Colpita e affondata

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Improvvisamente sentì qualcosa esplodere nel mio stomaco, e questo non è assolutamente un bene. Di solito quando sento il mio stomaco lamentarsi ci sono due alternative e nella situazione in cui mi trovavo entrambe sarebbero state un grosso problema; se si fosse trattato di fame ci avrei dovuto fare i conti fin quando non saremmo arrivati alla tana, dal momento che l'Hogwarts Express, per quanto possa essere accessoriato, non ha una zona ristorante. La seconda alternativa non era meno critica della prima, visto che il bagno di servizio del treno era grande più o meno quanto l'armadio delle scope; tuttavia, un secondo lamento proveniente dalla mia pancia mi fece capire che si trattava proprio di questo. Ripensandoci, avrei dovuto prevederlo nel momento in cui il mio migliore amico ha ordinato letteralmente tutto il carrello dal carrello dei dolci. Gran bell'idea del cazzo. Una volta aperta la porta dello scomparto mi accorsi con grande sorpresa che i corridoi del treno erano deserti.

'Meglio così. Non rischierò di uccidere qualcuno con le mie puzzette di assestamento' pensai. Corsi dritto fino alla porta del bagno ma quando la aprì venni risucchiato dentro un vortice, il che non fu di grande aiuto per il mio problemino.

Sbattei più volte gli occhi per capire dove mi trovassi e quando realizzai dove effettivamente fossi finito mi sembrò assurdo. Gli appartamenti di Lumacorno. Addobbati come la sera della cena.

Qualcuno si divertiva a prendermi per il culo, evidentemente.

Avanzai verso il centro della sala e restai sorpreso che di tutta la gente presente quella sera dal vecchio Luma non ve n'era la minima traccia; indagai con lo sguardo intorno a me per diversi minuti.

Avevo quasi perso le speranze, quando ad un tratto notai una coppietta felicemente seduta sul divanetto. Da lontano non riuscivo a capire di chi si trattasse e tentai di avvicinarmi ma c'era qualcosa che me lo impediva, come una barriera invisibile. Non riuscivo a muovermi, come se fossi stato pietrificato. Immediatamente la coppia si alzò e iniziò a camminare verso di me, fermo al centro della stanza. Man mano che ci avvicinavano riconobbi quella che già sospettavo essere la chioma di Hermione e al suo fianco c'era ovviamente McLaggen. Chi se non lui? Camminavano minacciosamente verso di me, a passo svelto e sincronizzato, senza battere ciglio. Non potevo neanche indietreggiare, ero fottutatemente bloccato. Loro non sembravano avere la benché minima intenzione di fermarsi e la distanza tra me e loro diventava sempre più piccola. L'impatto era ormai imminente e appena arrivarono a pochi centimetri chiusi gli occhi istintivamente. Ma non successe niente. Mi passarano attraverso, come avevo fatto io diverse volte con Sir Nicholas. 'Questo è il karma, Ron'.

Mi ritrovai voltato verso di loro, che cominciarono a ballare su una musica che io non sentivo. D'un tratto interruppero le danze e iniziarono a baciarsi con passione. McLaggen le ficcò letterlamente la lingua tra le labbra e poi fece scendere la sua mano in un luogo poco ortodosso, ma effettivamente appropriato dato il contesto, strizzando una natica di Hermione che trasalì.

"Il tuo Weasley questo non lo avrebbe mai fatto" disse il verme viscido con un sorrisetto provocante.

Quello era decisamente troppo. Improvvisamente notai che avevo ripreso il controllo del mio corpo, evidentemente la rabbia aveva spezzato l'incantesimo o quello che cazzo era. Mi avvicinai furioso a McLaggen, con i pugni serrati e deciso a spaccargli il setto nasale, ma un attimo prima di colpirlo mi svegliai di soprassalto sul sedile, di fronte a Harry e accanto ad Hermione.

Un attimo. Hermione?

Mi voltai verso di lei, confuso e spaventato allo stesso tempo. Mi stava guardando dormire e non appena mi ero svegliato aveva distolto lo sguardo. Si capiva dalla sua espressione imbarazzata.

«Che cosa ci fai qui?» domandai freddo. Molto più freddo di quanto pensassi, evidentemente una parte di me mi aiutava ad esprimere i sentimenti che provavo verso di lei in quel momento.

«Fino a prova contraria questo è anche il mio vagone» rispose sorridendo e indicando le iniziali incise sul bracciolo. «Ad ogni modo, Ron, io credo di doverti delle spieg»

«No, ne ho abbastanza». Mi guardò stupita. «Vattene. Vai via. Lasciami in pace»

I suoi occhi si bagnarono leggermente.

«No Ronald, non me ne vado» insisté lei. Era sul punto di scoppiare a piangere, ma non riuscivo a capire. Che cazzo aveva LEI da piangere?!

«Benissimo. Me ne vado io». Mi alzai e raccolsi le mie cose. «Per la seconda volta».

Colpita e affondata.

I've known for a long time - RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora