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«non c'è nulla di rotto, solo una slegatura innocua, ti benderò la caviglia, non devi fare nulla, devi rimanere in riposo almeno per oggi non devi fare il bagno al mare» disse il medico, per fortuna nella nostra lingua in modo tale da capire quel che diceva

«si tranquillo, il bagno al mare di sicuro non lo farà» disse Charlie sorridendo

«grazie dottore»

«di nulla cara, qualsiasi cosa tu abbia bisogno chiamami pure»

«va bene la ringrazio»

Il medico uscì

«allora Ambar... Facciamo un tuffo?» disse sorridendo

«direi che ora ho una scusa logica per dirti di no»

«perché mi dici sempre di no? Amano tutti fare il bagno al mare» disse sedendosi nel mio letto vicino a me

«avevo 16 anni, io e miei genitori insieme ad anche mia sorella andammo a fare una gita in barca, salí una tempesta in pochi secondi, una onda travolse la barca, ma senza ribaltarla, portandosi via però i miei genitori e mia sorella. Io ero dentro in cabina, sentí delle urla e uscì fuori, ma non c'era più nessuno ormai, neanche in acqua si vedeva più nessuno, dovetti comandare da sola il timone con una mano mentre con l'altra c'eravo di chiamare la guardia costiera. L'unica cosa che mi è rimasta è soltanto una stupida borsa, quella di mia madre»

«la borsa di tua madre è quella che ti ho preso io al mare vero?»

«si, diciamo che quella borsa apparteneva a un po' tutti in famiglia, mio padre la regalata a mia madre, mia madre l'ha usava ovviamente, mentre mia sorella ogni tanto la prendeva imitando mia madre»

«ora si spiega perché ci tieni così tanto a quella borsa! Quel che non capisco però è perché non vuoi fare il bagno»

«da quando c'è stato quell'incidente, sono diventata talassofobica, ho paura del mare e di tutte le creature che ci possono essere al suo interno»

«ecco perché in aereo sembravi preoccupata ed ecco perché non hai nessuna intenzione di fare il bagno al mare»

«già»

«ti farò superare la paura promesso»

«è impossibile come cosa, la vedo dura»

«sembra sempre impossibile, finché non viene fatto»

Passarono 2 ore e si fecero le 14, era ora di pranzo.

«ti ho portato il pranzo»

«grazie Charlie»

Mangiammo insieme, io sul letto e lui sulla scrivania davanti al mio letto

In tutta quella giornata non feci praticamente nulla, apparte stare a letto e mangiare insieme a Charlie

La mattina dopo feci colazione e mi tolsi la benda.

«abbiamo una cosa da fare, ricordi?»

«si purtroppo»

Charlie mi prese per mano e mi trascinò in spiaggia contro ogni mia volontà

«inizia con i piedi»

«Charlie ci sono le razze qui vicino»

«non possono venire fino a riva, è troppo bassa l'acqua, fidati di me»

«oook»

Lasciai le mie infradito a riva e misi i piedi in acqua.

«non è così male non trovi?»

«finché posso vedermi i piedi e finché non c'è nessun essere che vuole vicinarsi a me, mi sta bene»

«allora aumentiamo il livello di difficoltà, caviglie a bagno cara»

Feci un passo avanti, ma non mi azzardai a farne un altro, le razze era lì e non esitavano ad avvicinarsi

«un'altro passo no vero?» sorrise

«ehm... No, sarebbero troppo vicine» risposi incrociando le braccia

«ok allora oggi pomeriggio ti porterò dove dico io, dove sei sopra l'acqua, ma non puoi toccarla»

«in che senso?»

«lo scoprirai»

«dai dimmi dove mi porti»

«sei troppo curiosa, oggi pomeriggio lo scoprirai»

Andai a riva a rimettermi le infradito e Charlie mi seguí

Don't escape me anymoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora