Capitolo 3

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-Passato bene il primo giorno di scuola?- mi chiese mio zio Matt, appena salii in macchina. -Se, tutto ok.- bofonchiai guardandomi intorno con noncuranza. -Zio...- sussurrai -Dimmi!- disse sorridendo, voltandosi verso di me -Non ti è mai capitato di vedere qualcosa, di sentirti diverso, di avere tipo le allucinazioni?- gli chiesi. Sono sempre stata una ragazza curiosa, attirata da sempre dai misteri, dagli enigmi, insomma qualunque cosa che fosse avvolta da segreti. Mio zio sospirò, il suo sorriso scomparve e divenne d'un tratto silenzioso, non mi rispose e mise in moto, non appena la mia sorellastra salì in macchina. -Cos'è? Il pipistrello ti ha strappano la lingua Cacciatore?- gli dissi. Ancora una volta io avevo parlato, ma non avevo capito quello che avevo detto, non sapevo perché l'avevo chiamato così. Era successa la stessa cosa anche con Luke, l'avevo chiamato "vampirello" e ora avevo appena dato a mio zio l'appellativo di "Cacciatore". Quando arrivammo a casa corsi in camera mia e mi ci chiusi dentro. Mi specchiai nello specchio enorme che sorgeva al certo della parete sinistra, proprio affianco alla libreria dove tenevo tutti miei libri di streghe e fate. I miei occhi sembravano normali, non c'era nulla di diverso in me e il fatto di non sapere cosa stava succedendo mi faceva irritare. -Uffa!- bofonchiai stringendo i pugni. Iniziai a sentire i polsi bruciare, come gli occhi, mi guardai allo specchio e li vidi, quegli occhi viola che spaventavano. Mi ricordai del tatuaggio che appariva sul polso e lo guardai: era un drago o qualcosa di simile, non aveva le ali ed era di colore viola. -Adesso vediamo se lo zio non mi dice la verità!- dissi, corsi nel suo laboratorio, che era in soffitta, dove nessuno aveva il coraggio di andare, a parte me ovviamente. -Jennifer?- mi disse appena mi vide, sgranando gli occhi puntati sul mio polso. Sentivo il fuoco al posto del sangue, gli occhi mi facevano male, vedevo tutto viola, ma volevo spiegazioni, volevo sapere perché stava acconsento tutto questo e che cosa mi stava succedendo. Zio mi continuava a guardare, ma non faceva nulla, o almeno così sembrava, perché di solito mio zio non fa niente, ma in realtà sta facendo qualcosa, non ho mai capito cosa. -È tempo che tu sappia la verità!- sospirò. Feci un respiro profondo e scossi la testa: ero tornata normale. -Tua madre era una premonitrice, cioè sapeva predire il futuro. Quando sei nata, appena ti ebbe tra le braccia, ebbe una visione. Fece in tempo a dire a tuo padre ciò che aveva visto, poi sparì nel buio. Tuo padre non disse mai nulla della sua visione a nessuno, ti ha fatta crescere il più lontano possibile dal mondo delle Creature d'Ombra e quelle della Luce, non voleva che lo abbandonassi come aveva fatto tua madre. Purtroppo a sedici anni tutte le Creature raggiungono la massima formazione, i loro poteri non possono più essere rinchiusi o soppressi. Già più volte i tuoi poteri si sono mostrati, ma mai nella loro massima forma. Quando si svegliava un potere, tramite un amuleto magico te lo dimenticavi, ma purtroppo l'amuleto può essere usato solo sui poteri non sviluppati, ora è inutilizzabile su di te.- Dunque era quella la verità su di me, ma c'era ancora una cosa che volevo sapere:-Zio...- sussurrai -Ma io cosa sono allora?- Lo zio sospirò, abbassò lo sguardo e scosse la testa, poi si decise a rispondermi:-Sei una Maga Non Reclamata, una sorta di strega buona che non appartiene a nessuno dei due mondi, non è una Creatura d'Ombra, ma nemmeno una di Luce.- Così ho scoperto chi sono, così avevo capito come mai mi erano successe tante cose strane quel giorno, così cambiò la mia vita. -Voglio imparare a controllare il mio potere!- gli dissi con determinazione, con un tono che non ammetteva repliche. Sarei stata un pericolo per tutti, dovevo imparare a convivere con la mia parte di Maga e imparare a gestirla, era la soluzione migliore per proteggere la mia famiglia e anche me stessa dal più grande pericolo che in quel momento mi saltò alla mente: io...

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