Capitolo 24 (parte 2)

170 11 0
                                    

Tish's POV 

17 luglio 

Cosa mi spingerebbe ora a guardarti negli occhi prima che tu parta e a far finta di niente riguardo a ciò che ho sentito alla radio? Già, perché tu tra poche ore sarai lontano migliaia di chilometri, Albe, e dovrò aspettare mesi per rivederti di nuovo. E in questi mesi saranno cambiate tante cose... Silvia sarà in procinto di partorire, tu sarai preso nello starle accanto e non far mancare nulla neanche alla piccola Rebecca; Josif mi continuerà a chiedere di te, ma io dovrò chiedergli di aspettarti e di avere pazienza... un bambino di cinque anni, però, di pazienza ne ha veramente poca. E come saremo noi tra qualche mese? Sì, io e te, Albe, come saremo? Cambiati? Maturati? Bei tempi quando la mia unica preoccupazione era scoprire dopo il mio esame di maturità cosa sarebbe arrivato... ed è arrivato il mondo. Non so bene di preciso dove sto andando, sto semplicemente camminando nell' aeroporto come una svampita, cercando il tuo sguardo, anche se sarà complicato. Ma i tuoi occhioni verdi sono rivolti verso il basso, sì, ti vedo, te ne stai lì seduto su quella specie di panchina e guardi il pavimento, mentre Rebecca cerca di attirare la tua attenzione e Silvia è troppo impegnata ad utilizzare il cellulare. Me lo ricordo bene quando riuscivo a capire anche i tuoi pensieri, e tu i miei; ora no, ora mi arriva il vuoto. E potrai anche dire alla radio che Silvia sia la donna della tua vita, ma non l'hai mai portata da Ciccio. Accanto a me c'è un ragazzo alto, capelli rossicci corti, avrà più o meno la mia età, e ha una chitarra. Lampo di genio! 

<<Scusa, posso?>> gli chiedo indicando la custodia. Mi guarda in modo strano, come se non avesse capito cosa gli stessi chiedendo. <<You speak Italian?>> ['Parli italiano?'] domando. 

<<No, I'm from Scotland>> ['No, sono scozzese'] mi risponde. 

<<Oh, I'm sorry. Can I take your guitar? Only few minutes, please...>> ['Oh, scusami. Posso prendere la tua chitarra? Solo per qualche minuto...'] 

<<Oh, yes, don't worry>> ['Oh, sì, non preoccuparti'] allunga la custodia. 

Gli accenno un 'grazie' con il capo e inizio a cercare nelle vicinanze uno di quei soliti altoparlanti degli aeroporti; continuando nella mia ricerca, mi allontano definitivamente da Alberto e, al gate opposto, vedo una hostess parlare ad un microfono e la sua voce inizia a propagarsi in tutto l'aeroporto. 

<<Scusi>> mi avvicino con passo svelto. <<Posso usare questo microfono? La prego, è una questione urgente>> 

<<Mi dispiace, ma può essere utilizzato dai passeggeri solo in casi di smarrimenti>> 

<<Infatti il mio è uno smarrimento>> Bugia a fin di bene, ormai hai imparato, cara Tish! <<Non riesco a trovare una persona...>> Guardo la chitarra e arriva un altro lampo di genio. <<Dovrei, ecco... suonare una canzone... così capirà dove trovarmi>> 

<<Deve dirmi il nome di questa persona...>> 

<<Dica solamente che sono alla ricerca di un caricatore portatile>> 

<<Inizi a fare... cioè, a cantare... poi intervengo io>> mi avvisa la hostess. 

<<Grazie, grazie mille>> 

La chitarra, fortunatamente, è accordata. Con le dita che tremano, comincio a suonare i primi accordi di Shallow, e dall'eco riesco a percepire ciò che stanno sentendo gli altri presenti nell' aeroporto. 

Tell me something, boy 

Aren't you tired tryin' to fill that void?

Or do you need more?

We're far from the shallow 2 || TishertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora