Capitolo 3

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Tish's POV 

22 settembre. 

Gli studi discografici americani sono diversi da quelli italiani; se quelli di Milano mi sembravano immensi, questi sembrano contenere un'intera città. Mi hanno comunicato che il 9 ottobre terminerò la fase di stage con gli esperti e inizierò a lavorare da sola e a presentare i miei primi prodotti. Sono molto in ansia, perché nonostante potrei scrivere di quanto mi manca l'Italia, la mia famiglia, Alberto, l'ispirazione non riesce ad arrivare; e la mia paura è che non arrivi neanche quando dovrò iniziare a lavorare seriamente. Uno dei miei maestri, che ha scritto per artisti di fama mondiale come Lady Gaga, Beyonce e non vi sto neanche a fare l'elenco completo perché sono veramente tanti nomi importanti della musica, mi ha consigliato di partire dalle piccole cose del quotidiano per tirar fuori un buon pezzo. Potrei anche scrivere sulla colazione che ho mangiato, sulle strade su cui ho camminato, o su cose che ritengo futili, ma che funzionano. L' ukulele ormai non basta più; ora serve la Fender, il regalo di mio padre, che ho tenuto con me a Londra e ho portato anche qui a New York. Trovo un angolino solitario dove poggiarmi per buttare giù qualche accordo, ma sembra più difficile del previsto; suono, ma non esce nulla, non escono le emozioni. 

<<Merda!>> esclamo, dopo l'ultimo accordo non riuscito. 

<<Oh, che bello! Non sono più l'unico italiano qui>> Giro lo sguardo verso la mia destra e noto che c'è un ragazzo in piedi che mi fissa; alto, magro, biondo e con un sorriso stampato in faccia. Lo guardo interdetta, come guardo sempre chi non conosco... sono timida e riservata, cosa volete che vi dica. Lui si avvicina e si siede di fronte a me, sembra molto sicuro nei suoi movimenti e dello spazio in cui ci troviamo; probabilmente conosceva già questo angolino, o lavora qui da molto tempo. <<Quando vivi a New York da un anno e senti qualcuno parlare in italiano, beh... ti senti a casa.>> 

<<Io ci vivo da nove giorni e già mi manca la mia città.>> sorrido. 

<<Valerio, piacere. Dall' accento deduco tu sia del Nord Italia...>> mi porge la mano. 

<<Gorizia, anche se i miei sono serbi.>> gliela stringo. <<Tish, piacere. Di dove sei?>> 

<<Perché, non si sente?!>> ride. 

<<Sinceramente... no>> 

<<Avrai conosciuto pochi siciliani allora. Sono di Catania.>> Ne ho conosciuto solo uno in effetti, ma forse il più importante. 

<<Il mio ragazzo è siciliano, di Messina. Ma non parla come te...>> 

<<L'accento cambia da città in città, ma l'impronta resta la stessa>> commenta. 

<<Ah, ecco...>> 

<<La domanda meno scontata della Terra: cosa ci fai qua?>> 

Dirò: è simpatico, o almeno, si mostra come un tipo simpatico. Non so se perché voglia provarci con me o semplicemente è il suo carattere. 

<<Mi hanno presa come autrice. Sono in prova per il momento... sto seguendo delle lezioni con degli esperti e poi inizierò. Tu?>> 

<<Sono un chitarrista. Suono per Lewis Capaldi.>> 

<<Lewis Capaldi?! Wow>> rimango sbalordita. <<Come... insomma... cosa hai fatto per arrivare a Lewis Capaldi?!>> 

<<Lo so che non sembra, ma sono bravo.>>

<<Non intendevo questo>> rido, e lui con me. 

We're far from the shallow 2 || TishertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora