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«non dirmi che anche tu approvi quello che fanno» sbuffo e più che una domanda risulta essere un'affermazione.

Smette di giocare con le dite ed ora la sua attenzione è rivolta del tutto a me «in che senso?»

«hanno salvato delle vite ed è vero, ma sul serio, va contro la legge sostituirsi alla polizia» sospiro guardandolo a mia volta.

«se la polizia è incompetente non si può aspettare che la gente muoia prima di fare qualcosa» stizzito quasi urla e si alza.

«certo» sospiro «salvare qualcuno è corretto ma picchiare altri no» lo guardo confusa.

«picchiano solo chi se lo merita, sicuramente non picchierebbero innocenti»

Percepisco il nervosismo dal volto lievemente rosso e dagli occhi fissi su di me.
Non capisco perché si scaldi tanto per persone che non conosce, persone che nessuno conosce data la maschera che gli copre il viso.

«e tu cosa ne sai? Per quel che ne possiamo sapere sono stati loro a buttar giù l'edificio» butto fuori tutto d'un fiato «è poi gli "eroi"» mimo delle virgolette con le dita alla parola eroi «non hanno bisogno di nascondere il proprio viso, gli eroi non si comportano così»

«sei solo una ragazzina che non riesce a comprendere le loro gesta, si beccano più insulti e botte che meriti»

La rabbia comincia a salirmi fin sopra i capelli alla parola "ragazzina", qui l'unico ragazzino, viziato per di più è lui.
È da stupidi essecondare questi comportamenti scorretti.

«nessuno glielo ha chiesto» sospiro «e poi sei tu il ragazzino visto che non capisce la situazione»

«cosa c'è da capire? Hanno salvato persone, cosa c'è di sbagliato?» urla gesticolando.

«c'è di sbagliato che non spetta a loro, nessuno gli ha chiesto di fare assolutamente niente!» urlo.

«spero vivamente che quando ti troverai nei guai non ci sia nessuno a proteggerti» sibila.

«io spero vivamente tu la smetta di fare il viziato, solo perché sei figlio di Bruce ciò che dici non è sempre corretto, calmati, diamine!» sbotto.

«tu non sai niente!» sibila stringendo i pugni.

Furioso dopo pochi istanti è già fuori dal grosso edificio, lasciandomi qui confusa e decisamente infastidita.

Ma pensa te quanto la popolarità gli deve aver dato alla testa, arrabbiarsi così tanto per dei cretini travestiti e per un pensiero non condiviso è proprio da bambini.
Jason Todd sei così incredibilmente stupido e viziato e stupido e ancora stupido.

Chiudo energicamente il libro ancora sulle mie gambe e incrociando le braccia al petto provo a non pensare alla presunzione di quello stupido ragazzino ritardatario.

***

Arrivata a casa lancio la borsa sul divano e mi dirigo in cucina, prendo dell'acqua e comincio a versarmela.

«sei già tornata?» chiede mio padre.

«sono le tre, sarei dovuta rimanere ancora lì?» chiedo leggermente infastidita.

La litigata con quell'idiota mi ha messo di cattivo umore e la parola ragazzina ha volato nella mia mente per le restanti ore di lezione.

«cosa c'è?»Gregor preoccupato si avvicina.

«niente» sospiro cercando di non aprire l'argomento "vigilanti" davanti a lui «cosa c'è per cena?»

«assolutamente niente visto che saremo a cena a villa Wayne» risponde George cercando in vano di togliersi la cravatta «lo sto aiutando ad organizzare la festa di beneficenza della settimana prossima» sospira guardandomi «mi ha chiesto di cenare con lui per definire gli ultimi dettagli e di invitare anche la mia famiglia»

«non credo di voler venire» sbuffo.

«ma dovrai» si avvicina mio padre «è farai la brava» mi sorride.

***

Nelle ore che precedono questa fantomatica cena provo più volte a convincere mio fratello che portarmi con sé non è la migliore delle idee, che forse è meglio se resto a casa a studiare e che sono terribilmente stanca.
Inutile dire che niente è servito per convincere i due uomini che, in giacca e cravatta, mi urlano di sbrigarmi, mentre io, davanti lo specchio faccio il possibile per rendermi presentabile.

Indosso un vestito rosso dal corpetto stretto e la gonna ampia, le braccia sono scoperte così sono costretta a mettere un cappotto nero che si abbina perfettamente alla fascia in vita del medesimo colore.
Per le scarpe ho optato per dei stivaletti neri semplici.
Non sono molto elegante, ma neanche poi tanto casual.
Anche il trucco non è chissà cosa, una leggera riga di eyeliner, mascara, blush per rendere le mie gote colorate e del burro cacao sulle labbra.
Non serve truccarmi troppo visto che i voluminosi capelli ricci distolgono l'attenzione da tutto il resto.

«pronta!» urlo nella speranza che il mio ritardo abbia infastidito George e che abbia preso la fantastica decisione di lasciarmi qui.

«allora andiamo!» urla mio padre e la mia speranza di passare una serata davanti la TV sfuma in un lampo.

*spazio d'autrice*

Spero vi stia piacendo, se ci sono errori mi scuso e vi chiedo di aiutarmi ad identificarli♥️

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