mormorò Felix indeciso.
Il moro sorrise ampiamente, dandogli un veloce bacio sulla guancia. «Possiamo parlare di danza finché laviamo i piatti! E conoscerci ancora di più!» esclamò.
Per Seungmin fu decisamente troppo. Si alzò in piedi, facendo strisciare la sedia sul pavimento della cucina. «Vado in bagno, scusate» disse.
Jeongin gli lanciò un'occhiata preoccupata, ricambiata da Woojin. Hyunjin non si accorse di nulla, impegnato in una discussione sul perché l'hip hop fosse meglio della danza classica con Felix e Minho.
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ʀᴏᴀᴅ ɴᴏᴛ ᴛᴀᴋᴇɴ | ᴄʜᴀɴɢʟɪx/ʜʏᴜɴʟɪx (ɪɴ ʀᴇᴠɪꜱɪᴏɴᴇ)
FanficE' durante un attacco a sorpresa da parte dei soldati del Re che Felix, 19 anni, fratello minore del capo dei ribelli di Mellavira, Bang Christopher, scopre l'esistenza di un altro mondo, un'altra realtà, dove tutto è completamente diverso da quello...