Capitolo 16

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I veri amici ti pugnalano di fronte.
Oscar Wilde

10

JENNEFER

«Vedrai che andrà tutto bene... tuo padre si fida del professor Paciock come di pochi altri. Tuo fratello tornerà in se non appena le mandragole avranno finito il loro periodo d'acne» dissi ad Albus, prima di catturarlo in un abbraccio. Gli cinsi la vita sottile con le braccia e mi appoggiai a lui, cercando di infondergli un po' di tranquillità.

Era stato un bel colpo, per lui, Lily e Astred, scoprire che il fratello/fidanzato James era stato pietrificato e persino oggi, a circa quattro giorni dopo l'accaduto, se Albus si permetteva di rifletterci su si irrigidiva completamente, estraniandosi da ogni conversazione. Ricambiò la stretta e mi diede un leggero bacio sulla testa, come se fosse lui a dover consolare me. «Grazie, Jo».
Sorrisi contro la sua divisa e strinsi appena la stretta. «Non dirlo neanche per scherzo, ok? Io ci sono» garantii.

Rimanemmo qualche altro secondo così, in silenzio, lui che si aggrappava a me e io che tentavo di non affondare.

Quella storia delle pietrificazioni doveva finire al più presto e, da quel che avevo capito, la McGranitt aveva richiamato il signor Potter e il signor Weasley per risolvere la questione. Dalle informazioni che mi erano giunte, non avevano ancora fatto troppi passi in avanti. Le mani si Albus risalirono lungo la mia schiena e si fermarono sulla nuca, dove aggrapparono con una stretta alcuni capelli, costringendomi ad alzare il capo.

«Ci vediamo alla fine delle lezioni?» mi domandò, vicinissimo. Ogni volta che era a quella brevissima distanza non riuscivo a resistere a quei suoi bellissimi occhi verdi. Non sarei mai riuscita a dirgli no e questo, per ora, era meglio se lo tenevo per me. Ci pensai un attimo, quel giorno avrei finito tardi, vista la lezione extra di Aritmanzia.
«Non credo, mi dispiace. Ho una lezione extra e finisco poco prima dell'ora di cena» gli comunicai, dispiaciuta.
Lui sorrise appena, «Se ti aspetto davanti l'aula e ti rubo un momento nel corridoio?» mi chiese con un po' di esitazione.
«Direi che si può fare» mi allungai sulle punte e finalmente eliminai la distanza tra noi, posando le mie labbra sulle sue. Ricambiò il bacio con dolcezza e un po' di ardore, un mix che solo lui riusciva a fare. Una delle sue mani si spostò sulla mia guancia, come se fossi qualcosa di prezioso, e l'altra rimase impigliata tra i miei capelli.

Adoravo baciare Albus; era qualcosa di completamente diverso rispetto a quello che provavo quando ero Jax. Con il mio ex i baci erano un pretesto per dimostrare qualcosa a qualcuno, che fosse anche se stesso andava bene, un modo per dire che ero sua e di nessun altro. Un modo per prendersi qualcosa e affermare la sua superiorità.

Con Albus, invece, erano dei momenti solo nostri: mi baciava con dolcezza, come se ogni volta che accettavo e ricambiavo lui la prendesse come un regalo, un dono. Mi faceva sentire speciale e unica, come se solo io potessi dargli quelle emozioni che, sapevo, sentiva. Una sensazione calda, avvolgente e incredibilmente bella che ogni volta che ero con lui fiammeggiava nella pancia, dove un tempo c'erano le cioccorane.

«Qual è l'ultima lezione?» mi chiese ad un soffio da me, così vicino che sentii le sue labbra sfiorare le mie mentre parlava.
«Aritmanzia. Quarto piano, ultima aula in fondo a destra» gli spiegai, non riuscendo a rifuggire da quel contatto. Saremmo stati entrambi in ritardo, io per la mia lezione di Antiche rune e lui per Divinazione. Eppure sembrava che a nessuno dei due importasse, in quel momento.

«A stasera, allora» mi disse prima di baciarmi di nuovo.
«A stasera» ricambiai quando finalmente mi lasciò andare.

Nel corridoio si girò un attimo per salutarmi ancora una volta e mi beccò a toccarmi le labbra, mentre cercavo di nascondere un sorriso e una smorfia di imbarazzo. Lo vidi ridacchiare, poi scomparve dietro un angolo. Sospirai e mi diressi anche io a lezione. Ovviamente, come avevo previsto, ero in ritardo.

Slytherin's queen | Scorose FanFiction - Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora