Capitolo 1

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Tish's POV 

13 settembre.

<<Attenzione: il gate del volo 189343 diretto a New York chiuderà tra quindici minuti. Si invitano, pertanto, i signori passeggeri a raggiungere il gate quanto prima. Grazie.>> 

<<E' il mio volo, devo andare.>> 

<<Lo so.>> 

Penserete che è passato tanto tempo da quando ho rincontrato Alberto a Londra, vero? Nah, sono solo trascorsi pochi mesi e tanti aerei. Ma questo è il volo più importante. 'Ma dai, non ci credo, più importante di quello di tre anni fa per Londra?' Sì, più importante di quello, vocina nella mia testa. La partenza per Londra era piena di sogni e speranze; la partenza per New York è piena di realtà e progetti concreti. 'Quindi te ne vai di nuovo lasciando Alberto da solo?' Oh che stress questa vocina! No, non lo lascio solo... ok, sì, lui rimarrà in Italia, ma non ci stiamo lasciando... ci stiamo solo allontanando di qualche chilometro. 'Dicono tutti così... poi si va a finire sempre alla rottura, soprattutto quando il viaggio è di un tempo indefinito'. Cara vocina nella mia testa, già è difficile per me, se ti ci metti pure tu è la fine. Questa è la risposta che ho dato a qualsiasi persona abbia pronunciato queste frasi nei giorni precedenti alla mia partenza. E per quanto io sia felice di tutto quello che sta succedendo alla mia carriera, non riesco a godermi tutto appieno. Sto fissando Alberto seduto che guarda un punto nel pavimento dell'aeroporto, non mi ha rivolto un solo sguardo da quando abbiamo lasciato stamattina la sua casa a Milano per venire qui e non proferisce parola, se non monosillabi o piccole frasi fredde. Sta male, e io sto male quanto lui nel vederlo così; per questo non riesco ad essere super entusiasta di ciò che mi aspetta. 

<<Albe, mi guardi due secondi?! Devo andare!>> inizio ad arrabbiarmi, alzando anche un po' il tono della voce; fortunatamente siamo pochissime persone in quest'area dell'aeroporto. Finalmente alza gli occhi lucidi, ma non dice nulla. <<Scusa. Vorrei salutarti bene.>> dico calmandomi. Si alza in piedi e mi abbraccia, portando la mia testa nell' incavo del suo collo. Lo stringo forte e, ahimè, l'emozione mi tradisce e qualche lacrima comincia a scendere. Sapevo non sarebbe stato facile, sapevo sarebbe stato anche più difficile della partenza per Londra, perché adesso è diverso, adesso stiamo insieme. 

<<Ti amo.>> mi sussurra durante il nostro abbraccio. 

<<Non aspettarmi.>> 

Lui si stacca improvvisamente da me e mi guarda interdetto. Forse l'ho sorpreso? Beh, probabile. <<Che significa?>> 

<<Beh, l'ultima volta ti avevo detto di aspettarmi e tu non mi hai aspettata... può darsi che se ti dico di non aspettarmi, tu mi aspetterai.>> 

<<Scema>> sorride e torna ad abbracciarmi. 

<<Albe, rischio di perdere il volo>> mi stacco e riprendo in mano il manico del trolley. 

<<Era questo il mio obiettivo!>> 

<<Certo, sì, io la lettera non me la dimentico!>> 

<<Ti aspetterò qui fuori quando tornerai, promesso.>> mi accarezza una guancia. 

<<Tanto tu sarai sempre con me attraverso il mio portafortuna>> caccio fuori dalla tasca dei jeans un foglio piegato in quattro. <<Resterai per sempre.>> lo guardo negli occhi. 

Lui non mi risponde a parole, ma con un bacio, un breve bacio per non perdere il volo. <<Allora ciao, piccola Tijana.>> 

<<Ciao, amore mio.>> 

We're far from the shallow 2 || TishertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora