Capitolo 17

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JAMES POV

Sono passate due ore di merda da quando Justin ha tirato lo schiaffo a nostra sorella e sono ancora incazzato, é da due fottutissime ore che Ally piange e il segno rosso non li é ancora andato via.

Andai ad aprire a quello stronzo solo per tirargli un pugno e dirgli che é un coglione ma appena aprì lo trovai steso sulla soglia della porta con il cellulare in mano che dormiva e nostra madre in piedi di fronte a lui con le braccia incrociate e uno sguardo confuso.

"Ti spiego dopo mamma"

Le dissi, cercando di inventare una scusa. Avrei dovuto parlarne con Ally per vedere se aveva idee.

"Svegiati, Justin? Oooiiii?! Justin muovi il culo e alzati!!"

Gli gridai dandogli dei calcetti alle gambe, nostra mamma scavalcó Justin e entrando posó la borsa su un ripiano.

"Voglio un elefante"

Ma che é scemo? Ok no, sto qui é andato di brutto.

"Ma quale elefante demente! Svegliati se no ti richiudo fuori"

"Come siamo scorbutici di prima mattina"

Disse alzandosi e pulendosi i jeans con le mani.

"Sveglia! Sveglia, sono le 8 di sera! Che si scemo in culo proprio!"

Dissi 'bussando' nella sua testa per vedere se c'era qualcuno -cosa iprobabile dato che il suo cervello é andato alle Bahamas già da quando é nato-

"Smettila se no ti spacco la mano"

Disse minacciandomi, feci un sorrisino tanto per istigarlo.

"E poi magicamente la mamma saprà come mai ti trovavi fuori dalla porta che dormivi, vero?"

Gli feci un sorrisino soddisfatto, mi guardó con uno sguardo assassino e entró dandomi una spallata.

Chiusi la porta e lo vidi salire le scale, gli corsi dietro salendo le scale. Stava andando verso la stanza di Ally, feci una corsetta e lo fermai per un braccio.

"Non la toccare, stronzo"

"Non dirmi cosa devo fare pivello"

Sbraitó sotto voce per non farsi sentire, con uno strattone si sottrasse dalla mia presa, gli passai davanti spintonandolo facendolo indietreggiare.

"Non provare ad avvicinarti a lei"

"Levati"

Mi spinse per terra e entró nella stanza di Ally chudendosi a chiave, diedi un pugno per terra rassegnato.

JUSTIN POV

Mi chiusi nella sua stanza, stava dormendo stringendo il cuscino, in quel momento mi fece tenerezza.

Tolsi le scarpe e mi sdraiai accanto a lei con la faccia verso il mio torace e l' abbracciai, lei si sveglió e cercó di spingermi via, questo gesto mi fece male ma come non biasimarla? Gli avevo tirato uno schiaffo e aveva tutta la guancia rossa.

"No, no, no, no, Ally ferma... non voglio farti niente... ti prego fermati"

"Vai via! Via! Non ti voglio più vedere! Mai mai mai più"

La strinsi ancora più forte cercando di attirarla a me, dopo un po cedette e pianse sul mio petto tirandomi leggeri pugni.

"Mi dispiace"

"Non mi importa, non m' importa né delle tue scuse né di te, vattene e non toccarmi"

"Va bene, se é questo quello che vuoi me ne vado"

Mi alzai e andai verso la porta girai la chiave nella serratura e l'aprì, me ne andai nella mia camera.

*il giorno dopo a scuola*

"DIMMELO!"

Urlai spazientito dandogli un pugno in faccia e rompendoli un labbro, non mi rispose e cadde sul pavimento dello sgabuzzino.

"Va bene, se non me lo dici con le botte faremo in un modo più eccitante"

"No, basta ti supplico... non ce la faccio più"

La trascinai fuori e la portai al terzo piano dove non poteva andare nessuno per via di un incendio avvenuto anni fa.

Entrammo in un aula, di solito ci andavo perché era l'unica con la chiave oltre i bagni ma erano troppo rovinati dal fuoco quindi andavo lì così potevo non essere disturbato.

La buttai a terra e chiusi l'aula a chiave infilandomi la chiave nelle mutande così se la voleva sarebbe dovuta entrare nelle mie mutande. Il contatto con la mia pelle e il metallo freddo me lo fece indurire di poco.

La raggiunsi e la presi per i fianchi tirandola su e facendola sbattere contro il muro.

"Vuoi dirmelo o devo arrivare fino in fondo?"

Non mi rispose, lo prendo come un no, le baciai il collo palpandogli il culo, un leggero gemito uscì dalle sue labbra ma subito dopo s'irrigidì, mi spostai mordicchiandoli e leccandoli il lobo, spostando la mano destra sulla schiena sfiorandola appena, la pelle d'oca ricoprì tutte e due le braccia compreso la schiena facendola inarcare, sorrisi tornando sul suo collo cambiando lato.

Un gemito strozzato uscì dalle mie labbra quando lei spostando una gamba mi accarezzó l' amichetto.

"No, basta! Non farmi questo... perché? Perché ti interessa sapere del mio passato?"

"Questo non é importante, tu dimmelo e basta"

"Non voglio"

"E perché?"

"Lo sanno poche persone, quelle di cui mi fido"

"Se non me lo dici dovró spingermi oltre... e tu non vuoi questo vero?"

"No"

"Bene allora cosa aspetti?"

Non rispose e tenne lo sguardo basso, scossi la testa e feci un sorrisetto chiudendo gli occhi per qualche istante.

"Bene, l'hai voluto tu"

Mi avventai su di lei togliendoli la maglietta e il reggiseno lei urló di smetterla ma non l'ascoltai, le bloccai i polsi sopra la testa con una mano e con l'altra le toccai il seno, leccai il capezzolo mentre lei ulava e si dimenava piangendo.

"Vuoi che continui?"

Scosse la testa per negare, le sue gambe tremavano come tutto il resto del suo corpo, la presi per i fianchi per non farla cadere.

"Bene, allora me lo vuoi dire?"

"Si, basta che mi lasci in pace"

Dichiaró rassegnata.

"Te lo prometto"

"Tu non mantieni le promesse"

Disse sussurrando.

Hey buon natale in ritardo, a voi cosa vi hanno regalato?  A me soldi e libri, ma con i soldi vorrei comprarmi una napapjiri.

Bieber, il mio incuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora