Quercia

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Nome scientifico:Quercius robur.
Nome comune:Quercia, eschio farna.
Parti usate:foglie, semi, corteccia, galle.
Componenti :Tinniti gallici,pectine flavonoidi.
Proprietà:astringenti,cicatrizzanti,antisettiche, febbrifughe.
Consigli d'uso:L'uso di alcune formule per uso interno sono desuere. L'alta concentrazione di tanniti gallici può provocare il vomito, irritazione gastrica e altri inconvenienti. La quercia può essere utilizzata per fare del caffè.
Curiosità:Dalle galle di quercia si ricava un tannito per la preparazione di inchiostri e la concia delle pelli.
Alla corteccia di questo albero sono attribuite anche particolari proprietà terapeutiche. La corteccia dei rami più giovani è costituita da sostanze come tannini, procianidine e  catechine.
Svolge un’azione astringente, antinfiammatoria e analgesica del cavo orale. In fitoterapia è spesso utilizzato come decotto, infuso o sotto forma di capsule da utilizzare su eventuale consiglio del medico. Si rivela utile per alleviare disturbi come la diarrea grazie alla sua efficacia astringente dovuta alla presenza dei tannini.
L’estratto di quercia può essere consigliato con una certa cautela anche per la sua azione stimolante dei processi digestivi. Infine, l’attività antinfiammatoria è utile per il trattamento di cute e mucose.
Il ramo di quercia era per i romani simbolo di virtù, forza, coraggio, dignità e perseveranza. Esso è sempre stato il simbolo della forza, della virilità e del valore in campo militare, come il ramo d'ulivo è simbolo della pace.
La quercia è stato il simbolo del Partito Democratico della Sinistra e poi dei Democratici di Sinistra.
La quercia è anche il simbolo del re degli dei Zeus.
nella mitologia greca le querce ospitavano due specie di ninfe, le anime degli alberi: le driadi, che potevano abbandonare l'albero, e le amadriadi che erano legate alla pianta sino alla sua morte.
Presso i Romani la quercia era il simbolo della sovranità. Per questo motivo sulle insegne dei re di Roma figurava una piccola corona di foglie dell'albero.
Germani e Celti consideravano la quercia "la rappresentazione visibile della divinità". I Druidi celebravano i loro riti nei boschi e attribuivano alla quercia poteri magici.
Anche nella Bibbia compaiono querce sacre collegate a Dio, le più famose sono le querce di Mamre alla cui ombra Dio apparve ad Abramo. Nell'ambito del Cristianesimo la quercia assume simbolismi positivi.
Le querce fornivano pregiato legname da opera. Le parti dell'albero non utilizzabili come materiale da opera fornivano un'ottima legna da ardere. Il frutto (la ghianda) veniva talvolta raccolto per ingrassare i maiali e di rado anche i conigli e le oche. Tutt'oggi la quercia fornisce un pregiato legname da opera e da ardere. I suoi boschi sono piuttosto luminosi ed ospitano diverse forme di vita.

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