Capitolo 9

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Nessun impegno è più importante di un amico che bussa alla porta. Ricordalo quando sei di fretta, insegnalo ai tuoi figli, non lasciare che la tua vita diventi povera di tempo.
-Rita Levi Montalcini

I'm... dreaming of a white, christmas! Just like the one I used to know...

JENNEFER

«E' Natale! Sveglia! Sveglia! Jo scendiamo per la colazione!» 

Samantha, la mia piccola, adorabile e guastafeste sorellina mi saltellava addosso e cercava in tutti i modi di svegliarmi: mi tirava i cuscini in faccia, mi tirava una ciocca di capelli e mi riempiva di bacini. 

Era arrivata solo il giorno prima e tra la mamma, la cena e un po' di attriti dovuti alla mia malattia non eravamo riuscite a stare insieme come volevamo. Ma ora avevamo la giornata tutta per noi e avevo una promessa da mantenere. 

«Jo sveglia! Dobbiamo aprire i regali!» continuava ad urlare, mentre saltellava dalla sua parte del letto matrimoniale. 

«Sono sveglia, Sam, dammi tempo!» mugugnai da sotto le coperte. 

Samantha prontamente me le scostò ed io rabbrividii per l'improvviso freddo. 

«Dai Jo! Scendiamo!» urlò, saltando sul pavimento. 

Mi alzai al rallentatore, giusto per farla un po' innervosire, ed infilai le deliziose pantofole a forma di renna e babbo Natale che mi aveva comprato Elain in un pomeriggio di shopping. Ci eravamo date alla pazza gioia in uno dei centri commerciali di Londra; ero riuscita ad acquistare un sacco di vestiti e qualche accessorio per i capelli. 

Per qualsiasi altra cosa mi sarei dovuta dirigere a Diagon Alley. 

«Jennefer Joanne Graham! Fuori dal letto!» urlò ancora Sam, che ora mi guardava con le mani sui fianchi e uno sguardo minaccioso sul volto. Ridacchiai e mi alzai, lei mi prese la mano e mi fece correre al piano di sotto, dove William ed Elain stavano già apparecchiando per la colazione. 

In genere mangiavamo Porridge e bevevamo succo d'arancia, ma per quella giornata la mia futura cognata si era davvero impegnata. C'era qualsiasi cosa: succhi per ogni frutto, porridge, torta di mele, bacon, uova, tè, caffelatte e latte caldo, una scatola di cereali e, dal delizioso profumino che veniva dalla cucina, c'era anche dell'altro. 

«Che ne dici se diamo una mano e poi tutti insieme apriamo i regali?» 

Inutile precisare che nel giro di shopping ne avevo approfittato per fare dei regali a tutti loro, che ora se ne stavano ordinatamente sotto l'albero, in attesa di essere scartati. Sam guardò prima il tavolo e l'albero, poi sospirò.
«E va bene! Elain hai bisogno di aiuto?» disse mentre ci recavamo in cucina. 

Sotto l'abete che avevo decorato con William mentre scorrevano le canzoni di Michael Bublè in sottofondo, troneggiava un grande pacchetto decorato con una particolare, e magica, carta regalo che ogni giorno cambiava fantasia e colori. Elain lo fissava ogni mattino, perplessa, chiedendosi quando avessi il tempo di cambiare la carta senza che ne se accorgessero. Will ridacchiava sempre a quel commento. 

«Abbiamo finito, prendete posto!» fece in tutta risposta mio fratello, intimandoci di sederci. 

Io e Samantha ci sedemmo vicine e lei partì subito con il suo personalissimo riassunto su come fosse stato difficile trovare il regalo che aveva preso per me. 

Se ad Hogwarts passavo dei bei Natali, a casa con la famiglia erano meravigliosi. Solo il primo anno ero tornata, per trovare un'atmosfera fredda, distaccata e impaurita. Dopo quella volta ero tornata solo per i due mesi estivi. 

Slytherin's queen | Scorose FanFiction - Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora