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Il pomeriggio avevamo una riunione online sul computer con tutti i nostri colleghi sull'applicazione meet

Accendemmo l'audio e telecamera per farci sentire e vedere da tutti e 40 i nostri colleghi compreso il capo.

«ora vorrei parlare con Ambar e Charlie»

«si siamo qui, l'ascoltiamo»

«ho iniziato a vedere le foto che mi avete già mandato e devo dire Ambar che non sto affatto pensando di licenziati, state facendo un ottimo lavoro, ci sono delle foto spettacolari, complimenti»

«grazie mille signore»

Lo ringraziammo e poi tolsimo l'audio

«non sai la voglia di baciarti che ho in questo momento, con gli occhiali da vista e i capelli raccolti sembri proprio una professoressa sexy»

«contegno Charlie» dissi sorridendo senza togliere lo sguardo dal computer

«per quanto tempo?» mi domandò Charlie

«finché è opportuno»

«penso sia meglio baciarti sinceramente»

Mi girai verso di lui

Si stava morendo il labbro come se non aspettasse altro

«o mio dio Charlieeee» sorrisi con lui, per poi girarmi dall'altra parte

Passò un solo minuto da quella conversazione

Poi Charlie spense la telecamera su meet

«che vuoi fare?»

«baciarti» disse prendendomi il viso e baciarmi

«ora sei apposto»

«non credo» disse per poi ribaciarmi

«Ambar, Charlie, mi sentite? » domandò il capo interrompendoci

Non ci eravamo accorti che ci stava chiamando, forse non era la prima volta che ci cercava

Eravamo troppo presi a baciarci

«si la sentiamo, ci scusi c'è stata interferenza» disse Charlie accendendo di nuovo microfono e videocamera

«si avete ragione, fate molta fatica a restare collegati, in un isola non ci sarà tanto wi fi»

«non si preoccupi ascolteremo quel che riusciamo a sentire, poi magari chiederemo a qualcuno quel che non siamo riusciti a sentire»

La riunione durò un ora, un ora interminabile per Charlie

«forza andiamo»

«dove vuoi andare a quest'ora?»

«fidati di me, andiamo a prendere un taxi»

Prendemmo il taxi e arrivammo dopo 2 ore

Devo ammetterlo, non sapere dove stavo andando mo stressava

«siamo arrivati»

«finalmente»

Mi prese per mano e mi trascinò in una grande struttura lì vicino

«ho prenotato una camera»

«a sì lei dovrebbe essere il signor Charlie, la camera che ha prenotato è già pronta, è la 304»

«perfetto grazie mille» disse prendendomi prima per mano e poi prendendo le chiavi delle chiavi

«che posto è questo?»

«tu non preoccuparti»

Arrivati davanti alla porta la aprì subito prettoloso di farmi vedere il posto dove mi aveva portato

Era una piccola stanza quasi vuota con un terrazzone aperto

Nel terrazzo non c'era altro che una grandissima amaca sospesa nel vuoto con un panorama mozzafiato

«ti piace?»

«quasi fa paura dalla bellezza»

«e se hai paura del vuoto sotto, possiamo mettere una coperta sotto per cercare di nascondere la cosa» sorrise

Ci sdraiammo sull'amaca, Charlie ordinò il pranzo e una volta arrivato lo mangiammo su di essa.

«dimmi un po', come mai vi siete lasciati tu e il tuo ex?»

«non vorrai parlare di questo vero?»

«hai ragione, non ne ho proprio voglia di parlare del tuo ex» rise

«perché non mi parli un po' di te? Non so nulla di te, tu sai di me però»

«va bene. Sono figlio unico, ho incontrato il mio primo amore in vacanza...»

«anch'io! »

«come si chiamava?»

«non me lo ricordo, sono passati tantissimi anni, la tua prima cotta, inceve, come si chiamava?»

«boh, anch'io non mi ricordo, mi ricordo solo che aveva un anno in meno di me e che ci siamo incontrati nella sala d'animazione dell'hotel dove lavorava mia cugina» spiegò Charlie

«poi vi siete persi?»

«si purtroppo si, la mattina che doveva partire non sono andato nemmeno a salutarla perché appunto mia sorella era morta quella mattina»

«va beh, non pensiamoci più»

Fecimo le ultime foto al panorama per poi andarcene perché si era già fatta sera

Don't escape me anymoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora