Lilith

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Lilith è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella prima religione ebraica, che potrebbe averla appresa dai babilonesi assieme ad altri culti e miti.
Nella religione mesopotamica Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C.
Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo, quindi precedente ad Eva, fuggì da Adamo rifugiandosi nel Mar Rosso. Pretendeva di godere degli stessi privilegi del suo consorte in quanto nata anch'essa dalla polvere del suolo. Sebbene alcuni studiosi datassero l'origine verso l'VIII secolo a.C., le trascrizioni mesopotamiche accennano a questa figura già dal III millennio a.C.
Lilith compare nell'insieme di credenze dell'Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una civetta che lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di re Giacomo. Invece secondo la tradizione della cabala ebraica è il nome della prima donna creata, prima compagna di Adamo e precedente a Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell'immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.
Alla fine dell'Ottocento, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale, la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile.
Il suo corrispettivo astronomico è un presunto satellite della Terra, ritenuto compagno della Luna, in seguito identificato con la Luna Nera, che corrisponde all'apogeo dell'orbita lunare, cioè il punto dell'orbita più lontano dalla Terra.
Esiste una tradizione secondo la quale viene posto attorno al collo dei neonati di sesso maschile un amuleto con iscritti i nomi dei tre angeli Senoy, Sansenoy e Semangelof  per proteggerli da Lilith prima della circoncisione rituale. Secondo un'altra versione si traccia un cerchio magico attorno alla culla con i nomi degli angeli.
Un'altra tradizione ancora prevede che si aspetti a tagliare i capelli ad un ragazzo per far credere a Lilith che si tratti di una ragazza.
Nei ragazzi adolescenti si pensa poi che provochi le eiaculazioni notturne con cui genera demoni, comportandosi in tal modo come spirito succubo, analogo femminile dello spirito incubo maschile.
Lilith è uno dei miti più complessi dell'antichità. E' anche il simbolo della rivendicazione dell'uguaglianza della donna con l'uomo, della donna che non si adegua a "stare sotto" e che sfida i confini imposti alla sua autonomia.
Per poter tracciare i contorni del mito di Lilith, dobbiamo chiamare in causa il testo della Genesi, ovvero il primo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana - composto di 50 capitoli, i cui primi 11 narrano la preistoria biblica ovvero la creazione, il peccato originale e il diluvio universale.
Soffermiamoci sui primi due capitoli. Seppur con versioni diverse, essi narrano della creazione del mondo e dell'uomo.
Mentre nel primo "Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò", nel secondo avviene prima la creazione dell'uomo con polvere del suolo e poi, dalla costola di Adamo, quella della donna chiamata Eva.
E' nella contraddittorietà di queste due versioni e del loro significato - in cui viene riconosciuta e in seguito negata la pari dignità tra uomo e donna - che affonda le radici il mito di Lilith, la prima moglie di Adamo, creata come lui a immagine e somiglianza di Dio, antecedente a Eva .
Secondo la Torah ebraica, Dio diede ad Adamo una prima compagna, a lui contemporanea nella nascita. Essi vissero insieme nel giardino dell'Eden fino a che Lilith non si ribellò e fuggì, rifugiandosi tra i demoni del deserto. Quando Dio intervenne inviando una schiera di angeli che avrebbero dovuto riportarla indietro, ella rifiutò di seguirli.
Le fonti ebraiche la descrivono come una donna dalla bellezza ammaliante, ma terrificante, con la coda di un serpente e ali di uccello.
Secondo la tradizione cabalistica, dopo la sua fuga, Lilith si accoppiò con dei demoni dando origine a esseri sovrannaturali.
Ma che ne è stato di Lilith, dopo la sua fuga? Ebbene, a dispetto dei millenni, ha continuato a "vivere". Il suo mito non si è estinto, al contrario, nel tempo si è arricchito di ogni sorta di fantasia. Arpie, Sirene, Strigi, Nereidi, Lamie.Sono tutti riferimenti ispirati alla sua figura, presenti nelle leggende di vari popoli, in periodi diversi.
Il tempo l'ha plasmata, reinterpretata, trasformata. Secondo l'iconografia cristiana, una bellissima donna nuda, con i capelli blu e gli occhi rossi. Nel tardo Medioevo, una creatura metà umana e metà serpente. Per i pittori ottocenteschi, una donna dalla bellezza irresistibile, pelosa, con gli zoccoli al posto dei piedi, i capelli ricci lunghissimi, rossi oppure oro, gli occhi di fuoco e la pelle argentea o blu.
Varianti fisiche a parte, la camaleontica Lilith ha cavalcato il tempo adattandosi ai suoi mutamenti. Diavolessa e dispensatrice di morte, dannata, vampira e seduttrice prima, ribelle e icona poi.

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