Alberto's POV
25 settembre.
<<Che pesantone che sei! Pensi di restare così fino a quando non rivedrai la tua Tish?>>
Sì, mi manca. Sono passati dodici giorni da quando è partita, ma mi manca come fossero mesi. Samuel, il mio nuovo produttore, mi prende in giro, perché dice che sono diventato troppo puntiglioso e sbuffo ad ogni cosa che mi viene proposta. La verità è che sono annoiato, mi annoio a stare a Milano senza la mia famiglia e, soprattutto, senza Tish.
<<Mi manca, che devo fa'?!>>
<<Tanto tra pochi giorni andrai da lei, su. Non ti abbattere>>
E' facile dirlo quando non sai che sono dovuto rimanere senza la mia ragazza per oltre un mese dopo che ci eravamo messi insieme, perché lei faceva Italia-Londra di continuo. Non posso neanche chiamarla, dato che qui sono le dieci del mattino e a New York le quattro, quindi la sveglierei inutilmente per dirle soltanto che mi manca. Da accovacciato su una poltroncina della Sala 9 torno ad una posizione normale e mi siedo sullo sgabello del piano, posizionando le mie dita su di esso e suonando una melodia che mi ronza in testa da alcuni giorni.
<<E questa da dove l'hai tirata fuori?>> mi interrompe Samuel.
<<Ci lavoro da qualche giorno. Ma non ho ancora trovato un testo...>>
<<Beh, che problema c'è: chiamiamo il miglior autore della Universal e ti facciamo scrivere un testo perfetto.>>
<<No, Samuel, in verità... vorrei lavorarci da solo a questo brano... scrivere anche io il testo.>>
<<Va bene, nessuna pressione.>> alza le mani. <<Ma ha le premesse per diventare uno dei brani più belli della tua carriera.>>
<<Speriamo...>> abbasso lo sguardo sui tasti del pianoforte.
<<Dai, pausa caffè e sigaretta. Quindici minuti e torniamo a lavoro>>
La Sala 9 mi ricorda Tish, tutto qui mi ricorda Tish; dall' ingresso della casa discografica, ai corridoi con i dischi, a quel pianoforte che ho appena suonato, alla saletta di incisione. Esco dagli Studi per prendere una boccata d'aria e guardo il panorama di fronte: vivo a Milano da tanto ormai, ma nulla sarà minimamente paragonabile alla mia Messina. Sento qualcuno venirmi addosso e mi giro di scatto, notando una ragazza raccogliere dei fogli caduti a terra.
<<Scusami, non vol... Alberto?>> Alza gli occhi e la guardo: Maya. Cosa ci fa a Milano? Quando ci siamo lasciati si era trasferita di nuovo a Palermo.
<<Maya, ciao... che ci fai di nuovo a Milano?>>
<<Sto bene, grazie.>> cambia discorso per farmi notare la mia domanda inopportuna.
<<Scusami... è che pensavo di non rivederti più...>>
<<Ero tornata a Palermo, infatti. Poi mi hanno chiamata per un colloquio di lavoro a Milano ed eccomi di nuovo qui.>>
<<Ah... ehm... io sono in pausa. Tra un po' devo rientrare in sala prove. Ma... se ti trovi in zona... ecco... potresti anche chiamarmi... non so, mangiamo qualcosa insieme...>>
<<Sì, per me va bene>> sorride.
Per me Tish resta sempre la più bella, ma devo ammetterlo: il sorriso di Maya ti rapisce. Si allontana con i fogli tra le mani e ogni tanto si gira per guardarmi; io faccio finta di nulla, calo lo sguardo o guardo altrove. All' improvviso mi arriva un messaggio, da parte di Tish: Non riesco a dormire... Guardo di nuovo verso Maya che si allontana sempre di più e poso il cellulare, senza rispondere.
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We're far from the shallow 2 || Tisherto
FanfictionTu ricordami lo stesso, ricordati quello che siamo stati, ricordati dei miei occhi nei tuoi. Ricordati che siamo lontani dalla superficie. Prima, ora, sempre.