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Prendere un dannatissimo treno ogni mattina non è
di certo il migliore dei modi per cominciare la
giornata, soprattutto quando dal cielo copiose scendono delle gocce d'acqua, esattamente come questa terribile giornata d'inverno.

Perché prendo il treno ogni mattina alle 6,30?
La risposta è semplice.
L'università.
Non ce ne sono di valide nel mio paese e se sul serio voglio avere una minima speranza di avere un lavoro dignitoso un giorno, beh mi tocca.

Mi chiamo Avery Patterson ed ho 19 anni, vivo in un piccolissimo paesino vicino Gotham insieme a mio padre e il mio amatissimo e al tempo stesso temutissimo fratello maggiore George.
Lui ha già finito l'università da qualche anno ormai e lavora come segretario alla Wayne Enterprises, meglio di così non poteva andare, suppongo.

E la mamma?
Chiedeteglielo a lei, ha deciso di troncare con tutta la sua famiglia quando ancora ero in fasce, non sento la sua mancanza, perché dovrei, giusto?

Dopo all'incirca un'ora arrivo a destinazione e dalla stazione mi dirigo a piedi, sotto una pioggia che non da segno di voler smettere di cadere, verso la mia istruzione,certo, per quanto possibile a Gotham City, s'intende.

Una città che costantemente partorisce criminali assassini o folli truccati e bizzarri uomini mascherati che "difendono la legge", come se andare contro la legge fosse il modo migliore per convincere altri a rispettarla.
Ma questa è Gotham.

Dopo qualche minuto che sembra non passare mai, arrivo al grande edificio giallo, un po' consumato dagli anni che passano.
Scritte rosse, verdi e nere la ricoprono.
Disegni decisamente artistici, per quanto un omino stilizzato che probabilmente dovrebbe star facendo un pompino possa essere.

Entro e mi dirigo verso l'aula, l'interno è decisamente differente.
Molto più austero e meno colorato.
Le pareti di un tenue celeste e grossi scaloni che permettono il raggiungimento dei diversi piani che la compongono.
Nel corridoio numerosi sono i gruppi di studenti che gioiosamente parlano fra di loro, mentre io, da sola, entro in aula e prendo posto in una della prime file, assicurandomi di poter quanto meglio possibile, leggere alla lavagna e sentire il professore.

Dopo qualche minuto d'attesa un uomo dalla corporatura esile e dal passo svelto si posiziona davanti la cattedra attendendo pazientemente che tutti gli studenti prendano posto per poi portarsi un microfono alla bocca «Buongiorno ragazzi, il mio nome è Robert Jackson, sarò il vostro professore di microeconomia per la restante parte del vostro anno» s'interrompe osservando un ragazzo dai capelli corvini entrare e sedersi probabilmente nel primo posto trovatosi davanti «è il primo giorno e farò un eccezione» sospira continuando a fissare il ragazzo «ma non tollerero' ritardi in futuro, per nessuno» conclude per poi cominciare ad introdurci la nuova e pesantissima materia.

***

Terminate le lezioni dopo diverse ore mi dirigo fuori dall'edificio, una volta vicino ai cancelli prendo il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e digito il numero di George.

«pronto?» sussurra

«sono Avery, le lezioni sono terminate ma non ho voglia di prendere il treno per tornare a casa, tu a che ora stacchi?» gli chiedo

«questa sera, alle sette» continua a sussurrare

«ti stanno torturando alla Wayne o roba simile?» rido riferendomi al tono di voce decisamente troppo basso

«cosa? No!» questa volta quasi urla «devo tornare a lavoro, ci vediamo stasera» sussurra nuovamente prima di interrompere la chiamata.

Sbuffo e prendo una sigaretta dal pacchetto dentro la mia borsa, me la porto alle labbra, ma non ho neanche il tempo di cercare l'accendino che un esile ragazzo dai capelli scuri mi si para davanti «alla Wayne Enterprises non torturano nessuno» mi sfila la sigaretta dalle labbra per portarla alle sue, l'accende e me la porge.

Stranita lo guardo «tu hai..» non faccio in tempo a finire la frase che bruscamente m'interrompe «la rivuoi o no?»

Abbastanza infastidita prendo la sigaretta dalle sue mani e lo guardo poi allontanarsi da me velocemente.

"che strano" penso, per poi andare via a mia volta.

*Spazio d'autrice*

So che è estremamente corta come parte, spero vi piaccia ugualmente. ♥️

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