In queste ultime settimane Jason ha cominciato ad arrivare sempre più tardi, ad assentarsi qualche volta e negli ultimi 3 giorni ha persino avuto il coraggio di arrivare interrompendo come sempre la lezione, per poi uscire pochi minuti dopo aver ricevuto una chiamata che ha interrotto nuovamente la lezione.
Mi fa rabbia.
Perché essere il figlio di un miliardario dovrebbe consentirgli di fare tutto ciò che vuole?
Lo trovo decisamente stupido e ingiusto.
Poco rispettoso nei confronti di chi non avendo la strada spianata è costretto a svegliarsi all'alba per non arrivare in ritardo, per non parlare delle innumerevoli ore di studio che dubito fortemente lui si faccia.Questa mattina però, quella in ritardo sono io, di venti minuti circa e niente è bastato a convincere il professore a farmi restare.
Questa mattina la sveglia non ha suonato, non sono riuscita ad arrivare in tempo in stazione ed eccomi qua, seduta su una panchina vicino l'aula col fiato spezzato dalla corsa inutile di pochi minuti fa.Posiziono la borsa per terra, mancano due ore alla lezione successiva, posso approfittarne per ripetere qualcosa o cominciare un nuovo argomento.
Caccio il libro di microeconomia dalla borsa e lo poggio sulle gambe.Qualche minuto dopo aver cominciato a leggere noto un ragazzo vestito di nero che corre per il corridoio, arriva alla porta dell'aula, si sistema il cappotto ed entra.
Non mi serve guardarlo in faccia per capire, ovviamente il ritardatario Jason Todd è arrivato.
Sento la rabbia salirmi fin sopra la testa al pensiero che quel ritardatario patologico potesse assistere alla lezione ed io no.
A sorprendermi però è il fatto che pochi istanti dopo esce dall'aula chiudendosi un po' troppo energicamente la porta alle sue spalle.
"Forse per risultare equo non ha fatto restare nemmeno lui" penso.
Lo guardo andare a sedersi a poche sedie di distanza da me, più che sedersi si è praticamente steso.
La testa poggiata al muro alle sue spalle, le braccia incrociate al petto e le gambe lunghe davanti a lui.Continuo a fissarlo nella speranza che tenendo gli occhi chiusi non possa rendersene conto, noto le sue labbra carnose e, nell'angolo di essere, un lieve rossore violaceo.
Un livido, suppongo.«smettila di fissarmi!»
Sussulto riportando gli occhi al libro ma mantenendo comunque la mia attenzione su di lui.
Non gli rispondo e lui apre gli occhi.«ho qualcosa in faccia?» mi chiede con un espressione che è un misto tra assonnata e stizzita.
«no» quasi sussurro, ci guardiamo per qualche secondo.
Sento il sangue salire alle guance e, temendo possa notarsi il rossore sulle mie gote, riporto i miei occhi sul libro, continuando a leggere ripetutamente la stessa frase che pare non essere scritta nella mia lingua in questo momento.Lo sento avvicinarsi.
Quando è abbastanza vicino posso sentire nuovamente il suo profumo."é così buono" penso.
«è la lezione di oggi questa che leggi?» mi chiede guardando la pagina che mi sono rassegnata non riuscirò a leggere.
La sua guancia sfiora la mia e quasi posso sentire il suo calore.«si» rispondo cercando di nascondere l'imbarazzo che averlo così vicino mi provoca.
Annuisce e in silenzio lo vedo scorrere con gli occhi l'intera pagina.
Dopo qualche minuto avvicina la mano al libro per poter girare quella che suppongo abbia finito di leggere e, nel farlo, sfiora la mia mano.
Quasi sussulto e comincio nuovamente a guardarlo.Notandolo si sposta «scusa, ho lasciato il libro a casa» spiega togliendosi il cappotto ed è solo allora che mi rendo conto di quanto effettivamente non fosse per niente gracile.
Gli enormi cappotti che indossa non mettono in risalto le ampie spalle e le braccia scolpite che invece la sola maglietta nera fa risaltare incredibilmente.«non preoccuparti» sussurro ancora.
«mi chiamo Jason» sospira guardando un punto impreciso davanti a sé.
«piacere Avery» rispondo.
Il rumore del mio cellulare mi distrae e mi impedisce di sembrare così stupida da continuare a fissarlo mentre lui gioca col manico dello zaino.
È mio padre.
-notizia dell'ultima ora, i vigilanti portano in salvo un gruppo d'innocenti che stava per essere travolta da un edificio barcollante-
Rido leggendo il tentativo di mio padre di convincermi che dei "vigilanti nella notte" abbiamo bisogno.
«perché ridi?» chiede continuando a guardare davanti a sé.
«mio padre ha appena saputo dell'eroico salvataggio dei vigilanti mascherati»
«non è figo?» mi guarda eccitato.
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Una Notte
Fanfiction//estratto parte 3// «Bruce Wayne ha per caso nipoti o roba simile?» chiedo abbassando la voce pian piano. George alza un sopracciglio e poi sospirando risponde «no, ma ha adottato un ragazzo, Jason Todd » //estratto parte 16// «no» lentamente mi...