Lentamente mi avvicino a lui che scruta con attenzione ogni mio piccolo movimento.
Non appena con le mani gli tocco il braccio sussulta e velocemente lo tira verso di sé «come pretendi che possa disinfettarla se non mi permetti di toccarti?» chiedo, anche se poi più che una domanda sembra un'affermazione.
«ti ho già detto di lasciar perdere» sibila a denti stretti.
«ed io ti ho già detto che strillo se non me lo permetti» sbuffo avvicinando nuovamente le mani al suo braccio sanguinante, scruto la ferita attentamente prima di posare il flacone e i dischetti per terra liberando così la mano sinistra.
«è parecchio profonda» affermo continuando a guardarla.
«è solo un graffio» minimizza.
Faccio un lungo respiro per poi prendere il flacone da terra e versare poco del suo contenuto su uno dei dischetti di cotone, riporto la mia attenzione su quella ferita ancora sanguinante e, mentre con la mano sinistra mantengo fermo il suo braccio, lentamente comincio a tamponarla.
Un lieve gemito di dolore gli fuoriesce dalle labbra e stringendo gli occhi assume un espressione buffa che in un altro momento mi avrebbe strappato un sorriso.
Dopo pochi istanti sento i muscoli rilassarsi sotto il mio tocco leggero e percepisco il suo sguardo posarsi nuovamente su di me, su quello che sto facendo.
«servirebbero dei punti» constato appoggiando il dischetto oramai rosso sul pavimento.
«vorresti mettermi anche quelli?» ironizza.
I nostri occhi s'incontrano e improvvisamente una scarica elettrica mi attraversa la schiena.
«hai pianto?» chiede senza staccare neanche per un secondo gli occhi dai miei.
«no» sussurro distogliendo lo sguardo, nella mia mente una sfilza di ricordi si fanno vivi e gli occhi ritornano lucidi.
Lo sento irrigidirsi «scusa se ti ho spaventato» afferma freddo alzandosi.
«n-no» balbetto imitandolo e ritrovandomi col viso a pochi centimetri dal suo «non è per te, è solo» inspiro «è una vecchia storia» butto fuori l'aria.
La sua espressione precedentemente seria si ammorbidisce e i suoi occhi cercano nuovamente qualcosa nei miei.
I suoi occhi, quei bellissimi occhi mi provocano scariche elettriche in tutto il corpo e quella sensazione di averlo già visto mi pervade nuovamente.
Non faccio in tempo a dire nulla che velocemente rompe l'incanto di quell'effimero contatto andando via, lasciandomi lì, immersa nei miei pensieri.
***
È mattina ed io mi trovo nel treno già da un pezzo ormai, questo è uno dei pochi giorni in cui non piove, forse perché la primavera si avvicina.
Appoggiando la testa al finestrino con gli occhi osservo questi edifici che, a causa della velocità del treno, altro non sembrano che delle macchie scure contornate da un bellissimo cielo azzurro, lo stesso azzurro che attraversa gli occhi del ragazzo entrato in camera mia la notte scorsa.
Con la mente esamino ogni singolo dettaglio di quel breve incontro, quell'incontro che mi ha impedito di dormire.
Non ho smesso neanche un secondo di pensare a lui, al suo corpo perfetto che per qualche assurdo motivo avrei voluto toccare, quegli occhi che vorrei tanto guardare ancora.Il treno si ferma ed io, come tutti i passeggeri, ci accingiamo a scendere da esso.
Mi incammino ancora sognante verso l'edificio nella quale passerò il mio tempo per il resto della mattinata.
Arrivata ai cancelli scuoto la testa cercando di non pensarci più, ma l'impresa risulta essere incredibilmente ardua.
Entro nel grosso edificio e arrivo in aula, come ogni mattina da ormai un mese e mezzo faccio prendo posto in quarta fila ed è solo quando il professore ha già cominciato a spiegare che Jason Todd entra, istintivamente lo fisso andare a sedersi nell'unico posto libero in fondo all'aula ed è quando mi nota che s'irrigidisce, proprio come qualche ora prima il ragazzo mascherato si irrigidì nella mia stanza quando notò la mia presenza.
Riporgo la mia attenzione al professore che con un microfono vicino la bocca ha ricominciato a spiegare, ascoltarlo si fa incredibilmente difficile quando la mia mente nuovamente mi riporta ad una sera fa e quella sensazione di averlo già visto, già conosciuto diviene una speranza.*spazio d'autrice*
Spero vi stia piacendo e che non ci siano errori. ♥️
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Una Notte
Fanfiction//estratto parte 3// «Bruce Wayne ha per caso nipoti o roba simile?» chiedo abbassando la voce pian piano. George alza un sopracciglio e poi sospirando risponde «no, ma ha adottato un ragazzo, Jason Todd » //estratto parte 16// «no» lentamente mi...