I giorni successivi alla cena sono stati abbastanza tranquilli, soprattutto perché il sabato e la domenica sono i giorni in cui non smetto neanche per un secondo di studiare.
«dovresti smetterla di frequentare quel tizio, ti sta prendendo per il culo» mi rivolgo a mio fratello che nel frattempo si sta preparando per uscire col suo nuovo compagno.
Mi infastidisce incredibilmente il fatto che esca con quell'uomo, non perché è un uomo, sia chiaro, ma perché è quell'uomo che non mi ispira fiducia.
Si frequentano da due settimane ed esce con mio fratello solo quando hanno la possibilità di scopare.
Non lo ha nemmeno presentato a nessuno dei suoi amici, al contrario di George che invece lo ha voluto presentare persino a nostro padre.Che cosa ridicola.
«non è così» sbuffa chiudendo gli ultimi bottoni della camicia nera che indossa «e se pure fosse non sono problemi tuoi»
«sei grande abbastanza da scegliere autonomamente chi frequentare, ma non si è mai grandi abbastanza per accettare un parere è il mio, di parere, è che questo tizio è un vero coglione» sorrido continuando a fissarlo.
«e tu di coglioni te ne intendi» mi guarda.
In quello sguardo c'ho visto un misto tra rabbia e tristezza.
Quello sguardo, quel breve sguardo mi ha spiegato quanto ancora i suoi pensieri volassero a lui, a Liam.Una fitta allo stomaco mi impedisce di rispondere e quasi mi viene da vomitare quando una sfilza di ricordi mi pervade la mente, solo quando oramai è andato via permetto alle lacrime di uscire copiose dai miei occhi, un senso di colpa improvviso mi impedisce di muovermi e costringe il mio corpo a piegarsi.
Se solo potessi, se solo fosse possibile tornare indietro lo farei.
Dio solo sa quante volte ho sperato di ritornare a quella notte, quella stupida, stupidissima notte.Dopo qualche minuto asciugo le lacrime e corro in camera mia chiudendomi la porta alle spalle.
Le labbra e gli occhi gonfi per le lacrime che ancora mi appannano la vista.
Mi butto sul letto ricominciando a liberare gli occhi dalle lacrime, non lo supererò mai, non riuscirò mai a rimediare a quello che ho fatto e il suo odio, quello me lo merito tutto.***
Qualche ora dopo mi ritrovo ancora nella stessa posizione, aspettando che il dolore di quella perdita svanisca, forse.
Sento un rumore forte provenire alle mie spalle, provenire dalla finestra precisamente.
Quando mi giro il rumore ha un volto o parlomeno quasi, uno dei due vigilanti è accovacciato sotto la finestra nella mia stanza, credo non si fosse accorto della mia presenza perché non appena mi guarda sgrana gli occhi e sembra quasi essersi pietrificato.
Faccio per urlare ma lui è più veloce di me e con la mano destra mi tappa la bocca mentre con quella sinistra mi mantiene la testa «ti prego non urlare, i-io» balbetta affannato «c'è un uomo qui fuori che mi vuole morto e ti prego non urlare» mi guarda dritto negli occhi come se stesse cercando qualcosa «ora ti lascio, però ti prego non strillare, non ti farò niente e andrò via subito, te lo prometto» butta fuori tutto «okay?» termina.
Annuisco e lentamente mi toglie le mani dalla bocca.
Dopo essersi assicurato che non urlerò si lascia cadere ai piedi del mio letto e un gemito di dolore fuoriesce dalle sue labbra.Lo fisso per qualche secondo prima di notare il suo stato attuale, il costume è quasi del tutto strappato permettendomi di vedere parti del suo corpo statuario lievemente arrossato, per i colpi, suppongo.
Lo guardo per qualche altro minuto in silenzio ed è solo quando noto una lunga ferita sanguinare sul suo bicipide che spiccico parola «ma tu sanguini»
Si guarda il braccio «non è niente» minimizza.
«aspetta» scivolo dal letto facendo attenzione a non toccarlo e mi dirigo alla porta.
«dove stai andando?» mi chiede stringendomi una caviglia.
«ho del disinfettante di là» sussurro guardandolo negli occhi ed è solo allora che noto il loro colore, verde con sfumature azzurre che gli attraversano l'iride.
«non mi serve» afferma freddo mantenendo ben salda la presa sulla mia caviglia.
«potrebbe infettarsi» faccio un lungo respiro osservando i lineamenti del suo viso parzialmente coperto «e poi se non me lo lasci fare comincio ad urlare»
Serra la mascella e allenta la presa.
Vorrei sorridergli, ma mi astengo.
Apro la porta e mi dirigo al bagno dove, in un armadietto, mio padre tiene tutti i medicinali e un piccolo flacone di disinfettante, prendo dei dischetti di cotone e ritorno in camera.Ferma alla porta faccio un lungo respiro e quasi spero se ne sia andato.
Apro lentamente la porta per poi richiuderla alle mie spalle.
È ancora lì, seduto ai piedi del letto e non riesco a scacciare via quella sensazione di averlo già visto, già conosciuto.

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Una Notte
Fanfiction//estratto parte 3// «Bruce Wayne ha per caso nipoti o roba simile?» chiedo abbassando la voce pian piano. George alza un sopracciglio e poi sospirando risponde «no, ma ha adottato un ragazzo, Jason Todd » //estratto parte 16// «no» lentamente mi...