Capitolo 8

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Una distanza materiale non potrà mai separarci davvero dagli amici. Se anche solo desideri essere accanto a qualcuno che ami, ci sei già. -Richard Bach

Io non sono pazza!

JENNEFER

Mi guardai intorno alla ricerca di una testa riccia e bionda prima ancora di trovare i suoi occhi azzurri. William Graham, il mio stra-amato fratello, mi stava aspettando fuori dalla stazione di Londra con un gran sorriso sulle labbra e un cartello sopra la sua testa che gridava a tutti: Bentornata, Jo!

Mollai lì i miei bagagli e gli andai incontro, saltandogli addosso con tutto il mio peso. William mi circondò la schiena con le braccia lasciando cadere il cartellone e mi strinse in uno dei suoi abbracci strizzaossa, per dirla come facevo quando avevo sei anni e lui sedici.

Mio fratello era da sempre il mio eroe: a diciannove anni si era iscritto alla facoltà di Veterinaria ed era andato a vivere da solo, mantenendosi con dei lavoretti umili e stancanti. I miei genitori non gli avevano pagato l'università e lui si era dovuto fare il culo per arrivare dove era ora: a capo del migliore studio di medicina per animali di tutta l'Inghilterra.

I nostri genitori, ora, erano orgogliosi di lui.

<<Bentornata a casa, Jo!>> mi salutò tra i capelli.

Avevo davvero tanta voglia di piangere, di urlargli addosso, di ridere e di prenderlo a pugni. Scesi con i piedi per terra e guardai il mio fratellone come se fosse un miraggio.

<<Grazie, Will>> dissi solo, sperando che la mia espressione e la mia gioia parlassero per me.
<<Allora, dove sono i tuoi bagagli?>> mi domandò, scrutandosi intorno.

Avevo una valigia immensa, la McGranitt ci aveva riempito di compiti e di temi, e avevo dovuto fargli un incantesimo prima di uscire dalla scuola per poterla trasportare. In alto, poi, faceva bella mostra di se Meta, che non aveva voluto la gabbia ed aveva volato durante tutto il tragitto.

Alcuni maghi dicevano che i gufi non fossero fedeli, ma non avevo mai avuto un'amicizia più lunga di quella che mi legava a quell'animale. Fischiai e lui volò verso di me, per poi appoggiarsi su una spalla e sfiorarmi il volto con il becco, il tutto sotto lo sguardo stralunato di William.

<<Allora è vero...>> mormorò tra se e se, mentre andavamo a prendere la valigia.

Dall'altre parte, un po' distante, qualcuno stava urlando il mio nome. <<Buone vacanze, Scorpius! Inviami qualche lettera!>> urlai, ricambiando il suo saluto mentre suo padre prendeva la sua, di valigia.
<<Stammi bene, Jo! Ci vediamo a scuola!>>.

<<Fidanzatino?>> chiese William, curioso.
<<Il mio migliore amico>> gli spiegai brevemente, mentre lui prendeva il bagaglio che per poco non lanciava.
<<Che strano...>> borbottò ancora, <<Pensavo che sarebbe stata più pesante>>.
Mi strinsi nelle spalle e accarezzai Meta, <<Incantesimo alleggerente>>.
Will mi guardò un po' perplesso, <<E' meglio se andiamo...>> mi comunicò.

Arrivammo alla macchina abbastanza in fretta e non riuscimmo a parlare a causa del frastuono della stazione. Durante il viaggio in auto Meta ci seguì volando e William mi aggiornò sulla sua vita. Aveva chiesto a Elain di sposarlo mentre erano in vacanza a Parigi e lei aveva pianto. Avevano acquistato una casa tre anni prima nei pressi di Londra, una piccola villa che avevano dovuto ristrutturare. Il suo studio era ancora uno dei migliori che ci fossero e per quelle vacanze aveva assunto del personale per potere permettere ai suoi veterinari di andare in ferie. Lui stesso era in ferie per due settimane e mezzo e il primo di Gennaio era libero per potermi riaccompagnare alla stazione, visto che dovevo riprendere il treno per Hogwarts. Le lezioni, con grande disappunto di tutti, riprendevano il due.

Slytherin's queen | Scorose FanFiction - Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora