Garantito

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La mattina della Vigilia io ed Harry ci alzammo di buonora, stranamente. Il profumo delle uova e dei pancakes made in Weasley pervasero in poco tempo la nostra camera e sarebbe stato impossibile continuare a rigirarsi nelle coperte. Almeno per me. E a quanto pare Harry era del mio stesso avviso.
Dopo una colazione abbondante e nutriente, soprattuto abbondante, ci lavammo e due bei scambi a Quidditch ci sembrarono un degno modo di impiegare la mattinata. Dopo un paio d'ore si unirono a noi anche Fred e George e iniziammo un breve ma intenso 2vs2. Io e George contro Fred e Harry; Ginny, invece, rimase a terra e si divertiva a puntualizzare sistematicamente ogni mio minimo sbaglio.
«Sarebbe stato meglio prendere Cormac in squadra, Harry. Io te l'avevo detto» furono le ultime parole famose della piccola di casa Weasley, prima che la pluffa la colpisse in pieno stomaco.
Harry si precipitò da lei per assicurarsi delle sue condizioni e, una volta verificato che non ci fosse nulla fuori posto, mi rivolse un occhiataccia pietrificante.
«Questo è stato un colpo basso, Ron. È pur sempre una ragazza!» sbraitò. Ginny non sembrò molto d'accordo con le ultime parole del moro.
«Il suo lo è stato di più, amico» risposi io con un alzata di spalle.
Prima che uno fra Harry e Ginny potesse controbattere, mentre i gemelli se la ridevano di gusto, spuntò fuori dalla finestra la testa della signora Weasley, che fortunatamente per me sembro non accorgersi dell'accaduto.
«Ora basta! Scendete da quella diavolerie! Il pranzo è pronto».
Scendendo dalla scopa passai accanto ai due piccioncini, ancora uno accanto all'altro dopo il nefasto avvenimento.
«Come passa il tempo quando ci si diverte» ghignai e continuai per la mia strada, sentendo le occhiate cariche di cattive intenzioni dei due perforarmi la nuca.
La cucina di Hogwarts era superlativa, tanto di cappello, ma quella di mia madre era impossibile da superare. E non sto parlando solo di bontà; sembrava che nella cucina Weasley ci fossero il triplo degli elfi che c'erano al castello. E così il pomeriggio trascorse per lo più con me ed Harry sdraiati sul divano in una sorta di coma-da-cibo, esausti dalla mangiata e decisamente sconfortati al pensiero di quello che ci sarebbe toccato quella sera e il giorno seguente. Una cosa è certa: se qualcuno tenesse alla linea, casa Weasley nelle vacanze Natalizie è il posto da cui tenersi più alla larga di tutte.
Dopo una cena tutt'altro che frugale, ci trasferimmo nel salone dove, in attesa della mezzanotte, Fred e George ci deliziarono con tutte le ultime trovate dei due re degli scherzi. Tra una partita di sparaschioppo e qualche dolcetto fatto in casa, il tempo trascorse velocemente e allo scoccare della mezzanotte esplodemmo tutti in un clamoroso caos di auguri.
Tutti si scambiarono abbracci affettuosi, baci e ovviamente gli auguri di Natale ma l'ultimo a parlare di Harry che, una volta ristabilito il silenzio, si mise in piedi su una sedia.
«Oltre ai miei più calorosi auguri che ci siamo già scambiati, vorrei ringraziare il signor Weasley e la signora Weasley per avermi permesso di trascorrere qui le vacanze e dal primo all'ultimo membro di questa splendida famiglia per avermi fatto sentire come a casa mia. Grazie davvero». E detto ciò scese dalla sedia. Mia madre non riusciva a trattenere le lacrime e mio padre guardava Harry con affetto ma prima che io potessi prendere parola, Fred mi anticipo.
«Questa è casa tua, Harry» disse semplicemente, sorridendo.
«Garantito» aggiunse subito dopo George.

I've known for a long time - RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora