Capitolo 21

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Tish's POV 

25 giugno. 

Gli ospedali mi fanno paura, mi hanno sempre dato un senso di terrore... beh, è normale penserete voi, ma le mie sensazioni le trovo piuttosto strane. Non si viene mai in ospedale per cose belle, e infatti mi trovo qui perché un paio d'ore fa Josif stava giocando con dei suoi amichetti e la mamma di uno di loro mi ha avvisato che mio figlio era svenuto; l'ambulanza l'ha subito portato qui, quindi dubito sia un 'normale' svenimento. Eppure sono da due ore seduta su questa sedia bianca, da sola, e nessun medico mi ha detto nulla. Se potesse succedergli qualcosa di grave non so precisamente cosa farei... probabilmente perderei la testa; Josif è tutto per me, è come la mia anima reincarnata in un altro corpo, ed è anche l'unica persona che mi lega attualmente ad Alberto e che mi legherà per sempre a lui. Camminare nervosamente nel corridoio non mi ha aiutato fino ad ora, e quindi mi sono fermata, immobile, seduta, con lo sguardo fisso in un punto del pavimento. Interminabili minuti continuano a scorrere senza avere delle notizie; nessun medico è passato di qui fino ad ora e a nessuno ho potuto chiedere. 

<<Tish... hey...>> 

Mi volto di scatto e, accanto a me, c'è seduto Alberto. Che ci fa qui Alberto?! Non mi interessa, perché non voglio restare da sola in questa situazione. <<Ma... come sei arrivato qui?>> 

<<Sono venuto a casa tua e una signora mi ha detto che eri corsa in ospedale... mi son fatto spiegare dov' era ed eccomi qua>>

<<Sono qui da due ore e nessuno mi dice nulla...>> torno ad avere lo sguardo basso. 

<<Ma cos'è successo?>> 

<<Josif è svenuto... ma a quanto pare non era uno svenimento di pochi secondi... già in passato il pediatra mi disse che gli sarebbe potuto capitare per via di un piccolo problema cardiaco che ha dalla nascita...>> 

<<Ho capito cosa intendi... anche mio padre ne ha sofferto da giovane, me lo ha raccontato...>> Allora è sicuramente qualcosa di genetico. 

<<Io ho paura...>> comincio a piangere come una bambina. 

<<No, dai, andrà tutto bene>> mi abbraccia, e proprio lì, tra le sue braccia forti, ritorno ad essere quella ragazza che sapeva perdersi dentro quegli abbracci. <<Tranquilla, piccola Tijana. Andrà tutto bene.>> 

<<Che ci fai a Gorizia?>> torno a prendere il controllo di me e mi stacco dal suo petto.

<<Non ricordi? Dovevi dirmi qualcosa, ma solo se fossi venuto a Gorizia>> 

<<Ah, sì, giusto...>> Anche se ora non sarebbe proprio il momento adatto. 

<<Vado a prenderti un bicchiere d'acqua?>> 

<<No, grazie>> 

Finalmente da una delle stanze esce un medico che chiede di me; sia io che Alberto scattiamo in piedi, quest' ultimo infatti sembra essere molto preoccupato, nonostante non conosca Josif né sappia che è suo padre. 

<<Oh, lei è il cantante... mia figlia è una sua grande fan>> gli stringe la mano il medico.

<<Grazie mille>> sorride Alberto.

<<Non sapevo avesse un figlio...>> 

Panico. 

<<No, non è mio figlio...>> 

<<Ah, che strano, avrei giurato che lo fosse invece... vi somigliate molto...>> 

Panico raddoppiato. 

We're far from the shallow 2 || TishertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora