Tish's POV
17 luglio
Cosa mi spingerebbe ora a guardarti negli occhi prima che tu parta e a far finta di niente riguardo a ciò che ho sentito alla radio? Già, perché tu tra poche ore sarai lontano migliaia di chilometri, Albe, e dovrò aspettare mesi per rivederti di nuovo. E in questi mesi saranno cambiate tante cose... Silvia sarà in procinto di partorire, tu sarai preso nello starle accanto e non far mancare nulla neanche alla piccola Rebecca; Josif mi continuerà a chiedere di te, ma io dovrò chiedergli di aspettarti e di avere pazienza... un bambino di cinque anni, però, di pazienza ne ha veramente poca. E come saremo noi tra qualche mese? Sì, io e te, Albe, come saremo? Cambiati? Maturati? Bei tempi quando la mia unica preoccupazione era scoprire dopo il mio esame di maturità cosa sarebbe arrivato... ed è arrivato il mondo. Non so bene di preciso dove sto andando, sto semplicemente camminando nell' aeroporto come una svampita, cercando il tuo sguardo, anche se sarà complicato. Ma i tuoi occhioni verdi sono rivolti verso il basso, sì, ti vedo, te ne stai lì seduto su quella specie di panchina e guardi il pavimento, mentre Rebecca cerca di attirare la tua attenzione e Silvia è troppo impegnata ad utilizzare il cellulare. Me lo ricordo bene quando riuscivo a capire anche i tuoi pensieri, e tu i miei; ora no, ora mi arriva il vuoto. E potrai anche dire alla radio che Silvia sia la donna della tua vita, ma non l'hai mai portata da Ciccio. Accanto a me c'è un ragazzo alto, capelli rossicci corti, avrà più o meno la mia età, e ha una chitarra. Lampo di genio!
<<Scusa, posso?>> gli chiedo indicando la custodia. Mi guarda in modo strano, come se non avesse capito cosa gli stessi chiedendo. <<You speak Italian?>> ['Parli italiano?'] domando.
<<No, I'm from Scotland>> ['No, sono scozzese'] mi risponde.
<<Oh, I'm sorry. Can I take your guitar? Only few minutes, please...>> ['Oh, scusami. Posso prendere la tua chitarra? Solo per qualche minuto...']
<<Oh, yes, don't worry>> ['Oh, sì, non preoccuparti'] allunga la custodia.
Gli accenno un 'grazie' con il capo e inizio a cercare nelle vicinanze uno di quei soliti altoparlanti degli aeroporti; continuando nella mia ricerca, mi allontano definitivamente da Alberto e, al gate opposto, vedo una hostess parlare ad un microfono e la sua voce inizia a propagarsi in tutto l'aeroporto.
<<Scusi>> mi avvicino con passo svelto. <<Posso usare questo microfono? La prego, è una questione urgente>>
<<Mi dispiace, ma può essere utilizzato dai passeggeri solo in casi di smarrimenti>>
<<Infatti il mio è uno smarrimento>> Bugia a fin di bene, ormai hai imparato, cara Tish! <<Non riesco a trovare una persona...>> Guardo la chitarra e arriva un altro lampo di genio. <<Dovrei, ecco... suonare una canzone... così capirà dove trovarmi>>
<<Deve dirmi il nome di questa persona...>>
<<Dica solamente che sono alla ricerca di un caricatore portatile>>
<<Inizi a fare... cioè, a cantare... poi intervengo io>> mi avvisa la hostess.
<<Grazie, grazie mille>>
La chitarra, fortunatamente, è accordata. Con le dita che tremano, comincio a suonare i primi accordi di Shallow, e dall'eco riesco a percepire ciò che stanno sentendo gli altri presenti nell' aeroporto.
Tell me something, boy
Aren't you tired tryin' to fill that void?
Or do you need more?
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We're far from the shallow 2 || Tisherto
FanfictionTu ricordami lo stesso, ricordati quello che siamo stati, ricordati dei miei occhi nei tuoi. Ricordati che siamo lontani dalla superficie. Prima, ora, sempre.