Capitolo 6

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La verità che mi stava nascondendo Sambriel mi aveva preso veramente tanto: li conoscevo da poco, ma volevo sapere cosa mi nascondevano! Insomma, doveva essere qualcosa di importante, per causare una reazione così aggressiva nel padre di Sambriel. Quel ragazzo mi piaceva meno di Luke, ma non potevo fare a meno di pensare a lui: da quando l'ho conosciuto non me lo sono più tolto dalla testa. E poi quel Mac, il loro cane, era così simile al signor Wolf come carattere e poi gli occhi del cane sono così simili a quelli del signor Wolf, per quanto mi ricordo dalla mia visione. Intanto erano due giorni che facevo pratica con Nasha, una Maga Buia che mi insegnava tutto su visioni, controllo di ombre, insomma magie oscure, e Vanny, Maga Lucente che mi insegnava le magie luminose, che, personalmente, trovavo troppo noiose, infatti li uso solo quando sono obbligata. Nasha poteva leggere i pensieri delle persone tramite gli occhi, mentre Vanny era specializzata nelle cascate lucenti che potevano illuminare il mondo intero, se solo gli umani non tentassero di catturare ogni Creatura che gli passa davanti. -Vuoi parlarne?- mi chiese Nasha, mentre mi aveva letto gli occhi i pensieri su Sambriel. -Voglio imparare l'incantesimo di lettura!- li dissi. Con quell incantesimo avrei scoperto la verità, il problema è che avrei dovuto aspettare la prima luna nuova del prossimo mese per usare per la prima volta l'incantesimo e, quando si è inesperti, si può usare solo al cospetto della luce lunare o qualcosa che vagamente le somigli. Però questo vale solo per le Maghe Buie, forse per me non valeva. -Meglio non rischiare, usa il potere solo alla luce della Luna! Almeno fino a due mesi di pratica! Forse dall'anno prossimo potrai padroneggiarlo quando vuoi!- mi raccomandò Nasha -Allora potresti scoprirlo tu per me!- le dissi: dovevo sapere la verità. -No!- disse -Non posso farmi vedere in questa città, sai che hanno tentato di cremare mia sorella!- Questo particolare me l'ero dimenticato: Nasha e sua sorella Yuna abitavano qui da qualche tempo, quando l'ex sindaco di Devil City entrò in casa loro e vide Yuna alle prese con un incantesimo di mutamento. Gli abitanti la imprigionarono e tentarono di metterla al rogo, perché si dice che solo il fuoco possa uccidere una strega. Nasha riuscì a portarla via e a salvarla, ma dovettero fuggire. Per questo quando viene a casa mia usa la magia del teletrasporto, così nessuno la vede. Vanny, al contrario, passeggiava tranquilla per i viottoli della città: lei può ipnotizzare chiunque, l'unica magia che uso volentieri. -Ma non potresti cambiare forma?- le chiesi: io dovevo sapere! -Lo sia che per una Maga Buia su può usare solo un potere alla volta di giorno, se muto forma non posso legge egli gli occhi!- mi rispiegò Nasha. Ero immersa nei miei pensieri e, non riuscendo a trovare un modo per sapere la verità su Sambriel, mi infuriai. I miei occhi diventarono viola e comparve il tatuaggio, intanto il cuscino a forma di serpente iniziò a fluttuare in aria. -Stupida regola della calma!- dissi. Era sconsigliabile arrabbiarsi e pensare di voler fare una cosa, perché tutto quello che una Maga Non Reclamata pensa che sia legato alla magia, questo pensiero si avvera. "Non mi conviene pensare di trasformare quel cuscino in un vero pitone!" Pensai, mentre il cuscino si attorcigliava sul mio braccio: era una sensazione rilassante sentire il calore del peluche che si trasmetteva sul tuo braccio. Certo, può far paura veder un cuscino-pitone che si attorciglia intorno a un braccio di una ragazza. Il mio gatto Nekomata miagolò spaventata. Era un piccolo gatto nero che aveva cinque mesi. Aveva sempre avuto paura del cuscino e a sempre tentato di proteggermi, ora era terrorizzata mentre lo vedeva muoversi. -E se fossi tu a scoprire la verità?- dissi al serpente, che si stava ingarbugliando al mio torace, creando delle pieghe sulla maglietta bianca con le maniche rosse che usavo come pigiama, anche se la odiavo. Me l'aveva regalata Scarlet poco prima di sposarsi con papà e lui mi costringeva a metterla perché diceva che sennò Scarlet si offende. Ma quella maglietta è un insulto a me! Il mio vecchio pigiama era bello quanto diverso da quello che indosso adesso: era una maglia azzurra, decorata sul lato sinistro con una scia di fiocchi di neve che si estendevano fino a metà del torace, i pantaloni erano bianchi e i fiocchi di neve erano azzurri, però andavano verso il basso ed erano ordinati sulle cuciture dei pantaloni. L'unica cosa del pigiama di Scarlet che mi piaceva (se si può dire così) erano le ciabatte, perché mi aveva regalato anche quelle, ovviamente. Erano ciabatte viola, monocromatico. Guardai il serpente e gli accarezzai la testa con il dito medio e indice, sorridendo.

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