Capitolo 4

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-Inizi domani, ma tuo padre non dovrà saperlo, intesi?- mi rispose lo zio ed io annuii. Ero proprio eccitata, volevo imparare a usare i miei poteri, conoscere il mondo magico che credevo fosse solo una bugia per divertire i bambini, volevo vivere la mia nuova vita. Ancora non sapevo quale pericolo si nascondesse nell'ombra. Appena sono tornata in camera mia ero troppo eccitata, volevo fare un incantesimo, volevo fare una prova con le mie nuove doti. Mi concentrai su una bottiglia di plastica vuota: volevo farla levitare. La guardai per chissà quanto, ma non succedeva niente, nel silenzio più totale rintoccavano le lancette dell'orologio, mente io ero lì, piegata sue ginocchia a fissare quella bottiglia di plastica verde che non voleva saperne di sollevarsi da terra. Ricordo ancora che mi arrabbiai veramente tanto e pensai: "Ma altro che levitazione, dovresti fonderti!" E così fu, la bottiglia si fuse, facendo espandere nell'aria della camera la puzza di plastica bruciata. Aprii la finestra per far uscire l'aria e notai che sotto casa c'era Luke con un altro ragazzo, alto, con i capelli neri. Stavano parlottando tra di loro, Luke era appoggiato all'albero che si trova a qualche metro da casa, mentre Lo sconosciuto era accovacciato a terra, una gamba appoggiata, mente l'altra era piegata: tipica posa da duro. -Allora fratellone, l'hai trovata?- disse una voce squillante che mi pareva di aver già sentito: infatti era Michel, la ragazza dai capelli rossi e una gran parlantina. Dunque quello era suo fratello, però, non si assomigliano affatto! -Calma Missy, non è facile rintracciare una persona! Soprattutto se non l'hai mai vista o non hai mai sentito il suo odore!- lessi sulle labbra del ragazzo, perché non riuscivo a sentirlo. Ad un tratto lui alzò lo sguardo verso di me. Aveva gli occhi gialli e mi parve che mi stesse ringhiando. Mi concentrai a fondo e riuscii per un attimo a far illuminare il mio tatuaggio e, di conseguenza, i miei occhi divennero viola. Lui sgranò gli occhi, che presero un colore poco più scuro, intanto io chiusi la finestra e me ne andai fuori dalla stanza. -Maga Non Reclamata- sentii nella mia testa, era una voce ringhiosa, bassa, cavernosa. "Che vuoi?" Pensai, ma nessuno mi rispose. -Bah, stupido licantropo!- dissi scuotendo la testa. Avevo ancora parlato senza capire quello che avevo detto, quello era un aspetto che non mi piaceva. -Con chi parli?- disse mio padre, che era sbucato fuori dalla camera da letto. -Papà!- gli urlai contro, cercando di mantenere la calma. "Tuo padre non dovrà saperlo, intesi?" mi aveva detto lo zio, non potevi tradire la promessa! Se mi sarei arrabbiata avrei usato un incantesimo e papà avrebbe capito che i miei poteri si erano svegliati e che io avevo accettato di essere una Maga Non Reclamata. -Allora, con chi parlavi?- insisté, quando fa così mi fa saltare i nervi! "Respira, respira Jennifer, non arrabbiarti..." mi ridicevo da sola, mentre elaboravo una buona scusa. -Da sola!- dissi, poi corsi fuori di casa, per almeno un'oretta non avrei dovuto vederlo, il tempo che si dimenticasse della minichiacchierata, la sua memoria è molto a breve termine. -Ehi Nini!- Riconoscerei quella voce così acuta quanto snervante ovunque -Che vuoi lupachiotta?- dissi. Era la quarta volta che succedeva in un giorno. -Oh grandioso! Inizi anche tu con i soprannomi?- nei suoi occhi si vedeva la speranza, ma non potevo certo dirle la verità! "No, scusa, ma io sono una Maga Non Reclamata o qualcosa di simile, a volte mi capita di dare appellativi strani alla gente!" Mi avrebbe presa per pazza! -No, da dove vengo io lupachiotta è sinonimo di persona allegra!- e buttai lì un sorriso forzato. Mai sentita una bugia peggiore! -Oh grazie Nini! Ti presento mio fratello Sambriel!- disse, indicando lo sconosciuto che avevo visto prima -Ho già avuto l'onore di fare conoscenza con le sue abilità nel ringhiare!- dissi con un sorrisetto malizioso, riferendomi all'incrocio di sguardi di prima. -Bel nome Sambriel!- commentai, ovviamente scherzando -Sam, chiamami Sam.- ringhiò -Scusalo, è un cagnaccio che non vuole stare a cuccia!- disse sua sorella, dandogli un pugno sulla spalla -Allora streghetta!- mi chiamò Luke -E tu che vuoi?- Non mi ero nemmeno accorta che mi aveva chiamato streghetta -Volevo solo ricambiare il complimento di stamattina.- mi spiegò, riferendosi a quando l'avevo chiamato "vampirello" -Perché streghetta?- chiese ingenuamente Michel -Perché mi ha incantato!- disse sorridendomi, mentre tentava di avvolgere il suo braccio intorno alla mia vita. -A cuccia Dracula!- gli dissi, stavolta ero in me, solo che, guardando quei denti bianchi da accecarti, mi era saltato in mente Dracula. Il fratello di Michel mi stava scrutando dall'alto al basso e, di tanto in tanto, annusava l'aria. -Io me ne vado a casa!- ringhiò voltandosi -Cos'è, scappi con la coda fra le gambe, cagnetto?- lo prese in giro Luke -Ascolta la ragazza, va a cuccia Dracula!- gli disse, ringhiandogli contro. -Vado anche io!- disse con la sua voce squillante Michel, correndo verso il fratello. -Tu che fai?- mi chiese il biondo -Beh, a casa non torno, farò un giro!- buttai lì. Tutti sgranarono gli occhi e mi guardarono stupiti. -Tu vieni a casa mia!- disse Sambriel, come se fosse un ordine, mentre sia sorella, molto eccitata, batteva le mani. -Perché?- chiesi -Perché non puoi andartene in giro, qui gli abitanti sono molto pericolosi, soprattutto gli anziani, e poi così ti fai qualche amico!- disse Luke -Cosa vuoi che facciano i vecchietti? Paura che ti lancino le caramelle?- risi, però accettai l'invito: c'era molta nebbia, andare a casa di qualcuno che conosco mi avrebbe fatto bene. Così andai a casa Wolf, perché durante il tragitto o scoperto che Michel e Sambriel di cognome fanno Wolf. Questo spiegherebbe perché il ragazzo dai capelli neri ringhia sempre, certo, anche il fatto che si chiama Sambriel, che significa "ululato alla luna", influisce sul suo carattere. È scientificamente provato, a sentire la mia matrigna Scarlet, che il significato del nome influisce sul carattere e sulla personalità di una persona. In effetti con Scarlet funziona, il suo nome significa Rosa viola, lei si veste sempre di viola e profuma di rose, ma forse è un caso. -Benvenuta a casa mia!- disse Michel, aprendo un cancelletto di legno.

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