Capitolo 19

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Pov's Oliver
Sono seduto sul letto, non riesco a non pensare a Meave, lei mi ha detto ciò che prova, è riuscita a dire ciò che sente, e io ho rovinato tutto pensando solo che con Daphne posso essere felice... Ma non è così, siamo due cose opposte... Lei vuole solo essere felice, ma con me non lo sarà mai, io voglio solo essere felice e so che potrò esserlo stando accanto a Meave...
Dopo un po' arriva Evie
«Hei...»
«Hei Evie, come va?»
«Bene... Sono venuta qui per parlarti di una cosa...»
«Dimmi tutto...»
«Ok, allora... Devi parlare con Meave, e con Daphne, hai solo diciassette anni, a diciassette anni non devi imporre al cuore chi amare, devi amare chi il cuore di impone di amare... Entrambi sappiamo che non ami Daphne, che ti imponi soltanto di stare con lei perché non la vuoi fare soffrire»
«Evie...»
«No fammi finire, non vuoi fare soffrire una ragazza alla quale vuoi soltanto bene, credo, ma puoi fare soffrire la ragazza che il tuo cuore ha scelto di amare, ti assicuro che più in là la situazione diventerà più grave, Daphne soffrirà ancora di più, Meave anche, ma soprattutto tu, perché non sei stato in grado di ascoltare il cuore, a diciassette anni è vero, devi farti sentire, ma non dal cuore, il cuore lo devi ascoltare... Devi chiarire le cose con Daphne e Meave, altrimenti soffriranno entrambe molto...»
«Ora posso parlare? Bene, Evie ciò che hai detto è vero, però non posso pensare che se io ora vado a parlare con Meave e lei domani forse se ne andrà di nuovo, non voglio questo... Non posso pensare che lascerò Daphne facendola soffrire, per andare da Meave che ha sofferto e sta soffrendo tutt'ora...»
«Non se ne andrà, te lo assicuro, lei è venuta qui per stare accanto a te, è vero è stata obbligata, ma mentre veniva qui pensava che venendo qui, potrà esserti finalmente di nuovo accanto, lei ti ama, te lo ha già detto, e anche tu la ami...ascolta il tuo cuore»
All'improvviso arriva Daphne
«Cucciolo, hei!»
«Ok... Io vado, a dopo»
«ok a dopo...»
Non dico di non essere felice perché è venuta qui... Però arriva sempre nel momento sbagliato...
«Cucciolo andiamo in biblioteca?»
«Certo... Però Daphne prima ti devo dire una cosa...»
«Cosa?»
«Non è niente di che, non ti devi arrabbiare o cose del genere...»
«Oliver che succede?»
«Niente è solo che...»
«Solo che? Parla»
«Vorrei soltanto che la smettessi di chiamarmi cucciolo...»
«Perché? Pensavo ti piacesse questo soprannome...»
«Beh... Non voglio dire che non mi piace... È solo che mi dà fastidio, cioè da ora in poi puoi chiamarmi Oliver o in un altro modo...»
«Olly?...»
Certo doveva scegliere proprio quello che usava Meave...
«No... Cioè è meglio di cucciolo però no...»
«E perché? Perché questo è quello che usava lei? Senti tu ora stai con me, togliti dalla testa quella. Non siete neache mai stati insieme, sono io la tua ragazza, basta pensare a quella ragazzina che se n'è andata pensando solo a lei»
«No ma che dici... Cosa c'entra lei ora»
«No niente, pensavo... No non pensavo nulla scusa, comunque ora andiamo...»
Ogni volta che parliamo di qualcosa, che le dico qualcosa lei deve sempre puntare il discorso su Meave, parla di Meave più di me...
Mentre andiamo in biblioteca vedo Henry con del sangue sulla fronte
«Henry, che succede?»
«Daphne vai dove stavi andando, devo parlare con Oliver»
«Ma... Henry voglio sapere cos'è successo...»
«Ho detto che devi andare. Magari ti spiego un'altra volta»
Daphne allora continua ad andare verso la biblioteca, Henry è suo fratello ma non mi piace quando la tratta così, sembra che certe volte dimentichi che è sua sorella...
«Allora di cosa dobbiamo parlare?»
«Primo, Smith sta facendo le cose più difficili...»
«In che senso?»
«Ha messo delle guardie dappertutto, credo che qualcuno gli abbia detto che cerchiamo di scappare...»
«Cosa? Chi avrebbe potuto fare questa cosa? Solo noi lo sappiamo...»
«Noi chi apparte noi due?»
