Capitolo 3

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La partita di Quidditch e una burrobirra

Amico mio accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace... Al di là delle mie parole maldestre tu riesci a vedere in me semplicemente l'uomo.
-Antoine de Saint-Exupéry

JENNEFER

La prima volta che mi resi conto della diversità di Scorpius fu circa a metà del primo anno. Fino ad allora era tutto andato liscio, mi ero ambientata molto bene e lui era diventato da subito il mio migliore amico. 

Avevamo tutte le lezioni in comune, la sala comune era la stessa, ci sedevamo vicini per cena... insomma, era difficile per me accorgermi di altro. Ero lì, ero felice con i miei nuovi compagni di scuola, materie che adoravo e una bacchetta da agitare per fare magie

Ci eravamo conosciuti sul treno e in qualche modo la nostra amicizia era continuata. Un po' come quando mamma mi aveva fatto trasferire in una nuova scuola babbana dopo l'ennesimo trasloco e avevo fatto amicizia con la mia vicina di banco. 

Sharon, Wendy e Vivian erano le mie compagne di dormitorio, avevano la mia età e frequentavano il mio stesso anno e dividevamo la grande stanza quadrata con i letti a baldacchino e il bagno. Una sera, poco dopo le vacanze natalizie, in uno dei soliti pigiama party dovuti da un po' di insonnia, Wendy mi aveva guardato e di getto mi aveva chiesto ma non ti fa neanche un po' paura Scorpius? Avrai sicuramente le storie che girano sui Malfoy! 

Io ovviamente non avevo minimamente capito a cosa si riferisse, così mi ero limitata a rispondere è un bambino come me, non mi fa paura e nella nostra infantile ingenuità la cosa era finita lì. Forse più nella mia ingenuità che la loro, ma questo non potevo ancora saperlo. 

Mi trovavo bene, erano simpatiche e spesso riuscivamo a passarci appunti e metodi di studio.

Quella simpatia poche volte, però, usciva dal dormitorio. 

Era passata una settimana da quando eravamo finiti dalla preside e il livido che avevo lasciato sulla mascella di Albus aveva fatto parlare molto di me, sia in positivo che in negativo. Almeno le cose erano tornate alla normalità, Rose e lui avevano semplicemente ripreso a ignorarci. 

<<La testa, Jennefer!>> Brian, il capitano della nostra squadra di Quidditch, urlò praticamente nel mio orecchio ed io sussultai, spaventata dall'improvvisa violazione del mio spazio personale.

<<Ci sono!>> Ribattei urlando a mia volta. 

<<Liam è almeno la terza volta che ti passa la pluffa e tu la lasci cadere nel vuoto!>> 

Ok, forse non ero propriamente cento. 

<<Questa è una partita importantissima. Dobbiamo fargliela vedere, a quelli di Corvonero. L'altra volta ci hanno fatto mangiare la polvere!>> Concluse. 

L'ultima volta era stata circa l'anno scolastico precedente e loro ci avevano stracciato. Avevo avuto una brutta influenza ed ero stata costretta a letto, mi piaceva credere che la nostra sconfitta fosse dipesa da quello. <<Mi dispiace! Cercherò di impegnarmi!>> Quello era il mio mantra per evitare discussioni e deviare l'attenzione. 

Quando il tuo interlocutore era arrabbiato non c'era niente di meglio del fargli credere che tu fossi sinceramente dispiaciuto per farlo smettere. 

Ero sospesa a un bel po' di metri da terra, sulla mia scopa e armata solo delle mie mani. Ci eravamo divisi in squadre da cinque e ci stavamo allenando da una mezz'ora buona. L'arbitro fischiò e il gioco ripartì. <<Jo!>> Brian mi passò la pluffa e sfrecciò verso destra, io mi tuffai in avanti ed evitai un bolide che cercava di disarcionarmi dalla scopa, passai a mia volta la palla a Liam e mi fiondai verso il basso, attraversai il campo e mi sollevai di nuovo. Brian annuì impercettibilmente e mi ripassò la palla. Con un colpo della scopa, manco fosse baseball oh!, la buttai dentro un anello. 

Slytherin's queen | Scorose FanFiction - Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora