Capitolo 11

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Nessuna cosa è bella da possedere se non si hanno amici con cui condividerla.
-Lucio Anneo Seneca

Baci e Quidditch

JENNEFER

La notizia si diffuse così velocemente da far sembrare che tutti, quella notte, erano presenti sul posto del fattaccio. Ovviamente la mia casa si accorse dei cinquanta, dico: CINQUANTA!, punti mancanti, ed io e Scorpius fummo costretti a rivelare che eravamo stati beccati mentre sgattaiolavamo in cucina.

Ma ben presto tutti dimenticarono la storia dei punti e della nostra "bravata" a favore della storia più succulenta: Wooland, un ragazzino del primo anno di Tassorosso, era stato trovato pietrificato in uno dei corridoi del terzo il piano. Il fatto che anche noi eravamo là e che eravamo stati proprio noi a trovarlo non trapelò, con nostra immensa fortuna.

Le misure di sicurezza prese furono così feroci da far insorgere molti studenti in moti di protesta.

Saremmo dovuto tornati nei rispettivi dormitori alle diciotto, le partite e gli allenamenti di Quidditch erano sospesi, al cambio di lezione ci avrebbe dovuto seguire un insegnante ed era assolutamente vietato spostarsi da soli.

Era proprio a favore di quella legge che io e Scorpius, stanchi di tutte quelle precauzioni, un pomeriggio decidemmo di marinare la sua lezione di babbanologia a favore di una gita da Hagrid.

Quando ci vide per poco non gli prese un infarto.

«Cosa ci fate qui? Dovreste subito tornare ai dormitori! Dico ma siete impazziti? Non è sicuro!»

Nonostante il tono, ci fece passare. Immediatamente si affaccendò per preparare il tè che tanto adoravo.

«Che succede, Hagrid? A scuola sembrano tutti impazziti!»
Lui sobbalzò, «Brutte cose, Jo. Brutte cose. Ma non temete, si risolverà tutto! Cascasse il mondo la preside non permetterà che ci venga fatto del male ai suoi studenti!».

Sembrava più una promessa di fede che una rassicurazione. Lanciai un'occhiata a Scorpius, che stava accarezzando Thor.

«Gran fifone, quel cane» brontolò il gigante, osservandolo con un'occhiata severa. In tutta risposta lui si avvicinò di più al mio amico, che ora si era seduto al tavolo.
«Hagrid ci racconti cosa sta succedendo?» ritentai, cercando di prenderlo contropiede. Ma evidentemente lui davvero non sapeva bene cosa dire, perché si sedette pesantemente e iniziò a dire ciò che sapeva.
«Bada bene, Jo, io non ne so molto di questa storia. Vent'anni fa accadde qualcosa del genere e tutto ciò che so è che il problema lo ha risolto nientemeno che Harry Potter. Bravo ragazzo, anche quando era un bambino» ci rivelò, perdendosi poi nei meandri della sua memoria.

Ormai il gigante aveva la sua età e noi eravamo abituati a quando ciò accadeva.
«Vent'anni fa... potrei chiedere a mio padre» rifletté Scorpius, «In fondo, deve pur saperne qualcosa se tutto ciò è successo a quell'epoca».

Hagrid sospirò, «Non dovreste immischiarvi in queste faccende. Non è mai una buona idea. Anche venire qui vi fa correre un grave rischio, dovete tornare al dormitorio!».

Mi sembrò strano che fosse così scontroso e suscettibile, in genere anche se diceva di non voler rivelare nulla rimaneva ospitale... Hagrid si alzò e versò l'acqua nelle grandi tasse con le foglie di te. Quando fu pronto soffiai sopra e ne bevvi un sorso, decidendo di cambiare argomento.

«La tua lezione è stata molto interessante, ieri» buttai lì, sperando di distrarlo.
«E' vero. Non avevo mai visto quel genere di animale e sapere che dalle piume si ricava un distillato guaritore è sempre una buona cosa» mi appoggiò Scorpius.

Slytherin's queen | Scorose FanFiction - Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora