Piano si avvicina e mi sfila dalle mani il dischetto umido.
Si inginocchia per poter meglio osservare la ferita, non appena comincia a tamponarla sento un incredibile bruciore che quasi mi fa urlare ed istintivamente mi scanso.
Preoccupato mi guarda «aspetta» dico per poi sedermi sul letto poco distante da dove eravamo prima.
Senza alzarsi si avvicina e ricomincia a tamponare la ferita «brucia!» affermo non troppo sottovoce.
Non curante dei miei lamenti continua a tamponare sulla mia pancia fino ad arrivare al basso ventre, la sensazione che provo quando sfiora la mia pelle mi fa arrossire.
Dopo aver disinfettanto per bene l'addome prende un altro dischetto e lo bagna, mi guarda per poi cominciare a tamponare negli strappi proprio sotto il reggiseno.
Dopo qualche istante poggio la mano sulla sua che d'istinto si ferma «aspetta» dico prima di sfilare la maglietta e lanciarla in un punto impreciso della stanza.
Esita per qualche istante guardando attentamente ogni centimetro della mia pelle nuda per poi ricominciare a tamponare la parte alta dell'addome fino a risalire al centro del seno.
Arrossisco nuovamente sotto quel tocco delicato che purtroppo è durato troppo poco.
Quando si sposta ne sento quasi la mancanza e lo guardo posare il dischetto per terra, temendo possa andare via troppo presto mi schiarisco la voce attirando la sua attenzione.
I suoi occhi ora sono fissi nei miei e senza rendermi nemmeno conto di essermi mossa mi ritrovo in ginocchio davanti a lui che non ha spostato lo sguardo nemmeno per un secondo.
Con gli occhi percorro la linea della sua mascella marcata per poi arrivare alle labbra dove un piccolo rossore attira la mia attenzione, istintivamente la tocco con le dita.
A quel contatto sussulta, ma non si sposta.Con l'indice disegno il contorno del labbro inferiore per poi accarezzare delicatamente la guancia, neanche per un secondo ho staccato gli occhi da quelle labbra così carnose.
"sono così belle" penso mordendo leggermente le mie per reprimere la voglia che ho baciarle ed è allora che anche la sua attenzione ricade sulle mie.
Vorrei avvicinarmi, baciarlo e sentire il suo sapore.
Purtroppo però un forte rumore proveniente dal corridoio ed una voce che grida il mio nome rompe la magia.Ancora immobili per terra ci voltiamo verso la porta e non appena mi rigiro nella sua direzione è già sparito nella notte.
***
Inutile dire che la notte non ho chiuso occhio.
Subito dopo essermi resa conto che Robin è andato via Gregor irrompe nella mia stanza cominciando a riempirmi di domande, domande alla quale non avevo voglia di rispondere.
Avevo solo voglia di continuare a pensare a lui, avrei voluto seguirlo, chiedergli di restare, di non andare via.
Il tiepido sole del sabato mattina mi permette di stare attaccata alla finestra tutto il giorno ripensando alle sensazioni che quel lieve contatto hanno suscitato in me.
Sensazioni che nessuno mi aveva mai provocato con così poco.Avrei dovuto urlargli che so chi è, che da me non deve nascondersi più.
Però in quel momento, davanti a lui, ho dimenticato tutto il resto, non esisteva nient'altro, solo io e lui.«Avery, è pronta la cena!» urla dal piano di sotto mio padre.
A malincuore sono quindi costretta a ritornare alla realtà, una realtà in cui non vorrei tornare nonostante il sole sia ormai calato da ore.
Scendo le brevi scale che portano al salotto e mi dirigo in cucina dove mio padre, in quel suo solito buffo grembiule cucina, mentre mio fratello seduto su una delle sedie vicino al tavolo legge il giornale.
«che si mangia?» chiedo osservando Gregor armeggiare coi fornelli.
«frittata» risponde spegnendo il fuoco e tagliando in tre parti uguali la cena.
Porge a me e George un piatto «buon appetito» sorride guardando prima George che ha posato il giornale e comincia a tagliarne il contenuto e poi me che gli sorrido.
Dopo aver cenato sono corsa in camera mia, mi sono infilata nel letto ed ho cominciato a guardare la finestra che pian piano scompare sotto le mie palpebre.

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Una Notte
Fanfiction//estratto parte 3// «Bruce Wayne ha per caso nipoti o roba simile?» chiedo abbassando la voce pian piano. George alza un sopracciglio e poi sospirando risponde «no, ma ha adottato un ragazzo, Jason Todd » //estratto parte 16// «no» lentamente mi...