«Evie, Mitch, Daphne e Meave, non potrebbero mai fare una cosa del genere... Aspetta, anche Alek lo sa»
«No non lo farebbe mai, ha detto chiaramente che vuole uscire di qui e stare accanto ai suoi fratelli, non potrebbe farlo...»
«Come lo sai? Ha quindici anni, potrebbe farsi prendere in giro da Smith...»
«Non è ne piccolo ne stupido, Smith ha ucciso la madre davanti ai suoi occhi...»
«Beh allora non so, dobbiamo parlarne con gli altri... Comunque come hai fatto a farti quella cosa sua fronte?»
«Mi hanno legato sulla sedia e hanno messo una così alta densità di corrente che le catene o cinture, qualsiasi cosa siano, si sono rotte e sono caduto per terra...»
«E ti senti bene?»
«Diciamo di si...»
«Henry!»
All'improvviso vedo Meave arrivare velocemente verso di noi per poi abbracciare Henry...
«Hei che ti è successo? Cosa ti ha fatto Smith?»
«Non è niente di grave tranquilla...»
«Come non è niente di grave? Andiamo ti disinfetto e poi ti metto un bel cerottino rosa...»
«Cosa? Oddio no!»
«Tranquillo scherzo, il cerotto sarà lilla...»
«E lo fai tu?»
«Cosa? Il cerotto? Ma ti pare?»
«No, mi disinfetti tu?»
«No, il coniglio che ho nella mia stanza, ovvio che io...»
«Dai... Come fai a sapere come si fa, io non mi fido di te...»
«Dovresti, mancava poco e sarei andata all'università di medicina più importante degli Stati Uniti... O meglio credo che anche per quello avrei dovuto studiare a casa»
«Cosa ma dici sul serio?»
«Si, me la cavo con queste cose, ora andiamo...»
«Oliver tu potresti chiamare tutti nella stanza di Meave? Dobbiamo parlare...»
Gli faccio cenno di sì e mentre loro vanno nella stanza di Meave io vado a chiamare tutti...
Quando arriviamo nella stanza Meave sta ancora disinfettando la fronte di Henry che tra un po' inizierà a piangere perché brucia...
«Ok ragazzi tra un po' ho finito con lui così potrà parlare, se solo la smettessi di muoverti»
«Ma brucia! Non è colpa mia...»
«Ok ho finito ora metto io cerotto...»
«Meave il cerotto è veramente lilla...»
«Si...»
«Cosa? Meave che mi hai messo sulla faccia? Toglilo subito! Non posso farmi vedere così...»
«Invece si, è carino, vero?»
Chiede Meave rivolgendosi a noi che ridendo diciamo di sì, in effetti a Henry il lilla dona molto...
«Ok ma per domani lo tolgo... Ragazzi allora... Chi di voi ha parlato del fatto che vogliamo andarcene di qui, con chi soprattutto?»
«Cosa? Cos'è successo? Ci hanno scoperti?»
«Credo di sì, per questo se avete parlato con qualcuno ditelo tranquillamente...»
«Nessuno di noi ha aperto bocca, da quando abbiamo pensato a questa cosa non abbiamo detto nulla a nessuno...»
«Beh allora qualcuno ci ha scoperti... Alek che succede? Perché non dici nulla come tutti gli altri, devi dirci qualcosa?»
«Dovrei... Ma non qui davanti a tutti...»
«No forza parla... Noi facciamo parte dello stesso piano per uscire, perciò parla, forza con chi hai parlato...»
«Cosa? Mi stai dando la colpa? Ti assicuro che non sono stato io»
«Ah no? E chi è stato? Elvis Presley? Se hai parlato con qualcuno diccelo così risolviamo la cosa...»
«Senti Henry non sono stupido, parleremo dopo nella stanza, io vado, non resto qui a farmi incolpare da voi...»
All'improvviso Meave si alza dal letto su cui era seduta e si avvicina a Henry...
«Henry hai sbagliato...»
«Sono io quello che ha sbagliato?»
«Sai benissimo che  non mi riferisco a quello, non potrebbe farti una cosa del genere, hai sbagliato a incolparlo senza alcuna prova, è intelligente, non penso vada ad aiutare il tizio che gli ha ucciso la madre...»
«Ha ragione Black, non puoi incolparlo senza alcuna prova...»
«E tu da dove sei apparso? Parli proprio tu che accusi la gente per delle sciocchezze...»
«Non siamo qui per parlare di noi, ti consiglio di andare da lui e ascolta ciò che deve dirti, ma soprattutto devi avere fiducia in ciò che dice... Non si sbaglia...» dice Mitch dopo essere entrato nella stanza

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